La recensione

Gala Internazionale di Danza Hommage a Marika Besobrasova tra classico, contemporaneo e un pizzico di ironia

Applausi entusiasti e un sold out hanno salutato al Teatro Comunale di Vicenza il Gala Internazionale di Danza Hommage a Marika Besobrasova, un Gala che ha miscelato danza classica e contemporanea senza dimenticare un pizzico di ironia. Ovazioni per Alberto Pretto, artista de Les Ballets Trockadero de Montecarlo, e per Isabella Lucia Severi e Francesco Costa del Teatro dell’Opera di Vienna, Hektor Buddla e Noemi Arcangeli di Aterballetto, Iker Murillo e Vitali Safronkine di Uniqart Dance Company, imPerfect Dancers Company, e per gli allievi di Eko Dance International Project e Dutch National Ballet Academy.

In un presente in cui la velocità e la facilità regnano troppo spesso sovrane, un’arte fatta di rigore, precisione e costanza, quale è la danza classica, può a prima vista sembrare impopolare. E i cartelloni teatrali, sempre più inclini a una programmazione che privilegia gli spettacoli di contemporaneo sembrerebbero, a prima vista, avvalorare tale tesi.

Eppure l’importanza della danza classica, anche nella formazione di ballerini contemporanei, è innegabile. In questo messaggio formativo, le scuole hanno un ruolo preponderante, a volte però solitario, non sempre supportate dalla possibilità di far assistere ai propri allievi a balletti classici dal vivo che li motivino nella studio della danza classica.

Vero è altresì che il balletto classico non lascia scampo nella messa in scena: o è perfetto o è meglio lasciar stare. Nuove coreografie nel segno della danza classica, inoltre, sono sempre più rare. L’incidenza di questi fattori e gli alti costi di produzione per gli allestimenti di balletto classico, rende questa scelta sempre più rara anche nelle compagnie professioniste.

Fortunatamente i grandi coreografi e danzatori del passato hanno lasciato in eredità un vasto repertorio dal quale attingere a piene mani, sia per l’ispirazione di tutti, compresi i neofiti e gli appassionati, sia per la divulgazione della danza classica. E grandi maestri del passato hanno lasciato inoltre un valido e vasto corpus di insegnamenti tecnici e teorici a cui far riferimento.

Tra questi maestri spicca il ruolo della grande pedagoga, Marika Besobrasova, fondatrice della Académie de Danse Classique Princesse Grace di Montecarlo, che ha creato un metodo di insegnamento ascrivibile alla tradizione franco-italo-russa. La ballerina è stata ideatrice di un programma di studi per la danza classica, seguito ancora oggi da moltissime scuole e da moltissimi insegnanti in tutto il mondo.

Al centro del lavoro di training dei danzatori, Marika Besobrasova mise la ricerca della massima consapevolezza corporea, la ricerca del perché di un gesto e la precisione delle posizioni, integrando la preparazione dei suoi allievi anche con studi teorici come la storia della danza e la storia dell’arte. Il metodo di lavoro di Marika Besobrasova, eclettico ma rigoroso, ha dimostrato la sua efficacia attraverso il gran numero di discepoli che hanno fatto carriera nei vari campi della danza internazionale.

L’Associazione, che porta il suo nome, organizza ancora oggi annualmente sessioni di esami e prestigiosi Gala internazionali, in onore della fondatrice, per rendere omaggio alla perennità del suo insegnamento. Il più recente è stato quello andato in scena al Teatro Comunale di Vicenza, il 31 marzo scorso, ideato appunto dall’Associazione Internazionale Danza Classica Marika Besobrasova, presieduta da Marieli Lallement, figlia di Marika, e curato da Giuseppe Calanni (ex allievo della Besobrasova e oggi maître de ballet e maestro ripetitore di Aterballetto).

La serata ha rappresentato la conclusione di tre giorni di esami per circa 250 allievi italiani ed europei, convocati a Vicenza dalle scuole aderenti all’Associazione e valutati da una giuria, presieduta da Domenico Levré, ex allievo della Besobrasova e oggi répétiteur al Béjart Ballet Lausanne, e composta da prestigiosi nomi del panorama internazionale della danza, formati o perfezionati proprio con gli insegnamenti dell’inimitabile insegnante.

Lo spettacolo si è aperto con un defilé di questi giovanissimi studenti, coordinato da Eva Calanni e da Giuseppe Calanni, che hanno acceso subito la platea, gremita di genitori e appassionati di balletto. Gli allievi in scena, impegnati e precisi al massimo delle loro possibilità, hanno dimostrato come la danza faccia bene all’animo, al portamento e alla crescita, in virtù di un insegnamento non solo fisico ma anche mentale, che coinvolge chiunque si avvicini e studi questa disciplina, anche nel caso in cui non diventi poi una professione.

Dopo questo tenero preambolo il sipario si è chiuso ad ufficializzare l’inizio del Gala di Danza vero e proprio, che ha visto in scena numerosi artisti di levatura internazionale e gli allievi più rappresentativi di Eko Dance International Project e della Dutch National Ballet Academy di Amsterdam.

Proprio ad una coppia della Dutch National Ballet Academy è stato affidato l’onore di aprire le danze, a dimostrazione di come la serata avesse l’obiettivo primario della celebrazione della danza nella sua declinazione più promettente e giovane. Jonas Soares e Chihiro Kobayashi, giocando sull’aria di Cesare Pugni, tratta da Le Carneval de Venise, hanno impersonato la grande magia che si cela dietro la danza e che ogni volta sorprende lo spettatore, ovvero far sembrare naturale anche il virtuosismo più ardito. Il pas de deux di Santanella, coreografato da Petipa alla fine del XIX secolo e rimontato per gli allievi da Olivier Wecxsteen (docente dell’Accademia olandese, ex allievo della Besobrasova e tra i giurati degli esami a Vicenza), rimane un punto fermo del repertorio classico. In scena Jonas Soares e Chihiro Kobayashi ballano insieme, ballano da soli, l’uno accanto all’altro, ma anche l’uno in simbiosi con l’altro. La loro danza sembra quasi un gioco. Entrambi danno prova di grande abilità, magari con piccole incertezze che però esaltano il loro entusiasmo. Quell’entusiasmo che un veterano spesso invidia ad un ballerino alle prime armi, perché racchiude tutta l’energia del primo amore, che non si scorda mai. Lo rivivrà moltissime altre volte e molto intensamente, ma mai nella stessa identica maniera. Del resto, come diceva il grande Nureyev, quando si è giovani, si ha la forza ma non l’esperienza e quando non lo si è più, si ha tutta l’esperienza che serve, ma non i muscoli energici come prima.

La Dutch National Ballet Academy è diretta dal 2014 da Jean-Yves Esquerre, che ha collaborato strettamente con Marika Besobrasova tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Esquerre ha omaggiato la danzatrice portando a Vicenza anche altri due suoi allievi, il canadese Thomas Leprohon e l’australiana Lania Atkins che si sono esibiti in Repley, elegante coreografia di Ted Brandsen (direttore del Dutch National Ballet), in cui i due danzatori dai corpi longilinei ed armonici, vestiti di nero velato, si sono cimentati in prese scultoree, dalle linee precise e ben calibrate. Giovanissimi e molto simili per costituzione fisica e impostazione, i due ballerini erano in una perfetta simbiosi, a dimostrazione di come la similitudine, a volte, possa far risaltare i singoli individui, enfatizzandone le caratteristiche, come sosteneva il grande Balanchine.

Altro passo a due di repertorio classico, firmato da Petipa, che ha strappato applausi a scena aperta è stato quello tratto da Don Quichotte e interpretato da Francesco Costa e Isabella Lucia Severi, entrambi della compagnia di balletto del Teatro dell’Opera di Vienna. Il filo conduttore dell’intersezione tra divertimento e danza ha caratterizzato anche questa esibizione, dove danzare sembra un’azione apparentemente naturale. In realtà in questo pas de deux di istintivo c’è molto poco e per essere ben eseguito richiede buona padronanza della tecnica. Solo con una gran tenuta del corpo si può essere piazzate nell’esecuzione di un giro come ha fatto Isabella Lucia Severi. E  solo con un preciso controllo si può elevare un salto come quello che ci ha regalato Francesco Costa.

Anche nel pezzo tratto da Flame de Paris, che ha chiuso la serata, Francesco Costa e Isabella Lucia Severi hanno dimostrato di essere artisticamente preparati, cimentandosi in ruoli interpretati in passato dai “grandi” e dando prova di una lodevole capacità interpretativa. E in questo difficile intento non tradiscono la leggerezza che caratterizza la loro giovane età, lasciando al pubblico una piacevole sensazione di spensieratezza.

