La recensione

Meritato successo per la Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala al Piccolo Teatro Strehler. Grandi coreografie per i giovani interpreti di domani.

Serata molto bella al Piccolo Teatro Strehler con gli allievi della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri. Le quattro coreografie proposte hanno messo in luce la versatilità e la bravura dei giovani interpreti. Dopo la Présentation ideata da Frédéric Olivieri, la rarissima Variation for Four di Anton Dolin che ha messo in luce la bravura dei quattro giovani solisti: Endi Bahaj, Nicola Barbarossa, Gabriele Consoli e Andrea Risso. Un Ballo di Jiří Kylián ha fatto emergere la versatilità della giovane compagnia mentre il Grand Pas di Paquita ha dato l’occasione per sfoggiare tutto il coté virtuosistico dell’ensemble. Ottimi Caterina Bianchi e Alessandro Cavallo come Paquita e Lucien mentre nel Pas de trois si è apprezzato ancora una volta Andrea Risso affiancato da Linda Giubelli e Alessia Auriemma.

È stata indubbiamente una bella serata quella andata in scena al Piccolo Teatro Strehler e che ha visto come protagonisti gli allievi della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri. Bella innanzitutto per la qualità della danza che abbiamo potuto vedere, quindi ancora una volta una conferma dell’eccellenza della Scuola. Ma bella anche per la scelta del repertorio: un repertorio importante, eclettico, adatto a mettere in mostra non solo le qualità dei giovani interpreti ma anche a saggiarne la versatilità.

Come già lo scorso anno, la serata si è aperta con la Présentation ideata da Frédéric Olivieri sulla musica di Carl Czerny. Non un semplice défilé ma una vera e propria coreografia strutturata in stile neoclassico e che ha coinvolto tutti gli alunni, dal primo all’ottavo corso, mettendone ottimamente in luce i diversi gradi di preparazione.

Una bella sorpresa è stato poter vedere in un teatro italiano Variation for Four di Anton Dolin su musica di Marguerite Koegh. La coreografia venne creata nel 1957 per il London Festival Ballet, ovvero l’odierno English National Ballet, ed entra oggi nel repertorio della Scuola di Ballo ripresa da Maina Gielgud (storica partner di Rudolf Nureyev e Principal del London Festival Ballet dal 1972) e da Jelko Yuresha, anch’esso danzatore del London Festival Ballet nonché curatore di produzione, progetto, allestimento e costumi. È senz’altro vero che il referente di Variation for Four è il celebre Pas de Quatre di Jules Perrot, riallestito proprio da Anton Dolin nel 1941. Tuttavia occorre anche dire che questa coreografia è frutto dei propri tempi: un tempo maturo per poter ‘parlare solo al maschile’ (ricordiamo infatti che questo numero è danzato da quattro ballerini, al contrario del Pas de Quatre di Perrot pensato per Lucile Grahn, Carlotta Grisi, Fanny Cerrito e Maria Taglioni) dopo il dominio incontrastato della ballerina nel mondo del balletto.

È anche una coreografia che arriva dopo l’esperienza della danza neoclassica di George Balanchine: una danza quindi pur sempre di base classica ma pronta a mettersi in gioco alla ricerca di nuove soluzioni. Come per quasi tutti i balletti di Mr B, anche in Variation for Four di Dolin non c’è alcuna intenzione narrativa ma solo una danza che vuole raccontare se stessa e della propria attrattiva. L’impronta di grandeur che caratterizza la danza di ascendenza balanchiniana è ravvisabile anche nei costumi creati da Jelko Yuresha che rimandano allo sfavillio dei costumi ideati da Karinska (si pensi solo a Jewels), l’amatissima costumista di Balanchine.

Come già accennato, la danza è stata di altissimo livello e tutti i quattro interpreti, tutti diplomandi dell’8° corso tenuto dal Maestro Paolo Podini, si sono rivelati all’altezza. Endi Bahaj ha mostrato bella tecnica, linee pulite ed un naturale indole da danseur noble. A Nicola Barbarossa è toccata la parte più pimpante ed energica della coreografia, giocata sul continuo uso dei salti e della batteria: ha esibito una tecnica vibrante e vivace unita ad un bel temperamento scenico. Molto bene anche Gabriele Consoli che ha saputo ben coniugare il virtuosismo ad una padronanza della scena davvero non scontata per un interprete così giovane. Indubbiamente bellissimo ed altrettanto bravo Andrea Risso impegnato nella variazione dal sapore più aulico dove si è distinto per l’eleganza delle linee, la presenza scenica e la tecnica nobile.

