La recensione

Al Teatro Nazionale di Roma, applausi per gli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi

Accolti con grande calore e meritati applausi i 130 allievi della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma in scena per la consueta Lezione Aperta al Teatro Nazionale di Roma. Un’occasione preziosa per assaggiare il lavoro in sala prove degli allievi dai piccolissimi della propedeutica ai diplomandi dell’8° corso. Scorrevole, elegante ed eseguita con grande rigore questa lunga lezione, articolata con assaggi delle legazioni più rappresentative dei vari livelli di studio di tecnica accademica e con dimostrazioni di fisiotecnica, contemporaneo, repertorio e passo a due.

Si è svolta sul palcoscenico del Teatro Nazionale di Roma, giovedì 9 e venerdì 10 marzo 2018, la Lezione Aperta degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi: una bella consuetudine, attesissima dalle famiglie degli studenti, ma anche dagli esperti del settore, interessati a visualizzare il livello tecnico ed interpretativo delle più giovani leve del teatro capitolino.

In un’epoca ‘critica’ per i corpi di ballo italiani, ridotti numericamente per miopia politica e culturale, fa piacere registrare lo stato di buona salute delle scuole di danza delle nostre fondazioni liriche, scuole che continuano a regalare al mondo ballerini straordinari grazie all’impegno, alla passione e alla dedizione profusa da direttori e docenti nel formare e plasmare tanti talenti in erba, piccoli e grandi aspiranti ballerini e ballerine, bambini e ragazzi che fin da piccolissimi hanno nel loro DNA non solo doti fisiche e interpretative fuori dal comune, ma anche un’incredibile forza, tenacia e grande determinazione.

E questa passione e grande energia, si è colta nei corpi e nei sorrisi degli allievi della Scuola di danza dell’Opera di Roma in scena al Nazionale per questa Lezione Aperta, un appuntamento nel cuore dell’anno accademico e ad un passo dagli esami finali, che conserva un proprio caratteristico fascino: per un attimo è come entrare tra le sacre mura di un tempio, dove le ore sono scandite dalle note del pianoforte, dove il sudore è un premio, la stanchezza una vittoria, e dove la luce di un palcoscenico è già l’inizio di un sogno da conquistare.

Al Teatro Nazionale, il pubblico ha potuto gustare brevi estratti dalle lezioni di tutti i corsi accademici, dal primo all’ottavo anno di studio, con la dimostrazione dei passaggi tecnici più rappresentativi di ogni livello attraverso legazioni coreografate ad hoc dai docenti dei diversi corsi. In palcoscenico, non solo gli allievi (in rigorosa tenuta accademica, alla sbarra e al centro) ma anche i docenti, autorevoli guide di piccoli corpi di ballo in crescita, e, al pianoforte, i maestri accompagnatori, signori del ritmo e della melodia, Alice Michahelles, Sergio Di Giacomo e l’ottimo Samuel Tanca capace di valorizzare e assecondare come pochi le sequenze costruite dai maestri.

Ci emoziona, sempre, il primo corso (maschile e femminile) guidato dal maestro Gerardo Porcelluzzi, e resta sorprendente la precisione e la sicurezza con cui il gruppo di giovanissimi affronta l’ampio palcoscenico e la platea gremita del Nazionale. La sequenza alla sbarra, essenziale e pulita, tra i primi plié e battement tendu, dichiara una base tecnica solida, sana radice di prossime fioriture. Segno distintivo dell’insegnamento di Porcelluzzi è la cura del dettaglio, evidente in particolare nella postura e nei puntuali port de bras eseguiti dai piccoli allievi con perfetta coordinazione di testa e sguardo.

Troviamo ottima la scelta della direttrice Laura Comi di differenziare i corsi maschili e femminili già dal secondo anno di studio, in linea con programmi intensivi adattati alle caratteristiche dei singoli allievi.

