In Campania

Un week end di danza a Capri. In/Finito – Le ville di Tiberio. Performance di danza a Villa Jovis con Aterballetto

Dal 01 . 06 . 2018 al 02 . 06 . 2018

Capri (NA) - Villa Jovis

La Fondazione Capri dedica i progetti del 2018 alla storia antica di Capri, facendo rivivere le suggestioni dell’epoca di Tiberio, che governò l’Impero Romano dal 27 DC in poi, utilizzando la forza narrativa della danza, del corpo in movimento e del linguaggio della fotografia.

Il progetto prevede la realizzazione di due performance affidate alla Fondazione Nazionale della Danza – Aterballeto guidata dal direttore Gigi Cristoforetti, che si svolgeranno il 1 e il 2 giugno 2018, alle ore 11.30 a Villa Jovis, il complesso più grande e sontuoso tra le 12 ville di Tiberio, situato su un promontorio orientale di Capri. Le performance includono 6 coreografie da 5 minuti ciascuna ambientate nell’area archeologica di Villa Jovis, firmate da 6 coreografi: Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Hektor Budlla, Philippe Kratz, Roberto Tedesco e Diego Tortelli. Si tratta di 6 danze individuali interpretate dai danzatori della compagnia Arianna Kob, Ina Lesnakowski Bonetta, Grace Lyell, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini e Serena Vinzio.

Lo spettacolo si articola dunque in sei coreografie che saranno eseguite in diverse aree della Villa, consentendo allo spettatore di muoversi e scegliere quale coreografia seguire per prima fino alla visione completa. Si tratta quindi di una sorta di “esposizione” di danza, e al tempo stesso di visita dentro Villa Jovis.

Lo spettacolo durerà complessivamente 40 minuti. Le coreografie saranno ripetute: agli spettatori è richiesto essere presenti alla Villa entro le ore 11, e potranno assistere alle performance solo in piccoli gruppi, nei quali saranno inseriti in ordine di arrivo.

www.fondazionecapri.org

Coreografie

NOTTURNI
Coreografia Saul Daniele Ardillo
Musica Fryderyk Chopin (Notturno n.2 in E flat op. 9 by John Ogdon)
Interprete Ina Lesnakowski Bonetta
«Qual è la sottile linea che separa il cercare qualcuno dall’essersi persi? Il sospiro che ‘sussurla’ la sua ombra si insinua su per la spina, dal sacro alla spirale. Il corpo segue ed è inseguito dal primitivo impulso, perde e ricerca scintille. Perso, vibrante, delicato. Cerca ma ancora non trova, volgendo lo sguardo troppo, troppo lontano in un orizzonte verticale» (Saul Daniele Ardillo).

 

SURVIVANTE
Coreografia Damiano Artale
Musica Etta Jones (Yes Sir That’s My Baby )
Interprete Ivana Mastroviti
«Forte, presente, sicura.
La Donna pioniera dell’inizio del secolo scorso, fiera, caparbia, pronta a tutto per essere accettata in un mondo dominato dalla misoginia.
Innamorata della vita e di un uomo che non sempre è disposto a vederla come lei è e come merita di essere vista.
Femminista, anarchica che chiede solo di essere Libera, di lavorare, di studiare, di seguire la vita che lei ha scelto di vivere».
(Damiano Artale)

 

L 180
Coreografia Hektor Budlla
Musica Jack Nietzsche (Charmaine)
Interprete Giulio Pighini
«Io ho detto che non so cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. È una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione» (Franco Basaglia)
«Penso che in questo momento storico ci sia sempre più individualismo e sempre meno una visione ampia rivolta al bene comune. Vorrei che le persone prendessero spunto da chi, come Basaglia, ha dato tanto alla comunità. Ricordandolo vorrei trasmettere la forza e il coraggio di insistere con i propri valori anche quando tutto sembra perduto» (Hektor Budlla)

 

PURPLE USURPER
Coreografia Philippe Kratz
Musica Inga Copeland (Faith OG X //Advice to young girls ft. Actress)
Interprete Arianna Kob
L’interprete stessa è l’ispiratrice e il soggetto di questo assolo. Arianna è la più giovane delle mie colleghe e comincia a costruirsi la sua carriera in un momento in cui i vari movimenti sociali femministi, come lo statunitense “time’s up”, sono più presenti che mai, pur essendo ribellioni in corso da secoli. Il titolo Purple Usurper (l’usurpatrice in viola) fa riferimento alla volontà di abolizione del patriarcato e anche al colore che, dalle suffragiste in poi, rappresenta questa causa. Nella performance l’interprete interagisce con uno strumento attraverso il quale riesce a guadagnare l’altezza, a misurare la sua forza fisica e la sua destrezza. Inoltre ne fa uso per entrare in contatto con chi la guarda, come se questo oggetto le desse un determinato ruolo a livello sociale, professionale o spirituale. Con questo oggetto riesce a rapportarsi con il mondo che la circonda in modo schietto e tuttavia sensibile. (Philippe Kratz).

 

CEMENTO
Coreografia Roberto Tedesco
Musica Wolfgang Amadeus Mozart (Piano Sonata No. 12 in F, K. 332: 2. Adagio)
Interprete Serena Vinzio
«Rivoluzioni, ribellioni, cambiamenti, utopie. Tutto da un punto di vista strettamente emotivo. La domanda è: cosa può provocare ad una singola persona una possibile rivoluzione o un importante cambiamento? Una donna e un oggetto: un secchio. Cos’è il secchio? È un contenitore ma anche una sorta di sfera di cristallo: all’interno c’è il futuro, il cambiamento» (Roberto Tedesco)

 

MAUDIT
Coreografia Diego Tortelli
Musica Isao Tomita (Suite Bergamasque / Clair de Lune, No. 3 – Claude Debussy)
Interprete Grace Lyell
“La vita della nostra città è ricca di soggetti poetici e meravigliosi. Siamo avvolti ed immersi come in un’atmosfera che ha del meraviglioso, ma non ce ne accorgiamo”.
“Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ognuno è il suo genio”.
(Charles Baudelaire)
«Una danzatrice tramite il suo movimento spezzato vuole raccontare la tragedia e innovazione costante del corpo, una danza che non aspetta il tempo che scorre, ma che lo plasma a suo compiacimento velocizzando e rallentando le ore per mostrarne la sua destrezza, bellezza, distorsione e memoria. La libertà dell’espressione corporale di questa poetica avviene attraverso l’abbandono alla follia del corpo: come il “maudit” affronta il suo posto nella società distruggendo ogni legame razionale per abbandonarsi ad una esperienza propria, la danzatrice affronterà il riflesso della sua immagine ritratta nella fotografia, ridando vita, follia e fantasia al luogo in cui è stata ritratta, ricreando costantemente se stessa e dando un corpo e sensibilità alla città, essendo se stessa un soggetto poetico e meraviglioso». (Diego Tortelli)
Foto: Aterballetto, In/Finito, ph. Viola Berlanda.

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