La recensione

Dal bozzolo esce una farfalla triste: è Madama Butterfly di Giacomo Puccini.

Fino all'8 agosto alle Terme di Caracalla, il Teatro dell'Opera di Roma racconta la favola triste di una quindicenne: Madama Butterfly. Per il regista Àlex Ollé, de La Fura dels Baus, Pinkerton è un palazzinaro e la sua ascesa viene ben rappresentata proiettando sulle rovine di Caracalla il work in progress delle costruzioni, un eccesso edilizio in contrasto con la giovane ingenua. Scene, costumi luci e video concorrono in modo magistrale a raccontare la storia in Giappone iper moderno. Yves Abel dirige l'Orchestra e il coro del Teatro dell'Opera di Roma, con i cantanti Svetlana Aksenova, Anna Pennisi, Angelo Villari, Stefano Antonucci.

Opera all’aperto. Fino al 10 agosto 2016 il Teatro dell’Opera di Roma alterna Rossini, Verdi e Puccini alle Terme di Caracalla.

Proprio del maestro lucchese, lo scorso 3 agosto ho visto Madama Butterfly in scena fino a lunedì 8 agosto 2016. È la storia di una quindicenne giapponese che va in sposa all’ufficiale americano Pinkerton all’uso del suo paese, cioè con una sorta di contratto mensile che si può o meno rinnovare. Pinkerton l’abbandona, poi torna tre anni dopo con la moglie americana a prendersi il figlio giapponese nato nel frattempo. Butterfly non regge e si suicida, nonostante la devozione della servente Suzuki e la paterna attenzione del console USA Sharpless.

Se Luigi Illica e Giuseppe Giacosa avessero scritto oggi il libretto di Butterfly probabilmente avrebbero immaginato una storia di turismo sessuale, una di quelle che vediamo in certi servizi tv dove uomini maturi frequentano l’estremo oriente con un solo obiettivo.

Della versione in scena alle Terme di Caracalla mi è piaciuta la regia, così come l’allestimento. Avere a disposizione le rovine delle Terme di Caracalla nella scenografia dell’opera che si rappresenta è facile facile: sono lì, incastonano tutto il resto. Ma con le proiezioni e le rielaborazioni di foto si possono fare però meraviglie, come ci ha dimostrato il regista Àlex Ollé de La Fura dels Baus per questa Madama Butterfly di Puccini.

In questa versione Pinkerton è un palazzinaro e la sua ascesa viene ben rappresentata proiettando sulle torri di Caracalla il work in progress delle costruzioni, quasi un eccesso edilizio. La collina dove l’ostinata quanto fragile Butterfly si è offerta allo statunitense è un terreno edificabile: accanto a favelas si ergono edifici che diventeranno grattacieli. L’illusione di averli davanti in un Giappone iper moderno è incantevole, sono disegnati perfettamente e si illuminano o spengono a seconda del momento della giornata. Ben costruito il momento in cui Butterfly sale in cima alla sua catapecchia di eternit per avvistare la nave Abramo Lincoln: per lo spettatore lo spazio diventa enorme, lei sembra così piccolina e schiacciata dalla magnificenza dei grattacieli, simbolo della sopraffazione di Pinkerton.

Per darvi un’idea possiamo proporvi il trailer dello scorso anno, con altri interpreti, un video che tuttavia non rende giustizia alla magnificenza dell’insieme.

Azzeccati i costumi all’uso giapponese, soprattutto quello di Butterfly che entra in scena coperta da una struttura semirigida con velo, tolta la quale si palesa l’obi da sposa, che poi si trasforma in un abito/vestaglia. Ormai abbandonata, Butterfly toglierà l’ultimo brandello di cultura giapponese e rimarrà in canotta con bandiera americana e shorts. Il bozzolo si trasforma in farfalla triste.

Direi che il quartetto composto da Alfons Flores (scene),  Lluc Castells (costumi), Marco Filibeck (luci) e Franc Aleu (video) risulta cruciale per l’efficacia dello spettacolo. Senza dimenticare le maestranze del teatro che hanno smontato una collinetta con alberi e allestimenti di nozze per sostituirla con la catapecchia di Butterfly nel tempo in cui ho bevuto un prosecco presso il lounge bar.

Yves Abel ha diretto l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma con il mestiere che ci vuole nelle esibizioni all’aperto, mantenendo tempi e dinamiche. Certo, dal fugato iniziale sembrava non ci fossero le premesse per una buona performance, ma pian piano tutto è andato per il meglio senza acumi ma senza trascuratezza. Questo anche per gli interpreti. Butterfly è una delicata  Svetlana Aksenova con accanto la precisa Suzuki Anna Pennisi. Pinkerton è il convincente Angelo Villari, Sharpless è Stefano Antonucci. Nel cast Saverio Fiore (Goro), Andrea Porta (Yamadori), Erika Beretti (Kate Pinkerton) e Fabrizio Beggi (Zio Bonzo).

Se siete a Roma lunedì 8 agosto non mancate l’ultima rappresentazione di questa Butterfly. Lasciatevi incantare dalla musica di Puccini, sospesa tra melodie giapponesi e sequenze occidentali, e lasciatevi sedurre da questo allestimento che evidenzia la modernità e attualità dell’opera di Puccini.

Ippolita Papale

@salottopapale

07/08/2016

Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Tragedia giapponese in tre atti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa da John Luther Long e David Belasco.  Allestimento del Teatro dell’Opera.

  • Direttore:  Yves Abel
  • Regia: Àlex Ollé (La Fura dels Baus)
  • Maestro del coro: Roberto Gabbiani
  • Scene: Alfons Flores
  • Costumi: Lluc Castells
  • Luci: Marco Filibeck
  • Video: Franc Aleu

Interpreti principali

  • Cio-Cio-San: Svetlana Aksenova
  • Suzuki: Anna Pennisi
  • Pinkerton: Angelo Villari
  • Sharpless: Stefano Antonucci
  • Goro: Saverio Fiore
  • Yamadori: Andrea Porta
  • Kate Pinkerton: Erika Beretti
  • Zio Bonzo: Fabrizio Beggi
  • Commissario Imperiale: John Paul Huckle
  • Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

www.operaroma.it

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy