A Roma

Damiano Michieletto al Teatro dell’Opera di Roma per Viaggio a Reims di Rossini: prevista sulla capitale voglia contagiosa e incontenibile di opera lirica.

Da non perdere Viaggio a Reims di Rossini, con l’innovativa regia di Damiano Michieletto e la direzione musicale di Stefano Montanari, in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 14 al 24 giugno 2017. Michieletto ambienta le opere nel nostro tempo e le rende credibili, esplora percorsi alternativi e le rende vicine all’estetica e alla sensibilità di noi contemporanei. Per il geniale regista veneziano l'opera lirica è recitar cantando, una fusione di due azioni che deve provocare emozioni, un prodotto artistico in cui musica e teatro sono sinergiche.

Il regista Damiano Michieletto è a Roma per mettere in scena Viaggio a Reims di Rossini al Teatro dell’Opera. Non perdetelo. Se siete appassionati, potete scoprire cosa si nasconde sotto un testo di teatro musicale. Se andate poco all’opera, potete approfittare dell’occasione per ripensare i pregiudizi sull’opera lirica che ai più sa di muffa.

Appuntamento al Teatro dell’Opera di Roma dal 14 al 24 giugno 2017 per Viaggio a Reims di Rossini, diretto da Stefano Montanari, eccentrico direttore cui dedicherò spazio prossimamente. Di seguito il promo video dell’Opera di Roma e il video dello stesso allestimento all’Opera Nazionale Olandese così potete farvi un’idea dell’opera, in cui un gruppo di nobili riuniti per l’incoronazione di Carlo X dà luogo a un classico schema di tensioni, amori, colpi di scena. Michieletto ambienta l’opera in una galleria d’arte, con un omaggio esaltante alla pittura nei secoli.

 

Presento Damiano Michieletto facendo una sintesi tra quanto ho già visto, quanto si trova sul web e quanto ha detto lo stesso Michieletto lunedì 5 giugno, intervistato dal critico musicale Alberto Mattioli per il ciclo Registi all’opera. Ah Mattioli, conversatore che ad oggi si è imbattuto in 1535 recite d’opera (così ama scrivere su Facebook): snocciola dati, sforna battute, etichetta come Michielettite la passione di fan e teatri per il regista (riconosco di essere affetta di questa patologia). Mattioli potrebbe conquistare una congrega di religiose così come una classe di liceali sciamannati.

Inizio con i punti chiave dell’estetica di Michieletto: astenersi Zeffirellisti dunque, come dice Mattioli per arginare proteste dei tradizionalisti. Per il regista veneziano l’opera lirica è appunto il recitar cantando degli esordi secenteschi, una fusione di due azioni che deve provocare emozioni, un prodotto artistico in cui musica e teatro sono sinergiche. Il metodo per scovare i significati e dare vita alle emozioni Michieletto ce l’ha: cancella tutte le didascalie dai libretti e costruisce un percorso narrativo del nostro tempo. Non una strada sicura, come potrebbe essere la segnaletica per San Marco a Venezia, ma un percorso alternativo per scoprire cose diverse, arrivando pur sempre alla Basilica. Ma non solo. Michieletto prende nota della durata di un’aria o di un concertato: cosa deve succedere in quello spazio temporale sottolineato dalla musica? Quali soluzioni si devono immaginare e quali sviluppi? E se qualcuno può avere dubbi sulla fedeltà ai testi, il regista sa che non si tratta di matrimonio (non so se questo esempio di indissolubilità calzi, a essere onesta!). Le opere nel tempo sono stata scritte in un modo, poi adattate ai cantanti, modificate a causa della censura, addizionate di strumenti a seconda delle compagini di questo o di quel teatro: cosa può voler dire dunque essere fedeli?

Certo, per fare in modo che il teatro musicale sia sempre più vicino all’estetica e alla sensibilità di noi contemporanei, Michieletto lavora con un team strepitoso: lo scenografo Paolo Fantin, la costumista Carla Teti, il light designer Alessandro Carletti. C’è un modo di lavorare che profuma di collettivo artistico e possiede la forza di condividere le idee, di non avere paura delle critiche reciproche, di regalarsi il piacere di stare insieme nel lungo tempo di studio e prove. Almeno con questo trio il Damiano sta al sicuro, perché non è detto che possa ritrovarsi i musicisti che desidera (pare che per Viaggio a Reims, si sia ben accordato con il direttore artistico Alessio Vlad e il sovrintendete Carlo Fuortes).

A Michieletto pare non sia mai capitato, però, di avere un cantante che si rifiuti di interpretare la sua visione “alternativa”: se succedesse, per lui vorrebbe dire non essere stato in grado di convincerlo delle scelte espressive.

Chissà come ha convinto Olga Peretyatko a fare la pischella superficiale in La scala di seta di Rossini al Rossini Opera Festival 2009.

Michieletto non ha paura della critica, che si deve leggere nel bene e nel male. I fischi si accettano, anche se fanno male, e ci vuole rispetto per il pubblico critico: dove c’è tifo, c’è grande interesse e movimento (vedi il calcio: anche all’incontro con il regista alcune finte domande degli appassionati mi ricordavano gli innumerevoli allenatori di squadre di calcio che pontificano nei bar sport).