Grandissima era l’attesa per Alberto Pretto, interprete di punta della storica compagnia americana Les Ballets Trockadero de Montecarlo, che ha eseguito (rigorosamente con tutù e scarpette da punta) un assolo tratto dal Lago dei Cigni. L’artista vicentino ha riscosso applausi e ovazioni, non solo perché amato dal pubblico, ma anche perché con una tecnica impeccabile, degna di una “prima ballerina”, ha ricordato a tutti che anche la grande danza non può prescindere da un aspetto fondamentale che aiuta ad affrontare la vita con un cuore più sereno e leggero, ovvero l’ironia.

Molto applauditi anche Hektor Buddla e Noemi Arcangeli, splendidi interpreti di Aterballetto che si sono esibiti nel pas de deux tratto dal Corsaro di Petipa e nella creazione Hybrid di Philippe Kratz. La versatilità dei due artisti, impeccabili in entrambe le esecuzioni, ha dimostrato quanto la danza classica sia fondamentale per la danza contemporanea e la seconda integri e completi la prima, come ampia forma espressiva che può così abbracciare la complessità dell’animo umano.

Lode a Philippe Kratz, coreografo di Hybrid, che ha saputo equilibrare armoniosamente forza, atleticità ed eleganza, ma lode soprattutto ai ballerini Hektor Buddla e Noemi Arcangeli, poiché l’estrema velocità richiesta dalla coreografia non ha pregiudicato l’equilibrio e la pulizia del movimento. Il tutto è stato di forte impatto. Lo spettatore, ipnotizzato dalle note di Hey Now (When I Give You All My Lovin`), seguiva in un silenzio contemplativo gli imprevedibili movimenti ed il susseguirsi di intrecci dei due sublimi danzatori.

Non solo classico dunque in questo Gala. Il balletto contemporaneo è stato protagonista di questa serata celebrativa,  sia con pièce di repertorio sia con coreografie recentissime, come nel caso di Empty Floor, firmata da Walter Matteini e Ina Broeckx, interpretata da esponenti della imPerfect Dancers Company, compagnia residente al Teatro Verdi di Pisa. Il balletto, come spiega Mattini, non segue una storia bensì una sensazione, precisamente quella  di vuoto, di caduta. Ingrediente fondamentale del susseguirsi di movimenti in scena è stata l’apertura: in termini di varco dei confini, di rottura dei limiti, di creazione, di cambiamento, di uscita, di passaggio. Il messaggio è arrivato e i giovani danzatori, sincronizzati e precisi, hanno dimostrato un giusto equilibrio tra interpretazione e tecnica, senza mai far prevaricare una a scapito dell’altra.

Altra compagnia italiana presente, per onorare la memoria di Marika, è stata Eko Dance International Project, progetto artistico coordinato e diretto da Pompea Santoro, ispirato da Mats Ek. Del grande coreografo svedese infatti era l’estratto della Bella Addormentata interpretato a Vicenza da cinque componenti della compagnia, con splendide complicità di azione, di emozione e di empatia. Ogni sfera sentimentale costruttiva è stata sfiorata, da quella della passione, a quella dell’ironia, per arrivare a quella della battaglia per la difesa di se stessi, di ciò che si è e di ciò che si rappresenta. Del resto il tratto deciso (e decisivo) delle creazioni di Mats Ek è inconfondibile e inequivocabilmente geniale e i danzatori sono stati capaci non solo di affrontare con sicurezza la tecnicità richiesta, ma anche di partecipare totalmente e attivamente all’interpretazione che questo pezzo di repertorio richiede.

Un plauso speciale lo meritano lo spagnolo Iker Murillo, creatore della compagnia neoclassica Uniqart Dance Company, e il danzatore e coreografo russo Vitali Safronkine, che ha prodotto coreografie ancora oggi di repertorio in molte accademie e compagnie europee. Iker Murillo e Vitali Safronkine si sono esibiti assieme in due raffinate coreografie dello stesso Safronkine: Matching Thoughts e Continuo.

Qualsiasi forma di conoscenza non può prescindere dal nostro vissuto, non può esserne del tutto incontaminata. Così questo “incontro” tra due grandi interpreti della danza contemporanea risente sicuramente della loro esperienza al Bejart Ballet Lausanne.

