La recensione

Al Teatro San Carlo entusiasmo ed applausi per Soirée Roland Petit

Interminabili applausi al San Carlo di Napoli per Soirée Roland Petit, serata dedicata al genio visionario del coreografo francese scomparso il 10 luglio 2011. In Gymnopédies brillano una sofisticata Anna Chiara Amirante e Giuseppe Ciccarelli. Nel duetto da Proust Alessandro Staiano e Stanislao Capissi regalano una interpretazione magistrale che esprime amore e odio, bene e male, libertà e tentazione. Sublime e struggente l’interpretazione de La Rose Malade di Giuseppe Picone e Maria Eichwald. Di grande impatto Pink Floyd Ballet dove spiccano Carlo de Martino, Salvatore Manzo, Stanislao Capissi, Claudia D'Antonio e Alessandro Staiano accanto a un corpo di ballo acclamato dal pubblico per vitalità e sincronia. La Soirée curata da Luigi Bonino insieme al Maître Lienz Chang, chiude il primo anno di mandato di Giuseppe Picone, un anno costellato da successi. Repliche fino al 26 luglio.

Il San Carlo Opera Festival giunge alla sua quarta edizione e rappresenta ormai un atteso appuntamento del periodo estivo all’interno delle stagioni liriche e di balletto di tutta Italia. Evento realizzato con il contributo della Regione Campania ed inserito nell’ambito del progetto Napoli Città Lirica, quest’anno il festival conta quattro spettacoli, due opere e due serate di danza, un titolo in aggiunta rispetto alla programmazione 2016 che attirò 25mila spettatori, molti di provenienza internazionale, a conferma del fatto che il Lirico più antico d’Europa resta tra i più ammirati al mondo per lustro e valore artistico.

Il primo titolo di balletto in cartellone, andato in scena lo scorso 22 luglio 2017 sul palco del Teatro San Carlo di Napoli, è Soirée Roland Petit, un omaggio ad uno dei coreografi più innovativi del Novecento, luminare del dance concert, ossia quel tipo di spettacolo coreutico totale, risultato della contaminazione fra lessico accademico ed arte performativa contemporanea.

La serata, divisa in due tempi, offre una prima parte incentrata su tre pas de deux estratti da  celebri lavori del coreografo francese ed una seconda parte che propone, per la prima volta sulle scene partenopee, Pink Floyd Ballet, lavoro che Roland Petit creò nel 1972 sulle note eversive del leggendario gruppo rock britannico e che sancì la fondazione del Ballet National de Marseille.

Un programma denso e articolato, con coreografie ben curate da due esperti ripetitori del repertorio di Roland Petit: Luigi Bonino e Lienz Chang. Luigi Bonino fu punta di diamante della storica compagnia marsigliese: danzatore dotato di ottima tecnica classica e al contempo stilisticamente raffinato, perfetto per il teatro leggero di Petit, dal 1984 è maestro ripetitore abituale di tutte le maggiori produzioni firmate dal maestro. Lienz Chang (attualmente Maître de Ballet al Teatro di San Carlo) entrò a far parte della compagnia nel 1996 danzando ruoli in qualità di primo ballerino.

Ad aprire lo spettacolo è un passo a due da Gymnopédies, creato da Roland Petit nel 1986 sull’omonimo trittico per pianoforte composto da Erik Satie, e poi ripreso nel 1988 per il balletto Tout Satie. La pièce fa parte di Ma Pavlova, lavoro ideato in memoria di Anna Pavlova, mito del balletto russo agli inizi del XX secolo, per ballerini quali Dominique Khalfouni, Denys Ganio e Luigi Bonino. Il coreografo francese volle creare un balletto che richiamasse alla mente il modello della ballerina romantica per eccellenza (la Silfide o il Cigno) ma attualizzandolo, rendendo la dama donna sofisticata e al tempo stesso delicata.

A ricoprire il ruolo che evoca Anna Pavlova, Anna Chiara Amirante in coppia, sul palco dello stabile napoletano, con Giuseppe Ciccarelli. Raffinata ed elegante, Anna Chiara Amirante è un cigno altero, indossa lunghi guanti di seta nera che valorizzano i port de bras eseguiti con charme e con quell’ironia propria al dissacrante vocabolario stilistico di Roland Petit. Giuseppe Ciccarelli è un  valido porteur e si lascia notare soprattutto per presenza e mimica. Le prese più bizzarre ed i passaggi capovolti sono eseguiti dai due danzatori del San Carlo con un tocco ammiccante ma rispettando la precisione e la pulizia della coreografia.