Altra cosa importante per Michieletto è il rapporto con la committenza: bene mettere in scena i capolavori del passato riletti, ma è anche fondamentale produrre il nuovo. L’esempio di Aquagranda è fondamentale. L’opera di Perocco commissionata dal Teatro La Fenice testimonia quella collaborazione proficua in cui non c’è carta bianca per gli artisti, ma giusti paletti che alimentano la creatività. Il caso dell’opera che racconta l’alluvione di Venezia nel 1966 è un caso che testimonia il senso di appartenenza dei pescatori di Pellestrina, molto coinvolti nella vicenda tanto che hanno apprezzato anche la musica sofisticata. Produrre arte che appartiene alla propria storia significa rendere credibili queste storie e farle diventare patrimonio di tutti. Per Michieletto, l’autenticità non può essere confusa con il provincialismo, non bisogna averne paura, anzi rafforzarla.

Concedetevi qualche minuto per vedere il backstage dell’opera: non solo il genio del regista e dei suoi collaboratori, ma anche una testimonianza del patrimonio di professionalità artistiche che è il teatro musicale.

 

Emozionare. Dare al pubblico ciò che non conosce, anche fosse la favola di Cenerentola che tutti conosciamo, ma che può essere rivista applicando allo schema narrativo una visione più concreta dei personaggi. Nell’opera lirica musica e parole sono un punto fisso, sono il limite che il regista deve superare in quanto unico elemento contemporaneo variabile. E per dimostrarvi il Michieletto pensiero, ecco una carrellata di video che danno la misura della sua grandezza.

Il Rigoletto di Verdi : storia di un buffone di corte che si sente colpevole della tragedia della figlia – Dutch National Opera

 

La povertà di un paesetto dell’entroterra siciliano in Cavalleria Rusticana di Giacomo Mascagni – Royal Opera House

 

Gli esotismi di Madama Butterfly di Puccini, adolescente sedotta e abbandonata da un americano colonialista, quasi una variante sul tema del turismo sessuale – Bergen Nasjonale Opera

 

Il viaggio iniziatico di Tamino e Pamina nel Flauto Magico di Mozart diventa il periodo di formazione di un giovane in una scuola, con tanto di compagno bullo (Monostato) e di bidello (Papageno) che mette al mondo piccoli bidelli – Teatro La Fenice.

 

Il Trittico di Puccini, tra schiavi del lavoro e delle pulsioni sessuali in un porto industriale (Tabarro), la pena espiata in carcere di Suor Angelica, l’avidità di  Gianni Schicchi – Opera di Roma.

E ancora: Falstaff di Verdi, vecchio e sgarrupato seduttore di dame in una casa di riposo; le dinamiche di una campagna elettorale in Un ballo in maschera di Verdi; un stupro scabroso in Guglielmo Tell di Rossini. Nessun dubbio sulla potenza espressiva di Damiano Michieletto.

Ippolita Papale

@salottopapale

10/06/2017

 

Il viaggio a Reims.
Dramma giocoso in un atto di Gioachino Rossini. Libretto di Luigi Balocchi

Teatro dell’Opera di Roma dal 14 al 24 giugno 2017.
Direttore: Stefano Montanari
Regia: Damiano Michieletto
Maestro Coro: Roberto Gabbiani
Scene: Paolo Fantin
Costumi: Carla Teti
Luci: Alessandro Carletti

Interpreti
Corinna: Mariangela Sicilia /Adriana Ferfecka 24 Giugno
La Marchesa Melibea: Anna Goryachova /Cecilia Molinari 24 Giugno
La Contessa Di Folleville: Maria Grazia Schiavo /Maria Aleida 24 Giugno
Madama Cortese: Francesca Dotto /Valentina Varriale* 24 Giugno
Il Cavaliere Belfiore: Juan Francisco Gatell /Filippo Adami 24 Giugno
Il Conte Di Libenskof: Levy Sekgapane /Merto Sungu 24 Giugno
Lord Sidney: Adrian Sâmpetrean
Don Profondo: Nicola Ulivieri
Il Barone Di Trombonok: Bruno De Simone
Don Alvaro: Simone Del Savio
Don Prudenzio: Vincenzo Nizzardo
Don Luigino: Enrico Iviglia
Delia : Caterina Di Tonno
Maddalena:  Gaia Petrone
Modestina:  Erika Beretti*
Zefirino / Gelsomino: Christian Collia
Antonio:  Davide Giangregorio
*Dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Allestimento De Nationale Opera di Amsterdam

www.operaroma.it

Foto: 1.-2. Il regista Damiano Michieletto. Prove Viaggio a Reims di Gioachino Rossini, Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama; 3. Il regista Damiano Michieletto e il cast di Viaggio a Reims di Gioachino Rossini, Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama; 4.-9.  Il viaggio a Reims di Gioachino Rossini, regia Damiano Michieletto,  Nationale Opera Amsterdam, ph Clarchen & Matthias Baus; 10. Stefano Montanari, ph. Michele Borzoni; 11. Conferenza Stampa Teatro dell’Opera di Roma: Alessio Vlad, Stefano Montanari, Carlo Fuortes e Damiano Michieletto.

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy