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Paolo Mangiola nuovo direttore artistico di ŻfinMalta Dance Ensemble

Il danzatore e coreografo Paolo Mangiola è il nuovo direttore artistico di ŻfinMalta Dance Ensemble, compagnia nazionale maltese di danza contemporanea. Forte di lunga esperienza in Italia e all’estero (Aterballetto, Wayne McGregor | Random Dance), Mangiola è dal 2015 coreografo associato del Balletto di Roma, oltre che guest teacher presso l’English National Ballet School. Scelto tra oltre sessanta candidati, subentra dal prossimo settembre al direttore uscente Mavin Khoo. Nell’articolo ci parla della nomina, del progetto per il prossimo triennio di direzione artistica, dei suoi danzatori ideali e delle nuove responsabilità. E ancora, degli incontri importanti della sua vita e del suo dovere d’artista.

Calabrese d’origine e londinese d’adozione, Paolo Mangiola è un artista che ama esplorare il mondo, spinto da sempre da un desiderio profondo di libertà e conoscenza. Il suo è un percorso esemplare, quello di chi riesce a costruire il proprio bagaglio con intelligenza senza adagiarsi sui successi e senza rinunciare al primo ostacolo.

Già danzatore, nei primi anni Duemila, per alcune delle maggiori compagnie nazionali e internazionali (Aterballetto, sotto la direzione di Mauro Bigonzetti, Tanztheater Nürnberg e WM|Random Dance), Paolo Mangiola rivela presto un talento creativo che non sfugge al coreografo Wayne McGregor: stimolato dalla collaborazione con l’artista inglese, Paolo Mangiola inizia ad elaborare il proprio linguaggio interrogandosi sui codici della danza e l’ordinarietà del gesto. Da quel momento, un cammino inarrestabile: nascono i lavori per il Royal Ballet al Linbury Studio – Covent Garden e quelli al The Place e al Sadler’s Wells di Londra, le performance per gallerie d’arte contemporanea e spazi urbani in Germania e Norvegia, e la coreografia per il video Mine, diffuso dalla piattaforma culturale Nowness, che diventa in poco tempo un successo virale in rete.

 

Nel 2013 crea per il Balletto di Roma la coreografia Race Race, che inaugura una fruttuosa collaborazione con la compagnia: nel 2014 debutta a Londra con We/Part, lavoro nato dalla residenza presso Royal Opera House e nel 2015, dopo la nomina a coreografo associato, crea per le danzatrici dell’ensemble romano la coreografia Fem (con debutto al Belgrade Dance Festival); nello stesso anno partecipa come interprete alla coproduzione internazionale Figure a Sea di Deborah Hay per Cullberg Ballet. Contemporaneamente, è guest teacher di coreografia presso l’English National Ballet School e l’Università di Malta, oltre che responsabile della sezione contemporanea della Scuola del Balletto di Roma.

Oggi per Paolo Mangiola c’è un nuovo traguardo professionale: lo scorso maggio è stato nominato direttore artistico di ŻfinMalta Dance Ensemble, compagnia nazionale maltese di danza contemporanea; la nomina, già ufficiale, sarà effettiva a partire dal prossimo settembre 2017 quando Paolo subentrerà all’ex direttore Mavin Khoo.

Con entusiasmo ci parla della selezione che lo ha portato, a soli 38 anni, ad essere scelto tra decine di candidati da tutto il mondo: “In vista della scadenza, a luglio 2017, della direzione di Mavin Khoo, è stata diffusa all’inizio dell’anno una open call internazionale; avendo collaborato con l’Università di Malta, conosco bene il territorio e la voglia che il paese ha di cambiare e crescere artisticamente, soprattutto nella danza. Ho deciso dunque di affrontare la sfida, non solo per tentare un ulteriore passo in avanti nella mia carriera, ma per un profondo interesse nei confronti di questa esperienza. Dopo le prime selezioni su una sessantina di partecipanti, sono arrivato tra i cinque candidati finali: sono stato invitato a Malta per una sessione creativa con la compagnia, oltre che per presentare un piano strategico triennale. Il mio progetto, che ha come obiettivo quello di continuare a coltivare sul territorio la cultura della danza contemporanea, è stato particolarmente apprezzato e mi ha portato ad essere scelto come nuovo direttore artistico della compagnia. Si è trattato di un processo del tutto naturale e trasparente, come del resto dovrebbe essere sempre”.

Una nomina inattesa ma desiderata, su cui Paolo Mangiola ha investito grande impegno e che considera in linea con le recenti esperienze professionali: “Dopo il percorso al Balletto di Roma, in qualità di coreografo associato, sento la necessità di continuare a comprendere come sia possibile, attraverso un’istituzione, introdurre un modo di ‘fare’ danza che sia vicino alle necessità contemporanee. Desidero trovare i contesti giusti in cui dare il mio contributo per innestare nuove idee all’interno di strutture regolate da molteplici tipi di forze, politiche e volontà”.

