La recensione

Applausi interminabili alla Scala per Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan con Roberto Bolle e Misty Copeland

Chiamate e applausi interminabili hanno accolto Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan al Teatro alla Scala. Se la coreografia del grande coreografo-drammaturgo inglese mostra ormai il fianco a qualche schematismo di troppo soprattutto nelle grandi scene d’insieme, il Corpo di Ballo ha saputo farsi valere anche nei momenti meno riusciti della partitura. Grande e meritato successo per Roberto Bolle che ha portato in scena uno dei suoi ruoli d’elezione puntando sulla bellezza apollinea, la tecnica raffinata e la recitazione spontanea. Accolta con successo anche la Giulietta di Misty Copeland che propone un’adolescente moderna e dal fraseggio a tinte nette più che sfumate. Il balletto, in scena fino al 19 gennaio 2017, sarà trasmesso su Rai5 il 15 gennaio 2017.

Mentre la Stagione d’Opera ci porta alla riscoperta della prima edizione di Madama Butterfly di Giacomo Puccini, la Stagione di Balletto del Teatro alla Scala inaugura con un grande classico della Maison, Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan sulla partitura di Sergei Prokofiev. Saltata Coppélia di Mauro Bigonzetti, il Massimo milanese si affida ora alla storia degli sventurati amanti di Verona nella versione del più grande coreografo-drammaturgo inglese prevista originariamente in chiusura di stagione.

Certo, a prima vista Romeo e Giulietta potrebbe passare anche come titolo quasi scontato per la danza ma… quante sono realmente le occasioni per vederlo in scena sui palcoscenici italiani? Pochissime. Parliamo ovviamente di coreografie di base classica e pensate per grandi corpi di ballo. Inutile nascondere che la coreografia di MacMillan soffra ormai di momenti di fiacchezza, soprattutto per quanto riguarda gli insiemi (scene della piazza, duelli, festa in casa Capuleti…). Questa mastodontica partitura brilla a tutt’oggi per la bellezza dei passi a due riservati ai protagonisti. Un po’ come se MacMillan avesse voluto incanalare tutto il suo coté creativo nello sbalzare la bruciante passione dei giovani amanti.

Eppure gli artisti scaligeri, anche nei momenti minori o comunque meno riusciti della coreografia, hanno avuto la meglio. Gli esempi si potrebbero sprecare. Durante la danza dei suonatori di mandolino, lo spettatore potrebbe solamente pensare a quanto l’insieme risulti statico; nondimeno quando compare in scena Christian Fagetti si è subito catturati dal suo sorriso spontaneo e solare, dalla leggerezza del suo salto e dalla simpatia che irradia da questo piccolo cameo. Lady Capuleti è un personaggio semplicemente mimato, come nella versione di Lavrovsky, a sottolinearne lo status e la bellezza ieratica e distante. Eppure nel vedere in scena Emanuela Montanari non si può fare a meno di essere incantati dalla sua presenza nobile e sofisticata. Anche due soliste che abbiamo recentemente ammirato in prime parti si sono fatte valere nel nugolo di personaggi minori che affollano la scena. La biondissima Virna Toppi è stata una zingara maliosa e spigliata. Colpisce invece la grazia ingenua e delicata di Vittoria Valerio, una delle amiche di Giulietta, quando tenta di accostarsi a Romeo mentre Giulietta suona il mandolino per il suo innamorato. Insomma, l’artista vero è capace di farsi valere sempre anche in momenti in cui la coreografia sembra ‘remare contro’.

Ci sono poi ruoli molto importanti nel susseguirsi delle vicende dei protagonisti e ancora una volta sono stati ottimamente serviti. A Mick Zeni basta davvero uno sguardo per tratteggiare uno splendido Tebaldo. Forte della presenza nobile e virile, connota di una teatralità sempre accesa l’acerrimo nemico dei Montecchi. Ottimo Antonino Sutera nei panni di Mercuzio. Non solo è forte di una tecnica scaltrita e solare ma è in grado di lavorare al bulino il personaggio, dall’essere il chiassoso e attaccabrighe amico di Romeo fino alla grande scena della morte splendidamente realizzata. Molto bene anche Marco Agostino nei panni di Benvolio.