Il secondo passo a due è tratto da Proust ou Les intermittences du coeur, balletto creato da Roland Petit nel 1974  e che nel 2007, con alcune rielaborazioni, entrò a far parte del repertorio dell’Opéra di Parigi. E’ un capolavoro che trae ispirazione dall’opera monumentale di Marcel Proust A la Recherche du Temps perdu, e dalle vicende che riguardano i personaggi principali, una trasposizione coreutica della narrazione strutturata in due atti e tredici quadri.

Morel et Saint-Loup ou le combat des anges, è l’estratto scelto per la Soirée al Teatro San Carlo, un tableau vivant danzato sull’ Elegia op.24 per violoncello e orchestra composta da Gabriel Fauré, un duetto interpretato da Alessandro Staiano e Stanislao Capissi, rispettivamente nei ruoli di Robert de Saint-Loup , un sottoufficiale nipote del barone di Charlus, e del violinista Charles Morel, segretario ed amante del barone.

Attraverso la coreografia, danzata magistralmente dai due tersicorei napoletani, si legge una relazione tormentata dallo scontro fra amore e odio, bene e male, libertà e tentazione. I fermi immagine, le pose che si interpongono alla fluidità dei passaggi di coppia sono sublimi, ed i corpi dei due ballerini trasudano un erotismo per nulla volgare. Eppure la carnalità è ostentata in ogni sua forma plastica, grazie anche alla muscolatura scultorea di Alessandro Staiano e Stanislao Capissi, perfetti sia tecnicamente (come si nota soprattutto nei grand jeté) che artisticamente, presenti l’uno nell’altro attraverso una profonda comunicazione di sguardi che non lascia spazio all’interruzione.

Petit del resto sfrutta il tableau per soffermarsi non tanto sul plot narrativo ma per disegnare la dimensione psicologica dei due personaggi proustiani. Il suo è un “balletto dei sentimenti” e affronta una sessualità ambigua e intrigante in seno all’omosessualità e alla seduzione. Non a caso le calzamaglie color carne evocano volutamente il nudo integrale con intenzioni anti-descrittive. La coppia Staiano-Capissi sotto questa prospettiva enfatizza il rapporto di conflitto e passione fra Morel, il “diavolo” secondo Petit, e “l’angelo” Saint-Loup, assumendo toni di amarezza e gioia allo stesso tempo, alternati a momenti di forte virilità prima e fragilità poi, il tutto sulle note chiaramente ambivalenti di Fauré.

Il terzo ed ultimo pas de deux, posto a chiusura del primo tempo di Soirée, è La Rose Malade su Adagietto tratto dalla Quinta Sinfonia di Mahler, un passo a due creato per Maya Plisetskaya e Rudy Brians con scene di Alain Le Yaouanc e costumi di Yves Saint-Laurent. Presentato per la prima volta al Palais des Sports di Parigi nel 1973, la coreografia prende vita dall’omonima poesia di William Blake e dalle rispettive incisioni.

A  danzare il brano, l’étoile Giuseppe Picone, direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo, insieme all’étoile ospite Maria Eichwald, una coppia affiatata che con questo lirico passo a due ha ricevuto unanimi consensi nella recente tournée del San Carlo a Granada.

 

Sui versi di Blake, Maria Eichwald e Giuseppe Picone iniziano ad avanzare verso il proscenio, avvolti in una luce radiosa, quasi divina. Fondono la loro danza con la struggente musica di Mahler. Appaiono come anime disincarnate nel momento di un incontro e nel momento di un distacco o di un addio,  costantemente sospese fra l’andata e il ritorno. I gesti sono morbidi e innocenti, le braccia sono timide e le terze posizioni diventano piccole ed intime, suscitando il senso dell’infinito. L’energia di Maria Eichwald, delicata come una rosa, si rivela inaspettatamente pungente e vigorosa, ostentando grandi schiene, accenti ed estensioni al limite del possibile. Giuseppe Picone, determinato in volto e dall’ atteggiamento lirico, è in perfetta sintonia con la sua partner.

Il brano è un’allegoria della perdita della bellezza e della purezza, un quadro che raffigura la gioventù in “decomposizione” ed il conseguente passaggio alla rovinosa età adulta.

Dopo una pausa di circa venti minuti, lo spettacolo prosegue con Pink Floyd Ballet, una coreografia che ben fa comprendere il ruolo decisivo esercitato da Roland Petit nel processo di innovazione del balletto francese del secondo dopoguerra.  Si tratta di un “balletto pop-rock” in cui il moderno si unisce al classico, un esperimento tra musica psichedelica e dinamica di movimento, che solo una mente geniale come quella di Roland Petit, predisposta all’artificio degli spettacoli leggeri, poteva ideare ottenendo un prodotto di grande impatto visivo e contraddistinto da un incredibile equilibrio compositivo.