In un immenso mondo esterno, due singole entità si trovano, si studiano, si conoscono, si parlano, si scrutano. Come Maurice Bejart insegna “danzare vuol dire soprattutto comunicare, unirsi, incontrarsi, parlare con l’altro dalla profondità del suo essere”. Le due coreografie – Matching Thoughts Continuo – sono infatti state una rappresentazione di un incontro fatto di gesti, di sguardi, di impressioni, di distanze, di parole. Davanti ad una forza interpretativa così pregna come quella dei due danzatori in scena, soprattutto in Continuo, si è avuta la stessa sensazione di essenzialità che si percepisce di fronte ad un quadro artistico in cui viene esaltato un dettaglio creandone un vuoto intorno. Il colore bianco di cui erano vestiti i due interpreti, non è stata assenza di colore bensì una presenza discreta e delicata di un inizio di colore, che la voracità dei nostri occhi distratti rischia a volte di non cogliere più. Proprio questa essenzialità a volte consente di vedere, e non solo guardare, ciò che un balletto rappresenta. Gesti semplici, o meglio apparentemente semplici, fanno quasi pensare che non ci siano movimenti danzati, ma è un illusione ottica, che i due ballerini magistralmente celano dietro uno studio attento e minuzioso di una gestualità non casuale ma che lascia alla spettatore il sapore dell’istinto, del non premeditato, del vissuto oltre una convenzione, seguendo una pulsazione in maniera diretta, così come partisse dall’animo, senza filtri.

In questa conoscenza reciproca i due corpi si spostano l’uno con l’altro. E’ un incontro tra due anime, di due esseri che assomigliano di più a due animali che non a due esseri umani, per il solo fatto di non seguire delle regole, prevedibili regole di comportamento sociale, ma solo esclusive regole di libertà intesa anche come rispetto della libertà dell’altro.

Precisi e intensi sulla scena Iker Murillo e Vitali Safronkine sono stati perfetti esemplari di un messaggio decisivo per i numerosi allievi dell’Associazione in onore a Marika Besobrasova, ovvero che per arrivare ad una simile maestranza del minimo gesto, bisogna percorrere lunghi corridoi di danza tecnicamente difficile ed introspettivamente purificante.

Annalisa Fortin

22/04/2018

Foto: 1. Gala Internazionale di Danza Hommage a Marika Besobrasova, saluti finali; 2-3. Francesco Costa e Isabella Lucia Severi dell’Opera di Vienna in Flame de Paris; 4. Francesco Costa e Isabella Lucia Severi dell’Opera di Vienna in Don Quichotte; 5.-9. Lania Atkins e  Thomas Leprohon  della Dutch National Ballet Academy, in Repley di Ted Brandsen; 10. Chihiro Kobayashi, Dutch National Ballet Academy in Santanella; 11.-12. Alberto Pretto, Les Ballets Trockadero de Montecarlo, nel Lago dei Cigni; 13.-15. Noemi Arcangeli e Hektor Buddla, Aterballetto, Le Corsaire; 16.-18. Noemi Arcangeli e Hektor Buddla, Aterballetto, Hybrid di Philippe Kratz; 19-20. imPerfect Dancers Company, Empty Floor, di Walter Matteini e Ina Broeckx; 21.-23. Eko Dance International Project, Bella Addormentata di Mats Ek; 24.-25. Iker Murillo e Vitali Safronkine, Uniqart Dance Company, in  Matching Thoughts  di Vitali Safronkine; 26.-27. Iker Murillo e Vitali Safronkine, Uniqart Dance Company, in Continuo di Vitali Safronkine; 28. Allievi del Gala Internazionale di Danza Hommage a Marika Besobrasova; 29. gli insegnanti dell’Associazione Internazionale Danza Classica Marika Besobrasova. All’Associazione aderiscono Eva Calanni, Davide De Giorgi, Anna Delvecchio, Samanta Demontis, Antonella Di Lecce, Maria Rosaria Di Lecce, Sabrina Di Lecce, Francesca Franzoso, Veronica Frisotti, Sandra Galati, Luisa Giavotto, Alessandra Gualtiero, Cristina Lucaccini, Jacopo Maggi, Ester Mannato, Elena Molon, Bruno Montaldo, Lucrezia Piattelli, Elena Pillan, Alberto Pretto, Michela Ronda, Simona Tellini e Luca Tonini; 30. gli allievi in platea durante il Gala. Servizio fotografico di Micro e Mega.

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