Il secondo e terzo corso femminile sono guidati da Silvia Curti, docente rigorosa che mostra al pubblico l’evoluzione dei fondamenti tecnici dello studio. Le allieve secondo corso prendono confidenza con lo spazio scenico, il movimento si fa più armonico e il busto più flessibile, i relevé preannunciano la danza sulle punte e le giovani ballerine abbandonano la sbarra con sicurezza, pronte ad affrontare le legazioni al centro. Le allieve del terzo corso si presentano con le punte fin dalla sbarra: stupiscono per la disinvoltura con cui affrontano difficoltà tecniche crescenti, per la coordinazione di braccia e gambe, e ottengono meritati applausi a scena aperta per un’impeccabile diagonale di sissonne viaggiati nello spazio in punta di piedi.

Corretta evoluzione anche per gli allievi del secondo e terzo corso maschile, condotti sul palco da Gerardo Porcelluzzi: un bel gruppo di promettenti piccoli danzatori alle prese con i piccoli salti e con i primi, temutissimi, tour en l’air. Da sottolineare, l’ottimo senso del ritmo e la musicalità di tutti gli allievi: qualità fondamentale che ne esalta la puntualità tecnica e l’espressività.

Una piacevole sorpresa, l’esibizione degli allievi dei corsi intermedi e superiori nella Danza Scozzese dal primo atto de La Sylphide, coreografia di August Bournonville ripresa dalla docente Gaia Straccamore: in perfetto unisono, l’ensemble dà vita ad una danza gioiosa, che da rapidissimi passaggi in coppia travolge l’intero gruppo con accenti incalzanti, velocissimi scambi e strutturati disegni. Un brano coinvolgente e vivace, eseguito con maestria: merito della docente Gaia Straccamore, già étoile del Balletto del Teatro dell’Opera, abilissima nel trasmettere a tutte le coppie il complesso stile del pezzo, con cura nei dettagli, nelle posture, negli sguardi e nelle inclinazioni del busto.

L’esibizione di tutti i corsi (compresi i piccoli della Propedeutica) in Fisiotecnica, con la docente Valentina Canuti, conferma l’efficacia di uno studio mirato e specifico sulla muscolatura e sulle articolazioni da affiancare al regolare percorso accademico (una materia fondamentale che, a nostro parere, dovrebbe essere presente in tutti i programmi delle scuole di danza italiane). Stupiscono e commuovono i piccolissimi della Propedeutica, alle prese con esercizi a terra ben eseguiti, per l’autonomia nel ritmo e nell’esecuzione nelle sequenze musicali danzate anche a canone. Affascinante la padronanza con cui si muovono nello spazio scenico e l’uso sapiente delle direzioni nell’eseguire la coreografia. Impeccabili.

La seconda parte della serata ha riservato al pubblico le esibizioni degli allievi delle classi superiori, nei quali sono riposte le più vicine speranze del nostro futuro balletto. Sequenze di studio accademico particolarmente impegnative ci sono state offerte dal quarto e quinto corso femminile guidato con mano salda della professoressa Lia Calizza, docente di grande esperienza, da quest’anno nella squadra diretta da Laura Comi: una bella lezione al centro, completa di adagio e allegro, tra pirouettes e aplomb in attitude e  arabesque per un gruppo di allieve tenaci, nella fase di passaggio fondamentale dalle classi più tecniche a quelle più danzate.

Ovazioni per il quarto e quinto corso maschile guidato dal maestro Alessandro Molin, la cui esperienza di grande interprete si rispecchia in un gruppo tecnicamente vigoroso: pur individualmente molto diversi tra loro, con specifiche abilità e caratteristiche, gli allievi affrontano con uguale puntualità le difficili sequenze del maestro, che non risparmia loro grandi salti e numerosi tour en l’air e pirouettes. Ci convincono per l’impegno con cui portano a termine ogni esercizio e per lo slancio che già li proietta verso voli futuri.

A chiudere la dimostrazione dei corsi accademici, gli allievi più grandi dal sesto all’ottavo corso, femminile e maschile, sotto l’attenta guida di Ofelia Gonzalez e Pablo Moret, ‘colonne portanti’ di questo storico centro di formazione professionale romano. Si deve ai due maestri il potenziamento tecnico e il perfezionamento stilistico degli ultimi anni di studio, ma anche l’accompagnamento finale degli allievi verso la professione, grazie a classi estremamente impegnative e accurate affiancate dallo studio del repertorio e del pas de deux. I ragazzi, in particolare, ci lasciano già nutrire buone speranze per i corpi di ballo di domani: non temono difficoltà tecniche e si alternano sul palcoscenico, tra duetti e assoli, senza incertezze. Per le donne, pirouettes e grandi salti, affrontati con grazia e notevole presenza scenica.