È stata poi la volta di Un Ballo di Jiří Kylián. Così Kylián parla della sua creazione: «Una danza fatta per la musica, da prendere come esercizio di musicalità e di intesa tra un ballerino e una ballerina». Quindi un Kylián lontano da tutto l’universo emozionale che il grande coreografo ceco ci ha fatto conoscere. Un Ballo (nato nel 1991 per il NDT2, la giovane sezione del Nederlands Dans Theater) è per l’appunto una coreografia dove saggiare e mettere alla prova lo stile degli interpreti, la musicalità e il jeu fra le coppie che popolano la scena. Sono i corpi degli interpreti che fanno da padroni su una scena vuota e sormontata solamente da una graticola con candele: sono corpi sbalzati dalle luci soffuse e che quindi saltano quasi di prepotenza all’attenzione dello spettatore. I giovani allievi della Scuola hanno fatto bella mostra in questa danza fatta di linee nette e di prese quasi sempre in movimento.

Chiusura in grande stile con estratti da Paquita di Marius Petipa, già portato in scena dalla Scuola scaligera nel 2014, un balletto dove anche quest’anno la giovane compagnia ha potuto dar sfoggio del proprio bagaglio tecnico. È stata una scelta bellissima quella di includere nuovamente questo sfarzoso (e, diciamolo pure, complessissimo) numero a fine serata. Innanzitutto in Italia è un balletto poco conosciuto, se non sconosciuto: quindi una bell’occasione per vederlo rappresentato. È il caso di un balletto che visse due vite perché nacque a Parigi nel 1846 ma fu rimontato a più riprese da Petipa a San Pietroburgo. Il Grand Pas di Paquita, interpolato da Petipa nel 1881, è poi un brano che fa da cerniera tra il balletto romantico propriamente inteso e il futuro balletto neoclassico: celebri a questo proposito le parole di William Forsythe che proprio in questo Grand Pas individua il prototipo del balletto balanchiniano.

Deliziosi i bimbi nell’esecuzione della Polonaise così come l’intero corpo di ballo. Caterina Bianchi, diplomanda dell’ 8° corso, come Paquita ha mostrato una tecnica scaltrita, tanto nel lavoro par terre quanto nel virtuosismo acceso e concitato. Molto bene anche Alessandro Cavallo, promettente allievo del 7° corso: nei panni di Lucien oltre ad essere un partner premuroso e attento è stato un ottimo interprete. Ancora una volta si è apprezzata la bella prova di Andrea Risso nel Pas de trois, affiancato da Linda Giubelli e Alessia Auriemma che hanno saputo valorizzare lo stile più raccolto e soffuso riservato ai propri numeri solistici.

Gli applausi sono stati tanti, prolungati e sinceri per tutti.

Segnaliamo due importanti appuntamenti per la Scuola di ballo. Sabato 22 aprile 2017 gli allievi porteranno in scena per prima volta al Teatro alla Scala di Milano, Cenerentola, balletto ispirato alla nota fiaba di Perrault nella riuscita versione coreografica del direttore Frédéric Olivieri su musiche di Sergej Prokof’ev eseguite dal vivo dall’Orchestra dell’Accademia diretta da David Coleman. Mercoledì 3 maggio 2017, i migliori allievi della Scuola di ballo scaligera, al fianco degli allievi della Jacqueline Kennedy Onassis School dell’American Ballet Theatre e dell’Accademia Agrippina Vaganova di San Pietroburgo, saliranno nuovamente sul palco del Teatro alla Scalain un Gala internazionale a favore della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus per i bambini di Haiti. L’intero ricavato della serata sarà devoluto all’Ospedale pediatrico Saint Damien di Haiti, progettato e realizzato dalla Fondazione Francesca Rava.

Matteo Iemmi

20/04/2017

Foto: 1. Scuola di ballo Accademia Teatro alla Scala, Présentation di Frédéric Olivieri, ph. Stefania Mantelli; 2. da sinistra: Gabriele Consoli,  Nicola Barbarossa, Andrea Risso e Endi Bahaj, Variation for Four di Anton Dolin, Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala, ph. Stefania Mantelli; 3. Un ballo di Jiři Kylian, Scuola di ballo Accademia Teatro alla Scala, ph. Giulia Baresi; 4. Un ballo di Jiři Kylian, Scuola di ballo Accademia Teatro alla Scala, ph. Stefania Mantelli; 5. Caterina Bianchi e Alessandro Cavallo, Paquita, Scuola ballo Accademia Teatro alla Scala; 5.-6. Caterina Bianchi, Paquita, Scuola ballo Accademia Teatro alla Scala, ph. Stefania Mantelli; 6.-7. Caterina Bianchi, Paquita, Scuola ballo Accademia Teatro alla Scala.

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