A Roma

Festival Teatri di Vetro: T.I.N.A. di Giselda Ranieri e Album di Stefano Questorio

06 . 10 . 2017

Roma - Carrozzerie n.o.t, Via Panfilo Castaldi 28/a

Il Festival Teatri di Vetro, rassegna di arti sceniche contemporanee diretta da Roberta Nicolai, propone venerdì 6 ottobre 2017 alle Carrozzerie not di Roma due lavori prodotti da Aldes: alle ore 21.00 il debutto di T.I.N.A. (There is no alternative) di Giselda Ranieri , e alle 22.00, Album di Stefano Questorio.

T.I.N.A. di Giselda Ranieri, è un dialogo giocato sul filo tra reale e visionario, un confronto tra personale e sociale con sconfinamenti ironici e onirici, è una donna che prova a definirsi tra mille puntini di sospensione ansiogena. Un lavoro breve non serio e non faceto, fra parola e gesto, epico e ordinario, ordine e caos.

Scrive Giselda Ranieri: “Traendo ispirazione dal famoso acronimo coniato da M. Thatcher, T.I.N.A. riflette su una situazione contemporanea che ha portato le premesse di allora quasi agli estremi opposti: dal There Is No Alternative all’odierno essere sommersi da una miriade di possibilità di azione, informazioni, dati, indici, likes….
Una condizione tanto estrema da lasciare spesso l’individuo paralizzato di fronte alle scelte da compiere; scelte spesso provvisorie, di breve durata perché le occasioni sono pressoché infinite e la fiducia sulla pertinenza della decisione presa spesso si infrange di fronte alle probabilità di tenuta della stessa.
Un mare magnum di occasioni che ipoteticamente si propone come orizzonte di felicità si trasforma non di rado in realtà ansiogena dove persino l’io rischia di perdere la bussola.
T.I.N.A. rende omaggio a quanti condividono questo stato esistenziale ed emotivo. Un tributo offerto con spirito critico e ironia perché, se è giusto lottare per capire e liberarsi da una nuova schiavitù (la sindrome da iperconnessione), a volte un distacco ponderato può schiarire la visione d’insieme e riportare il soggetto al sé”.

Album di Stefano Questorio parte da un concetto di base semplice e rigoroso: coreografare un intero album di un gruppo rock come se fosse musica per balletto, un Lago dei Cigni la cui materia sonora è in questo caso un’opera dei Suicide, duo punk newyorkese degli anni 70.

“La puntina di un vecchio giradischi in scena percorre tutto il lato A, poi il lato B.
Il giradischi è la forza inesorabile che pilota il corpo e gli fa attraversare le sette tracce dell’album: sette ambienti, sette stanze che disegnano un universo ipnotico ed ineluttabile.
Il cuore del lavoro, la traccia n. 6 Frankie Teardrop, è stato definito uno dei brani più agghiaccianti della storia del rock: […] la voce straniata di Vega narra, attraverso sussurri e grida lancinanti, la storia dell’operaio Frankie che a un certo punto esplode e uccide la moglie e il figlio prima di suicidarsi. E’ un atto d’accusa contro la società dei consumi che annienta l’individuo nonché uno dei brani più agghiaccianti dell’intera storia del rock. […]
Hanno contribuito alla creazione  di Album anche le Strategie Oblique, sistema di carte inventate da Brian Eno negli anni Settanta per veicolare la creazione di un’opera d’arte.
La prima carta estratta è stata: sii sporco”.

www.teatridivetro.it

Foto: 1. T.I.N.A. di Giselda Ranieri, ph. Roberto Castello; 2. T.I.N.A. di Giselda Ranieri, ph. Sandro Mabellini; 3.-4. Album di Stefano Questorio, ph. Roberto Castello.

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