Tra i progetti per il triennio, quello di ottimizzare il lavoro del direttore uscente, inserendo progressivamente nuovi elementi in grado di far crescere l’ensemble: “Voglio analizzare, in modo oggettivo e meticoloso, quanto è già stato costruito, per valorizzare gli elementi che hanno funzionato ed eventualmente bilanciare gli altri. Si tratta del resto di una giovane compagnia, nata tre anni fa per il desiderio del governo maltese di dare vita ad un’istituzione nazionale di danza. Trovo interessante che abbiano scelto di investire non su una compagnia di danza classica, ma sul repertorio contemporaneo e su un gruppo nuovo, con l’obiettivo di nutrire il dialogo tra la danza e quello che accade ‘fuori’, nella società e nel mondo. Il progetto è ambizioso, ma il mio obiettivo è quello di consolidare il più possibile quanto è stato fatto e far crescere la struttura offrendo ai danzatori e ai collaboratori la possibilità di acquisire nuove competenze professionali affinché ŻfinMalta diventi un punto di riferimento in Europa”.

Nel video, alcuni estratti dalle produzioni recenti di ŻfinMalta Dance Ensemble

Con l’ampia esperienza di danzatore alle spalle, Paolo Mangiola ha le idee chiare per quel che riguarda gli interpreti della sua compagnia: “Cerco danzatori ‘emancipati’, che siano in grado di contribuire al processo creativo che intendo proporre e che abbiano anche altri stimoli e passioni oltre la danza. Non mi interessa solo il background tecnico accademico, cerco nei ballerini la capacità di coordinare il corpo e dominare il movimento. Per questo offrirò loro un training diversificato, associando al classico le pratiche funzionali alle creazioni e fornendo molteplici strumenti tecnici, fisici e compositivi”. Artisti ‘aperti’ e ‘consapevoli’, come lo stesso Paolo ha sempre dimostrato di essere: “Fino a pochi anni fa si pensava che gli artisti fossero dei bohémien, interessati solo alla creazione e alla contemplazione, e dunque inadatti ad essere leader di istituzioni e grandi strutture organizzate. Oggi non è più così: noi artisti siamo esposti da subito alle leggi del mercato, sappiamo come funziona e abbiamo gli strumenti per condurne il meccanismo dal punto di vista manageriale. Questa nomina non è dunque solo una mia personale vittoria, è un segnale che l’artista è ormai equipaggiato per assumere la leadership e possiede, come marcia in più, la vocazione artistica”.

Nel piano di lavoro, la costruzione per ŻfinMalta di un nuovo repertorio e progetti per il pubblico: “Manterrò alcuni dei lavori già prodotti, quelli che trovo ancora freschi e rilevanti, e proporrò creazioni originali nelle quali coinvolgerò i danzatori della compagnia. Conto di portare in scena, ogni anno, una mia nuova creazione e quelle dei coreografi ospiti. Cercherò di costruire un repertorio che dia l’opportunità al pubblico locale di comprendere il nostro lavoro, di partecipare e di essere orgoglioso della compagnia nazionale. Un pubblico ad oggi ancora legato alla danza tradizionale, ma incline alle novità, che condurrò in maniera gentile verso i molteplici linguaggi della danza contemporanea. Desidero che progressivamente diventi consapevole dell’importanza della danza come strumento di crescita e veicolo di valori come la connessione tra individui, l’empatia, la libertà. La danza contemporanea può essere complessa, ma non è impenetrabile, è composta di molteplici strati di senso e bisogna lasciare che i contenuti emergano spontaneamente. Ogni spettatore può trovarvi il proprio significato secondo le competenze, lo stato d’animo, la sensibilità individuale”.

Attenzione al territorio dunque, ma anche apertura internazionale: “Quello che la compagnia intende fare nei prossimi anni è aprirsi a partner che ne condividano i valori e creare un ponte con l’Europa, con i paesi del Mediterraneo e con quelli del Nord Africa che ad oggi hanno avuto meno opportunità di far sentire la propria voce. Nel campo della formazione, sto progettando workshop per danzatori e attività per connetterci con le comunità locali, ma anche l’ospitalità periodica di artisti e professionisti di diversi ambiti, come drammaturghi, registi, esperti di composizione coreografica, per dare l’opportunità ad ogni singolo danzatore di esplorare e costruire la propria pratica artistica”.

Pronto al nuovo ruolo, Paolo Mangiola non appare intimorito dalle responsabilità all’orizzonte: “So di avere una grande opportunità e di dover affrontare doveri e contesti del tutto nuovi, ma so anche che le mie scelte non saranno mai casuali, saranno il frutto di dialogo e decisioni condivise con persone di cui mi fido pienamente. Il mio triplice profilo di danzatore, coreografo e direttore mi sarà d’aiuto perché mi consente di essere informato su diversi fronti delle necessità degli interpreti, dell’aspetto artistico delle produzioni, delle necessità del mercato e degli interessi del pubblico. L’importante è saper modulare questi aspetti, trovare l’equilibrio affinché funzionino”.

