A Roma

Jiří Kylián, William Forsythe e Johan Inger. Trittico contemporaneo al Teatro dell’Opera di Roma

E’ dedicato a Elisabetta Terabust il Trittico Kylián/Inger/Forsythe in scena al Teatro dell’Opera di Roma da giovedì 15 a mercoledì 21 marzo 2018 con l’anteprima dedicata agli under 26 anni mercoledì 14 marzo. Una serata da non perdere con tre capolavori della coreografia contemporanea per la prima volta a Roma: Petite Mort di Jiří Kylián, Walking Mad di Johan Inger e Artifact Suite di William Forsythe. “Questa serata è un omaggio alla grande Elisabetta Terabust, alla quale molto devo e che tanto amava la trasformazione del balletto classico, nello specifico Forsythe” ha affermato la Direttrice del ballo Eleonora Abbagnato.

Dal 14 . 03 . 2018 al 21 . 03 . 2018

Roma - Teatro dell'Opera

Grandi firme per il nuovo trittico contemporaneo in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 15 al 21 marzo 2018 con un’anteprima dedicata ai giovani il 14 marzo 2018 con ingresso Vietato ai maggiori di 26 anni. In scena Petite Mort di Jiří Kylián, Walking Mad di Johan Inger e Artifact Suite di William Forsythe. 

Il programma è dedicato alla memoria dell’étoile e Direttrice Onoraria della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma Elisabetta Terabust, recentemente scomparsa.

“Tengo moltissimo a questo appuntamento con la danza contemporanea, che intende portare ogni anno sul palco del Teatro dell’Opera di Roma grandi nomi della coreografia internazionale – ha affermato la Direttrice del Corpo di ballo capitolino Eleonora Abbagnato – Quest’anno il trittico comprende titoli mai presentati prima al Teatro Costanzi e autori prestigiosi legati a vari titolo all’Olanda e al Nederlands Dans Theater”.

“Questa serata è un omaggio alla grande Elisabetta Terabust, alla quale molto devo e che tanto amava la trasformazione del balletto classico, nello specifico Forsythe – sostiene Eleonora Abbagnato – L’evoluzione della Compagnia e del linguaggio sono questioni molto importanti per me: dalla poesia di Jiří Kylián, all’estremismo della danza classica di William Forsythe, passando attraverso la carica di Johan Inger. Grandi interpreti e ripetitori – Cora Bos-Kroese, Yvan Dubreuil, Karl Inger, Noah Gelber, Stefanie Arndt, Amy Raymond e Allison Brown – sono qui con la nostra Compagnia per fare un ulteriore passo in avanti. I protagonisti sono i nostri giovani talenti, i primi ballerini Susanna Salvi, Claudio Cocino, Alessio Rezza e soprattutto l’étoile Alessandra Amato che, appena rientrata dalla maternità, si confronta con grande maturità con quello che tutti noi consideriamo un mostro sacro, Jiří Kylián”.

Ad aprire la serata proprio il famoso pezzo Petite Mort (1991) di Jiří Kylián: sulle note di Mozart il coreografo praghese olandese d’adozione, celebra la coppia e il suo ideale di bellezza che vuole le donne delicate e forti, gli uomini atletici e attraenti. La coreografia comprende sei uomini e sei donne. Le coppie maneggiano sei fioretti che sembrano essere dei veri e propri partner, ribelli e ostinati. I fioretti traducono il simbolismo insito nell’opera, più incisivo di una vera e propria trama. Aggressività, sensualità, energia, silenzio, voluta insensatezza e fragilità sono tutti elementi che giocano in questa coreografia un ruolo rilevante. Nelle parole stesse di Jiří Kylián: “Petite Mort è un’espressione poetica e significativa per descrivere l’orgasmo di un rapporto sessuale. In francese, e in altre lingue, questa percezione è descritta come ‘piccola morte’. E così può essere. Nel momento di massimo piacere, o nel momento in cui si sta potenzialmente generando una nuova vita, siamo portati a ricordare che le nostre esistenze sono relativamente brevi e che la morte non è mai troppo lontana. Nel mio lavoro, ho creato la coreografia su due movimenti tra i più famosi concerti per pianoforte realizzati da Mozart. Ho tagliato via i movimenti più rapidi, lasciandoli come torsi mutilati. Non c’è dubbio che è perverso fare una cosa del genere. Ma lo si fa. Noi viviamo in un mondo nel quale nulla è sacro. Dal tempo in cui fu creata la musica di Mozart a oggi, molte guerre sono state combattute e molto sangue è stato versato nel corso degli anni”.

Creato su commissione del Festival di Salisburgo nel secondo centenario della morte di Mozart (1991), Petite Mort è costruito sulle sezioni lente di due tra i suoi concerti per pianoforte più belli e famosi: Concerto per piano e orchestra n. 23 K 488 (adagio) e Concerto per piano e orchestra n. 21 K 467 (andante). L’ambientazione, spoglia ed essenziale, si anima di contrasti, in un’atmosfera in bianco e nero caratterizzata da un’estetica ricercata e sofisticata. Le luci, firmate dallo stesso Kylián, sono realizzate da Joop Caboort, mentre i costumi sono di Joke Visser. A riprendere Petite Mort al Teatro dell’Opera è Cora Bos-Kroese, con la supervisione tecnica alle luci e alle scene di Hans Boven.

