In Svizzera

Katema e Reclining Rondo di Lucinda Childs riproposte al Museo Vincenzo Vela dalla nipote Ruth Childs

24 . 09 . 2017

16.00

Ligornetto (Svizzera) - Museo Vincenzo Vela, Largo Vincenzo vela 5

Dopo il debutto al Festival de la Bâtie di Ginevra, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, in Svizzera, a pochi chilometri da Varese e da Como, accoglie domenica 24 settembre 2017, alle ore 16.00, in anteprima ticinese, il nuovo progetto di Ruth Childs danzatrice e coreografa, nipote di Lucinda Childs, una delle maggiori coreografe contemporanee, insignita quest’anno dalla Biennale danza di Venezia del Leone d’oro alla carriera.

Da alcuni anni Ruth Childs, americana ma da anni residente a Ginevra, persegue un interessante lavoro di ri-creazione delle coreografie della zia Lucinda Childs. Il successo ottenuto con il suo precedente programma, che riproponeva i primissimi lavori che Lucinda Childs aveva creato negli anni ‘60, l’ha motivata a recuperare quattro pièce create dalla zia Lucinda negli anni ‘70, due dei quali verranno presentate al Museo, in particolare Reclining Rondo (1970, trio) e Katema (1978, solo). Queste performance, oltre a rappresentare un momento estremamente significativo della poetica di Lucinda Childs, sono al contempo testimonianza dei molti fermenti creativi che hanno coinvolto, direttamente o indirettamente, la ricerca di tanti artisti, di ogni ambito disciplinare, che hanno lavorato in quegli anni negli Stati Uniti. 

Con questo appuntamento il Museo desidera dunque offrire originali ri-letture, evocazioni, riflessioni su quell’epoca, sulla ricerca di Lucinda Childs e sull’opera dell’artista americano Lawrence Carroll – che ha soggiornato a lungo a New York – a cui il Museo dedica attualmente una mostra monografica dal titolo I Have Longed to Move Away .

Le coreografie degli anni ‘70 segnano un’importante svolta per Lucinda Childs che, dopo un’intensa e lunga esperienza che la vede negli anni ‘60 tra le fondatrici del Judson Theatre a New York, luogo di grandi fermenti creativi, avverte la necessità di un profondo cambiamento. Sono anche lavori che anticipano l’inizio di una sua nuova ricerca che ancora oggi porta avanti con l’omonima compagnia. Nel 1973 inizia una lunga e fertile collaborazione con Robert Wilson e Philip Glass con i quali crea l’opera, oggi divenuta di culto, Einstein on the Beach, e per la quale nel 1976 Lucinda Childs riceve l’Obie Award come interprete principale e per le coreografie. Dalla fine degli anni ’70 collabora regolarmente con numerosi compositori e artisti visivi; ricordiamo ad esempio il suo capolavoro Dance, creato nel 1979, sulle musiche di Philip Glass e le scenografie di Sol LeWitt. Gli anni ‘70 sono dunque fondamentali per Lucinda Childs, periodo in cui precisa la sua scrittura e si concentra sulla purezza e l’elementarità del gesto che la consacrano come una delle maggiori esponenti della danza minimalista americana.

Nei lavori che vedremo al Museo, creati quasi sempre in un rapporto site-specific con il luogo della rappresentazione, Lucinda Childs si focalizza sulla semplice camminata, poi aggiunge piccoli salti, giri, ecc. Sono coreografie che seguono un ritmo e una partitura compositiva estremamente precisa: delle sequenze elementari che si ripetono alle quali via via aggiunge complessità al fraseggio, con i corpi che “disegnano” rigorosamente lo spazio e rendono la sua scrittura coreografica complessa e affascinante. La danza non è accompagnata da nessun tipo di suono se non quello prodotto dalle danzatrici mentre la eseguono. Anche gli spazi in cui originariamente erano presentate queste performance sono significativi. Lucinda Childs infatti, li esegue nel 1973, con un programma composito, al Whitney Museum a New York, in uno spazio di dimensioni 40 x 40 piedi (circa 12 x 12 metri), con il pubblico seduto ai quattro lati. Un dispositivo che la coreografa in seguito utilizzerà spesso e che anche la nipote Ruth Childs ripropone in occasione delle ri-creazioni. Era pure pratica diffusa della Compagnia di Lucinda Childs presentare dei Dance Concerts che consistevano nell’adattare le performance in grandi spazi, come musei, gallerie, scuole, loft, studi di danza, ma anche in spazi pubblici all’esterno.

Questo appuntamento dunque offre l’occasione per ripercorre e mettere a confronto alcune delle esperienze artistiche che hanno attraversato gli Stati Uniti (e non solo) dalla metà degli anni ‘70 all’inizio degli anni ‘80. Periodo in cui Lawrence Carroll nel suo lungo vagabondare, e precisamente nel 1984, si trasferisce a New York, dove nel suo piccolo studio porta avanti con profonda coerenza la propria ricerca artistica al di là delle mode del momento. Sono anni importanti per lui, dove avvengono incontri decisivi per la sua carriera. Un periodo fertile in cui pratica con dedizione la pittura e precisa una ricerca che si attua al confine tra le varie espressioni formali, una pittura “che è lenta stratificazione di colore, di materiali e oggetti in cui le superficie del quadro si apre all’ambiente rendendo labili i confini stessi tra i linguaggi di pittura, scultura e installazione.” (Gianna Minna).

Programma 

Katema (1978, 12 min, solo) Coreografia: Lucinda Childs; interprete: Ruth Childs; assistente: Ty Boomershine, creazione luci: Pierre Montessuit; costumi: Séverine Besson.
Katema è un solo che Lucinda Childs ha creato dopo il suo solo Character on Three Diagonals’ 38 Childs per la famosissima opera Einstein on the Beach con la regia di Robert Wilson e musiche di Philip Glass, nel marzo 1978. Renato Berta, noto direttore della fotografia di origine ticinese, ha curato le riprese della performance durante la sua presentazione (avvenuta nello stesso anno) al Kunsthaus di Zurigo. Katema traduce in movimento “l’andare verso”. Andare e tornare, ricominciare sempre meglio. L’idea è di esaurire le variazioni possibili della diagonale con una potenza delle ripetizioni che richiama il minimalismo delle arti plastiche, per una poetica del flusso che si basa su materiali semplici.

Reclining Rondo (1975, 17 min, trio) Coreografia: Lucinda Childs; interpreti: Ruth Childs, Anne Delahaye, Anja Schmidt, Pauline Wassermann; assistente: Ty Boomershine; creazioni luci: Pierre Montessuit; costumi: Séverine Besson.
Reclining Rondo è una pièce in trio che si sviluppa interamente al suolo. La coreografia è composta da 18 movimenti o figure, che ogni danzatrice esegue per 12 volte seguendo delle direzioni individuali. Le interpreti iniziano rapportandosi in parallelo per poi spezzare questa dinamica alla fine della pièce.
Produzione Compagnie SCARLETT’S /Produttore delegato: Tutu Production.
Co-produttore: La Bâtie Festival de Genève, L’Arsenic-Lausanne

Al termine delle performance segue un incontro con Ruth Childs.

www.bundesmuseen.ch

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