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Specchio di eterno amore, nel nome di Petipa. Aspettando il Lago del Balletto del Teatro Mariinsky

06 . 12 . 2017

17.30

Torino - Piccolo Regio Puccini

Per introdurre il pubblico allo spettacolo Il lago dei cigni portato in scena al Teatro Regio di Torino dal Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, mercoledì 6 dicembre 2017, alle ore 17.30, al Piccolo Regio Puccini di Torino, Sergio Trombetta terrà la conferenza dal titolo: Specchio di eterno amore, nel nome di Petipa.

Scrive Sergio Trombetta:

“Se nel 1895, un anno dopo la morte di Čajkovskij, non si fosse deciso di rendere omaggio al compositore riallestendo un titolo quasi dimenticato del 1877, oggi non ci troveremmo davanti a un balletto fra i più conosciuti, amati, citati (spesso a casaccio), parodiati e sfruttati del repertorio classico. È dunque a Mosca che, a metà degli anni Settanta dell’800, il Lago dei cigni va in scena per la prima volta: al Teatro Bol’šoj, con la coreografia (dimenticabile e dimenticata) di Julius Reisinger. Viene ripreso negli anni Ottanta dell’800 per poi essere lasciato cadere. Torna in vita, il solo atto bianco, per mano di Lev Ivanov nel 1894, pochi mesi dopo la morte del compositore. Ma nella sua versione completa “rivede” la luce grazie all’intervento congiunto di Marius Petipa, Lev Ivanov e del direttore e compositore Riccardo Drigo, che insieme a Modest, fratello del musicista, rielabora la musica e unisce il primo e il secondo atto in uno solo composto da due scene, per rendere più forte la tensione drammatica della prima parte.
Incomincia dunque dal Mariinskij la seconda vita del Lago, destinato a un successo e a una fama planetaria. Un balletto che incarna tutti gli ideali del tardo romanticismo e dell’arte coreografica di fine ’800. Un principe combattuto fra il male di vivere, l’ideale di un amore puro e paradisiaco e la passione terrena e carnale. Due personaggi femminili affidati alla stessa ballerina (ma a volte il ruolo è stato sdoppiato) che deve dare prova di sapersi calare nella danza pura e intensa di Odette come nelle bellurie virtuosistiche della perfida Odille. Compresi quei trentadue fouetté, pezzo di bravura con il quale l’italiana Pierina Legnani conquistò il pubblico pietroburghese, e la cui esecuzione rimase a lungo un “segreto della casa”. Così com’era, il Lago entra in epoca sovietica e viene replicato a lungo prima di essere “riletto” negli anni Trenta da Agrippina Vaganova, che lo racconta come una vicenda di nobili decaduti e proprietari terrieri nel primo ’800 tedesco. Il Lago come lo presenta oggi il Mariinskij, nasce dal bisogno di ritorno all’antico del dopoguerra. Prima con un allestimento (perduto) di Lopuchov, poi con la versione “definitiva” di Konstantin Sergeev”.

L’ingresso è libero.

Foto: Il lago dei Cigni, Teatro Mariinsky, ph. Natasha Razina.

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