Merita un discorso a parte la dimostrazione delle classi di danza contemporanea, dal quarto all’ottavo corso, a cura di Mauro Astolfi: non una lezione di ‘tecnica’, ma una vera e propria coreografia frutto di un attento lavoro con gli allievi nel segno caratteristico di un autore tra i più apprezzati sulla scena italiana e che lascia grande spazio all’improvvisazione creativa ai giovani danzatori, una qualità e abilità tecnica questa giustamente coltivata in quanto sempre più richiesta dai coreografi di tutto il mondo. Qui il movimento si frammenta, la danza si scompone e lo spirito si arrende all’istinto giovane di corpi e anime in trasformazione. Assoli, duetti e movimenti di gruppo si alternano a ritmo serrato, inseguendo gli istanti di un tempo rapidissimo: quello di un presente che fugge e che danza nell’attimo. Molto buona la prova degli allievi, già evidentemente portati all’improvvisazione, a loro agio nel contact e sempre più vicini allo stile di Astolfi.

In chiusura di spettacolo un piacevolissimo assaggio di pas de deux coreografato dal maestro Pablo Moret su musica di Sergej Rachmaninov. Promenade, prese, affiatamento delle coppie, consapevolezza dello spazio, ottimo assieme, pulizia e rigore in tutte le coppie di giovani ballerini.

Una piacevole serata che ha messo in evidenza il buon livello complessivo degli allievi e l’ottimo lavoro di squadra dei docenti guidati da Laura Comi. A poche settimane dagli esami, ci sembra già un buon preludio a quanto vedremo il prossimo luglio al Teatro Costanzi nello spettacolo che chiuderà l’anno di studio.

Nell’attesa, cogliamo l’occasione per segnalare alcuni studenti degli ultimi corsi, anche se talenti molto promettenti ci sono in tutte le classi. Punta di diamante è certamente Nicola Di Vico, allievo dell’ottavo corso, da noi più volte segnalato e oggi ad un passo dal diploma, che ci esalta per le eccezionali doti da ballerino classico. Nicola Di Vico ha una straordinaria elevazione e una leggerezza nei salti che ci fa rimanere senza fiato: la sua sospensione in aria è veramente mirabile. Ma ha anche un portamento regale, belle linee, giri sicuri e forte presenza scenica e già lo immaginiamo come futuro protagonista dei nostri palcoscenici.

Un altro vero talento da non perdere di vista è Martina Quintiliani, allieva del 7° corso. Questa brillante e bella giovane danzatrice si distingue non solo per le evidenti doti tecniche (belle linee negli arabesque, leggerezza nei salti, buon lavoro sulle punte e nei tour), ma anche per una caratteristica e solare espressività che ne illumina l’entrata in scena.

Da segnalare anche Erika Mezzapesa, dalla tecnica forte e sicura nei salti come nei giri, Zeudi Testa e Ludovica Lombardi, mentre tra i ragazzi sono da tenere sott’occhio anche Mattia Ignomiriello, Andrea Marini,  Luigi De Gregorio, Filippo Terrinoni, Filippo De Ciocchis e Francesco Curatolo, particolarmente bravo nell’esibizione in danza contemporanea, già padrone di un movimento fluido che accompagna ad un’interpretazione intensa e sicura.

Un applauso a tutti gli allievi, ma anche ai maestri, un affiatato team guidato con mano salda dalla Direttrice Laura Comi, per questo spettacolo, un’opportunità preziosa per scoprire il duro e meraviglioso lavoro in sala prove.

Francesca Bernabini e Lula Abicca

14/03/2018

Foto. Lezione Aperta della Scuola di danza Teatro Opera Roma: 1.-14. dimostrazione di tecnica accademica; 15.-18. Danza Scozzese da La Sylphide; 19.-21. corso di propedeutica; 22.-26. dimostrazione di fisiotecnica; 27.-32. dimostrazione di contemporaneo; 33. -35. pas de duex; 36-37. saluti finali. Servizio fotografico di Yasuko Kageyama, Opera Roma.

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