A Roma

Festival di danza spagnola e flamenca all’Auditorium Parco della Musica di Roma

Dal 08 . 01 . 2018 al 16 . 01 . 2018

21.00

Roma - Auditorium Parco della Musica - Sala Petrassi

La danza spagnola e la sua massima espressione, il Flamenco, sono le protagoniste del nuovo festival prodotto dalla Fondazione Musica per Roma con la direzione artistica di Roger Salas e la consulenza di David Lopez, realizzato con il sostegno del Ministerio Educaciòn, Cultura y Deporte de España – Instituto Nacional de las Artes Escénicas y la Música (INAEM) e la collaborazione dell’Ambasciata di Spagna e dell’Istituto Cervantes.

Dall’8 fino al 16 gennaio 2018 la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ospita alcuni dei nuovi eredi della grande tradizione flamenca che si esibiranno in cinque date uniche in prima assoluta nazionale, occasione preziosa per seguire gli sviluppi contemporanei di questa antica forma d’arte coreutica. I danzatori e coreografi Patricia Guerrero, Rafael Campallo Manuel Liñán, la compagnia Nova Galega de Danza e il pianista Alfonso Aroca sono i protagonisti di questa prima edizione che si presenta poliedrica e sperimentale.

La mostra De pies y manos sarà allestita dal 18 dicembre e per tutto il periodo del Festival nel Foyer Petrassi e sarà l’occasione per i visitatori di assumere il punto di vista del fotografo Jesús Castañar, che riesce con i scuoi scatti a restituire alla danza spagnola la sua identità estetica concreta.

“L’appuntamento con il Festival di danza spagnola e flamenca – dichiara Roger Salas direttore artistico del Festival – ha lo scopo di rinnovare l’evento proponendo al pubblico romano un programma sorprendente e sintetico, ancorato all’attualità, che riunisce gli spettacoli di una potente generazione di coreografi, musicisti e artisti che hanno già dimostrato di possedere una voce personale, uno stile distintivo e personalità ben identificabili, e godono per questo di una fama meritata. Le definizioni generiche di danza spagnola e flamenco raggruppano molteplici forme di canto e ballo che oggi vengono sperimentalmente combinate con il teatro d’avanguardia per dar vita a una delle espressioni artistiche più dinamiche del XXI secolo. Ad animare il programma del festival è proprio questa filosofia creativa.

La danza spagnola e il balletto flamenco stanno cambiando e attraversano un momento cruciale di sviluppo estetico e formale. Oltre a prodotti di impronta tradizionale, sia nell’ambito della musica che del ballo, il nostro festival propone eventi decisamente all’avanguardia, ma dalle radici sempre ben connesse alla vera cultura della danza. Giungeranno a Roma ballerini e coreografi provenienti da ogni angolo della penisola iberica. Galiziani, andalusi, catalani, madrileni… offriranno la visione d’insieme di un panorama vasto e articolato, ricco di qualità e maestria.

Il programma che ho concepito in collaborazione con David López guarda con attenzione al tentativo di innovare il grande patrimonio storico in cui brillavano Pilar López, Mariemma, il grande Antonio Ruiz Soler, Manuela Vargas e Antonio Gades, tutte figure amate e applaudite dal pubblico italiano. Gli attuali artisti spagnoli sono gli eredi diretti di quella storia.

L’intensità e l’energia virile del sivigliano Rafael Campallo; l’evocazione della figura arcaica della ballerina-bailaora nel talento di Patricia Guerrero; le inquietudini sociali e la proposta senza frontiere fra i generi di Manuel Liñán, il maturo e rigoroso lavoro di integrazione del folklore celtico con il flamenco e la danza contemporanea della Nova Galega de Danza e, infine, il piano colto e dalle risonanze ancestrali di Alfonso Aroca, una musica che non poteva mancare, sia per il suo simbolismo che per la sua bellezza. E sulle pareti dell’Auditorium, le fotografie artistiche di Castañar, una stilizzata memoria visiva che rimanda alla scarna poesia dell’arte coreutica spagnola.”

PROGRAMMA

Lunedì 8 gennaio 2018 – Patricia Guerrero, Catedral

La storia è ambientata in un mondo fantasmagorico, quasi smantellato… Dio e l’ambito della luce… In un mondo così singolare, caratterizzato dal sacrificio dei muri a favore dei vuoti, come all’interno delle chiese, la luce modella lo spazio sacro in cui la donna, personaggio perduto, affronta il timore reverenziale e morboso delle sue credenze. I suoni delle campane spezzano l’oscurità del silenzio. La luce diffusa, non concentrata, trasforma lo spazio in qualcosa di irreale e simbolico. Il colore assume un’importanza cruciale mentre la voce, intrecciandosi al ritmo, rimanda all’anima che volteggia in uno spazio infinito. Una figura va assumendo consistenza nella nebbia: luce e ombra, si affida al canto e risuona, si muove, si espande e, nel corso di questo rituale, si unisce al sogno.