Il Corpo di Ballo, il palco, la platea del Lirico partenopeo assumono in questa pièce, una nuova ed irresistibile veste come poche volte è successo nel corso delle stagioni, soprattutto grazie ad un disegno luci mozzafiato firmato da Jean- Michael Desiré.  Light designer e collaboratore di Roland Petit dal 1984 presso il Ballet de Marseille, Desiré ha trasformato lo spazio scenico e la sala del Teatro San Carlo con laser e beam disposti a vortice e ad incrocio a mo’ di prisma, regalando al balletto una cornice unica, a tratti fantascientifica.

Ognuna delle coreografie d’insieme, è un’esplosione di ritmo e di carattere dove l’individualismo decade per favorire un forte spirito corale. Le chitarre elettriche vibrano e il gruppo di danzatori sembra pulsare unanime, eseguendo sequenze molto fisiche.

Tutta la struttura del balletto è eterogenea e corposa:  traversate, diagonali, piccoli insiemi, assoli (superbo e travolgente Carlo de Martino che ha danzato un pezzo modern sul brano Obscured by Clouds), duetti (When You’re In in cui Salvatore Manzo e Carlo de Martino si alternano e si incontrano a suon di salti e virtuosismi), pas de deux (The Great Gig in The Sky, un pezzo sensualissimo danzato da Stanislao Capissi e Claudia D’Antonio, coppia affiatata e impeccabile), pas de trois e persino un ipnotico pas des six sulle note di Careful with that Axe, Eugene.

Ancora lode e merito ad Alessandro Staiano per la qualità, la precisione e la versatilità mostrate nell’assolo Echoes, un artista che in poco tempo ha saputo esternare tutto il suo incredibile potenziale, vera perla del corpo di ballo dal percorso tutto in ascesa.

Non c’è dubbio ad ogni modo che la coreografia più entusiasmante  ed acclamata dal pubblico sia stata One of These Days, un turbinio di vitalità e sincronia ripetuto dall’ensamble anche alla fine dello spettacolo in forma di saluto.

Sul palco, a ricevere gli interminabili applausi insieme ai tersicorei, Luigi Bonino al quale si deve la riuscita di uno spettacolo assolutamente curato in ogni dettaglio e fedele al repertorio del maestro francese.

Il Corpo di Ballo del San Carlo, grazie alla guida, all’intuito e allo spirito d’iniziativa del suo direttore Giuseppe Picone, il quale conclude con questa straordinaria rappresentazione il suo primo anno di mandato, risale rapidamente in superficie, forte della tournée, delle esperienze all’estero appena concluse (Singapore, Granada) e dei successi dovuti a nuove produzioni (Cenerentola di Giuseppe Picone e Alice in Wonderland di Gianluca Schiavoni).

Soiréè Roland Petit è ancora in replica il 25 e il 26 luglio, mentre dal 12 al 17 settembre 2017 Zorba il Greco, capolavoro di Lorca Massine, chiuderà l’edizione 2017 del San Carlo Opera Festival.

Andrea Arionte

26/07/2017

 

Foto: 1. Giuseppe Picone e Maria Eichwald, La Rose Malade, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 2.-3. Giuseppe Picone e Maria Eichwald, La Rose Malade, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 4.-5. Giuseppe Picone e Maria Eichwald, La Rose Malade, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo; 6. Anna Chiara Amirante e Giuseppe Ciccarelli in  Gymnopédies, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 7.-9. Anna Chiara Amirante e Giuseppe Ciccarelli in  Gymnopédies, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 10. Alessandro Staiano e Stanislao Capissi in Morel et Saint-Loup ou le combat des anges, da Proust ou Les intermittences du coeur, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 11.-15 Alessandro Staiano e Stanislao Capissi in Morel et Saint-Loup ou le combat des anges, da Proust, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 16.-18. Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 19.-22. Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo; 23. Alessandro Staiano, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 24.-26. Alessandro Staiano, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo; 27.-28 Stanislao Capissi e Claudia D’Antonio, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 29. Stanislao Capissi e Claudia D’Antonio, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo; 30. Carlo de Martino, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 31. Carlo de Martino, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 32. Salvatore Manzo, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 33.-34. Anna Chiara Amirante e Alessandro Staiano, Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 35.-37. Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 38. Pink Floyd Ballet, Soirée Roland Petit, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano.

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