Ci sono infine Roberto Bolle e Misty Copeland nei panni di Romeo e Giulietta, lui in uno dei suoi ruoli d’elezione ammirato molte volte anche alla Scala, lei la prima ballerina afroamericana ad assurgere al ruolo di Principal Dancer all’American Ballet Theatre di New York e in quest’occasione al debutto sulle scene del Massimo milanese. Chi ha visto La mia danza libera, lo ‘show in danza’ che ha avuto come protagonista Roberto Bolle al fianco di diversi colleghi e personaggi dello spettacolo, avrà già avuto un’anteprima del celebre passo a due del balcone. Dal punto di vista del jeu, i due sono apparsi molto affiati e hanno realizzato due personaggi ben riusciti anche se giocati su due binari differenti. Vediamo nel dettaglio.

Roberto Bolle, quasi superfluo sottolinearlo, sfrutta la carta della bellezza, delle proporzioni apollinee e della tecnica pulita e raffinata. Utilizza una recitazione spontanea e leggera nei oasi di maggior lirismo mentre si cala con estrema naturalezza nei momenti più concitati del dramma. Possiede anche una simpatia priva di artifici che lo rende credibile nei momenti di goliardia con gli amici. Un Romeo bellissimo, rasserenante nella propria chiave interpretativa e che arriva subito al cuore.

Misty Copeland è una Giulietta molto moderna per più ragioni. Inizia con qualche sorriso di troppo durante le schermaglie con la balia ma si rifà quasi subito all’incontro con Romeo e nella scena della festa. Non è una Giulietta sospirosa, lirica, dal petto scosso da mille ansiti: è una giovane risoluta e determinata nella conquista del proprio amore. Nella sua Giulietta domina spesso una fraseggio a tinte nette più che sfumate e improntate al chiaroscuro. Ecco perché queste recite risultano così accattivanti: se da una parte il pubblico sia bea del tranquillizzante Romeo di Bolle, dall’altra è scosso dall’incalzare di Copeland e dalla sua Giulietta a tratti ferina e dalla bellezza tutt’altro che canonica. Come già accennato, insieme ballano molto bene, appaiono sicuri l’uno dell’altra così come delle rispettive interpretazioni e i celeberrimi passi a due trovano una convincente realizzazione.

Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, diretto ad interim da Frédéric Olivieri, balla ormai  da anni questa coreografia e lo fa molto bene. La parte visiva a cura di Mauro Carosi (per le scene) e Odette Nicoletti (per i costumi) si conferma ancora una volta meravigliosa. Al di là dell’opulenza e del fasto dei costumi, non si può non rimanere colpiti da come il succedersi repentino delle scene risulti oliato come il più perfetto degli ingranaggi. Bene anche la parte musicale affidata a Patrick Fournillier, anche se in più punti è sembrato propendere più per effetti ‘da cinemascope’ che per la ricerca dei preziosismi insiti nella partitura.

La recita del giorno 21 dicembre 2016 ha visto il teatro tutto esaurito, un successo al calor bianco e chiamate interminabili. Applauditissimi Roberto Bolle e Misty Copeland. Le recite di Romeo e Giulietta proseguono fino al 19 gennaio 2017: fra i diversi cast che si alterneranno ricordiamo la serata di gala del 31 dicembre in cui Alessandra Ferri farà ritorno alla Scala al fianco di Herman Cornejo.

Infine, per chi non avesse la possibilità di recarsi a teatro, rammentiamo che il 15 gennaio 2017 Romeo e Giulietta con Roberto Bolle e Misty Copeland verrà trasmesso su Rai 5 alle 21.15 e nelle sale cinematografiche che aderiscono al circuito all’Opera alle ore 15.00. Impossibile perderlo!

Matteo Iemmi

29/12/2016

 

Foto: Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan, ph Brescia e Amisano, Teatro alla Scala.

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