Voci devote di cantanti castrati o bambini trasparenti, un itinerario febbrile nei territori del misticismo e dell’eterodossia. Figure gemelle di donne che si trasformano per estrarre dalle tenebre il personaggio che si contrappone, nella tensione tra il mondo e l’illusione, a una morale ancestrale e sclerotica. Il personaggio affronta le ombre e strappa loro la parola. Voce e percussioni, musica allegra, ritmo e ballo decontestualizzato alimentano una riflessione sul misticismo; un personaggio superiore e irriducibile, disposto a deviare il corso della storia, posseduto da un’entità tra divino e diabolico, vive la sua esperienza come lamento, come minaccia e come paura. È un percorso di transito, trasformazione, perdita e follia.

È un tentativo di sconfiggere il destino. Catedral parla di una preparazione cui lo spettatore devoto si dedica, silenziando la propria voce per aprire il cuore e lo spirito alla sacra liturgia del ballo, al dialogo con il mondo della creazione. È la connessione tra lo spazio profano che ci circonda e quello interiore e sacro. È il ballo a creare, come un architetto, una struttura che consente, grazie alla tecnica, di trasfigurare e smaterializzare gli elementi dell’edificio, ottenendo nitide sensazioni di elevazione e assenza di peso.

 

Martedì 9 gennaio 2018 – Rafael Campallo, Sin Renuncia

Rinunciare vuol dire abbandonare, perdere il diritto a ciò che è proprio. Senza indica mancanza o carenza. Combinare queste due parole equivale ad affermare il contrario di ciò che ciascun termine significa da solo. Sin renuncia è non abbandonare mai un modo di sentire, valorizzare ciò che è già stato vissuto come parte della creazione, stabilire una relazione con l’avanguardia, il nuovo, le tendenze attuali. Lo scorrere del tempo rende difficile trovare il punto di convergenza tra i due momenti. Un ballo dalle radici antiche, ancorato alla tradizione, eppure stilizzato e moderno, una miscela che dimostra quanto sia insensato propendere per l’uno o l’altro estremo. Con Sin renuncia Rafael Campallo comprime nello spazio di una serata un viaggio durato oltre duecento anni.

Venerdì 12 gennaio 2018 – Nova Galega de Danza, Son

Il linguaggio coreografico impiegato in Son utilizza passi appartenenti a quattro diverse forme di ballo: la danza tradizionale galiziana, la stilizzazione della danza spagnola, la danza contemporanea e il flamenco.

Lunedì 15 gennaio 2018 – Alfonso Aroca, Orilla del mundo

Alfonso Aroca è l’esponente più promettente dell’attuale generazione di pianisti spagnoli. Non solo grazie alla formazione eterogenea, alla vasta esperienza, alla sua versatilità e curiosità di ricercatore, ma anche per il rispetto che dimostra nei confronti della tradizione e l’intensità interpretativa che, attraverso il progetto Orilla del Mundo, hanno definitivamente consolidato il ruolo del pianoforte nel flamenco universale. Orilla del Mundo è piano e flamenco, canto e ballo generosamente elargiti sul palco da una formazione di grandi musicisti innamorati della propria arte.

Martedì 16 gennaio 2018 – Manuel Liñán, Reversible

Nello spettacolo Reversible i ruoli sono invertiti. Danzando con la bata de cola, il classico vestito con lo strascico, e l’ampio scialle chiamato mantón, Liñán sfida i tradizionali ruoli di genere del flamenco: “domina” l’abito come se fosse una parte del suo corpo, e lascia che sia la donna dentro di lui a danzare, senza inibizioni e senza complessi. In una serie di scintillanti duetti con i ballerini José Maldonado e “La Piñona”, esplora le tensioni tra il flamenco tradizionale e contemporaneo con una sequenza di coreografie che ruotano attorno alla citazione di Nietzsche: “La maturità dell’uomo significa aver ritrovato la serietà che da bambini si metteva nel gioco”. In Reversible, Manuel Liñán intraprende un “viaggio sentimentale che evoca i primi ricordi, istinti e impulsi”.

 

www.auditorium.com
Foto: 1.-2. Catedral, Patricia Guerrero, ph. Foto Juan Conca; 3. Rafael Campallo; 4. Nova Galega de Danza, Son; 5. Nova Galega de Danza, Son, ph. Moncho Fuentes; 6. Alfonso Aroca; 7.-10. Manuel Liñán, Reversible.

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