Nel video il trailer di Petite Mort di Jiří Kylián nell’interpretazione del Netherlands Dans Theater.

A seguire Walking Mad (2001) di Johan Inger – coreografo svedese e olandese d’adozione – un lavoro sulla follia umana costruito sulla celebre partitura del Bolero di Ravel miscelata con brani di Arvo Part, una coreografia  dal segno teatrale, forte ed emozionante, un piccolo capolavoro portato in scena dalle principali compagnie di tutto il mondo.

In un’intervista Johan Inger ricorda che la prima volta che vede eseguire il Bolero di Maurice Ravel rimane particolarmente colpito dal Direttore d’Orchestra Zubin Mehta e dal suo coinvolgimento emotivo e fisico: inizia come un vero aristocratico, molto composto e teatrale, con i capelli in ordine, poi si abbandona all’estasi insita nel pezzo e, pervaso dall’energia della musica, finisce tutto spettinato con le pupille dilatate. Le immagini del cortometraggio The Bolero (1973) – noto per aver vinto il Premio Oscar come Best Short Subject nel 1974 – in cui c’è appunto il Direttore Mehta nei panni di se stesso, gli rimangono impresse, tanto da spingerlo a vedere alcune versioni danzate del Bolero, trovando che questi balletti si caratterizzano in maniera molto simile tra loro per l’erotismo e la sensualità. È così che inizia a delineare l’idea di mantenere sì l’erotismo, traducendolo però in qualcosa di diverso, in una sorta di battaglia tra sessi. Sviluppa questo pensiero, nutrendolo con concetti tratti dai dialoghi platonici che si focalizzano sul furore e l’estasi, e nota che sia la partitura musicale, sia la composizione coreografica, si muovono da qualcosa che è piuttosto sotto controllo a qualcosa che è fuori controllo, da qualcosa di molto delicato a qualcosa di molto potente. Percorrendo questa strada, Inger porta in scena un muro che divide, che si divide, che si muove, che si apre e genera spiragli di comunicazione, una miscellanea di umori ed emozioni regolate sulle note di Für Aline di Arvo Pärt e sul ritmato Bolero di Ravel. Walking Mad è un viaggio in cui ci si ritrova ad affrontare le proprie paure, i propri desideri più profondi, così come la leggerezza dell’essere.

La coreografia approda al Teatro dell’Opera di Roma, con i Maestri Yvan Dubreuil, già danzatore del Nederlands Dans Theater attualmente membro del collettivo OFFprojects, e Karl Inger, che dopo aver danzato con il Göteborg Ballet, il Balletto Reale Svedese e il Cullberg Ballet, oggi collabora con il coreografo Johan Inger in qualità di suo Assistente. A firmare le luci è il lighting designer svedese Erik Berglund.

Nel video alcuni estratti della coreografia nella versione del Finnish National Ballet.

Chiude la serata Artifact Suite di William Forsythe, versione ridotta di Artifact, primo balletto a serata intera che Forsythe creò nel 1984 per il Frankfurt Ballet. Il coreografo americano, tedesco d’adozione, espone qui le sue teorie sull’illusione della percezione, la decostruzione, la rottura degli equilibri e la proiezione dei corpi nello spazio, corpi che entrano e escono dalle posizioni accademiche attraverso nuove e veloci dinamiche. Già nel titolo (che significa “artefatto”, “oggetto fabbricato”), il coreografo annuncia quella rivoluzione artistica che ha portato a rivedere il concetto di balletto classico ampliandone le variabili e le prospettive. Il soggetto del balletto è la danza classica stessa, l’illusione teatrale. In scena i corpi dei danzatori spinti ai limiti delle possibilità attraverso inedite sequenze costruite nella prima parte sulla celebre Ciaccona BWV1004 (Partita per violino solo n°2 in re minore) di Johann Sebastian Bach e, nella seconda parte, sulla partitura musicale di Eva Crossmann-Hecht.

A mettere in scena Artifact Suite al Teatro dell’Opera sono i Maestri Noah Gelber, Stefanie Arndt, Amy Raymond e Allison Brown, già tutti danzatori del Ballett Frankfurt che oggi collaborano con William Forsythe riprendendo le sue creazioni per le principali compagnie di balletto.

Di seguito un estratto del balletto nell’interpretazione di Delphine Moussin & Karl Paquette.

Il Trittico Kylián-Forsythe-Inger è in scena al Teatro dell’Opera di Roma giovedì 15 marzo 2018 alle ore 20, venerdì 16 marzo 2018 alle ore 20.00, sabato 17 marzo alle ore 15.00 e alle ore 20.00, domenica 18 marzo 2018 alle ore 16.30, martedì 20 marzo alle ore 20.00 e mercoledì 21 marzo 2018 alle ore 20.00. Anteprima giovani dedicata agli under 26 anni, mercoledì 14 marzo 2018 alle ore 19.00.

www.operaroma.it

 

Doto: 1. Jiří Kylián, ph. Serge Ligtenberg; 2.-5. Petite Mort di Jiří Kylián, prove al Teatro Opera Roma, ph Yasuko Kageyama; 6. William Forsythe, ph. Silvia Lelli, Teatro alla Scala; 7. Artifact Suite di William Forsythe, prove al Teatro Opera Roma, ph Yasuko Kageyama; 8. Johan Inger; 9.-16. Walking Mad di Johan Inger, prove al Teatro Opera Roma, ph Yasuko Kageyama.

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