Il prossimo trasferimento a Malta imporrà a Paolo la momentanea sospensione degli impegni romani e londinesi: “Desidero trasferirmi perché penso che sia responsabilità del direttore artistico essere costantemente presente in tutte le fasi di sviluppo dei progetti, accanto ai danzatori e ai collaboratori della compagnia. Di certo porto con me l’esperienza formativa acquisita al Balletto di Roma, dove ho avuto modo di vedere da vicino e comprendere le scelte che, in una grande compagnia, devono essere prese dal punto di vista artistico e organizzativo. Lavorare accanto al direttore generale e al direttore artistico (Luciano Carratoni e Roberto Casarotto, ndr) è stata per me una grande opportunità di crescita, di cui sono estremamente grato. In questi anni ho avuto modo di condividere con loro le mie idee artistiche attraverso un dialogo aperto e sincero, un’esperienza sul campo che sono certo mi sarà utile a Malta. Spero in ogni caso di dare avvio ad attività di collaborazione e gemellaggio con le compagnie e le istituzioni italiane, siamo aperti ad ogni possibile invito purché in accordo con i nostri valori di condivisione e dialogo”.

Pur giovanissimo, Paolo Mangiola ha incontrato alcuni dei maggiori protagonisti della coreografia internazionale e ha collezionato esperienze nei più importanti contesti artistici contemporanei; alla vigilia di un nuovo passo professionale, la sua gratitudine abbraccia non solo i grandi nomi, ma tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito alla sua crescita: “Ognuno mi ha insegnato qualcosa: il mio compito è sempre quello di prendere un attimo per riflettere su quanto le persone che ho di fronte (coreografi, maestri, direttori, spettatori o studenti) possano aiutarmi a crescere e quanto, a mia volta, possa fare per loro. Certamente ci sono stati dei momenti di svolta nel mio percorso e incontri fondamentali, come quello con Susanna Beltrami, con Mauro Bigonzetti, con Wayne McGregor. Recentemente, è stato illuminante lavorare con Deborah Hay, con la quale ho trovato sorprendenti similitudini; la sua pratica dà l’opportunità ad ogni singolo performer di acquisire l’autonomia di scelta e dunque la consapevolezza di comporre il proprio percorso. Se questo discorso lo riportiamo all’esterno della coreografia, nella vita di ogni giorno, diventa ancora più rilevante: ognuno di noi è responsabile di scelte individuali che hanno poi una ricaduta sociale e politica; quello che dobbiamo fare è dunque procurarci gli strumenti per diventare individui autonomi e consapevoli”.

Nel video, un estratto da Figure a Sea di Deborah Hay per Cullberg Ballet. Paolo Mangiola è tra gli interpreti della coreografia.

 

Tra gli impegni imminenti di Paolo Mangiola, le coreografie per Valletta 2018 Capitale Europea della Cultura, un grande evento che si svilupperà in quattro ampie piazze maltesi: “Sono felice per questa opportunità che Malta mi sta offrendo e spero sia uno stimolo anche per tutti i giovani artisti italiani affinché continuino ad approfondire la danza e a farla crescere. In questo lavoro conta la passione, una forte motivazione e la voglia di chiederci ogni giorno perché lo amiamo così tanto. Il mio consiglio per tutti, in particolare per i più giovani, è quello di porsi sempre delle domande, di informarsi per sapere cosa accade intorno a noi e incontrare persone che riescano ad ispirarci e insegnarci qualcosa che non conosciamo”.

Da parte nostra, auguriamo buon lavoro a Paolo Mangiola e attendiamo con interesse di conoscere i prossimi progetti di ŻfinMalta Dance Ensemble.

Lula Abicca

12/08/2017

Foto: 1. Paolo Mangiola, ph. Matteo Carratoni; 2. Paolo Mangiola e i danzatori del Balletto di Roma durante le prove di WePart, 2014, ph. Matteo Carratoni; 3.-4. i danzatori del Balletto di Roma durante le prove di WePart di Paolo Mangiola, 2014, ph. Matteo Carratoni; 5. Paolo Mangiola presso Royal Opera House durante la residenza artistica del 2014 con il Balletto di Roma, ph. Matteo Carratoni; 6.-7. Paolo Mangiola e i danzatori del Balletto di Roma presso la Royal Opera House, 2014, ph M. Carratoni; 8.-10. 3 WePart di Paolo Mangiola, 2014, ph. Matteo Carratoni; 11. Paolo Mangiola e Deborah Hay, Cullberg Ballet 2015; 12. Paolo Mangiola al Balletto di Roma 2015; 13. Paolo Mangiola, Istituto Italiano di Cultura a Belgrado 2016; 14.-15. Fem, coreografia di Paolo Mangiola, Balletto di Roma 2016, ph. M. Carratoni; 16. Paolo Mangiola al Balletto di Roma 2016; 17. Zfin Malta in Tlieta, 2016; 18. Zfin Malta Dance Ensemble in Bahr di Mavin Khoo, 2017; 19. Paolo Mangiola.

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