La recensione

Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. Ottima prova degli allievi al Saggio Spettacolo 2018

Il Saggio Spettacolo 2018 della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi, andato in scena al Costanzi di Roma, rivela un ottimo livello tecnico e interpretativo dei giovani allievi: salda base tecnica, presenza scenica, espressività, affiatamento dell’ensemble. Tre le coreografie in programma: Note allo Specchio di Manuel Paruccini, Se creo con te di Mauro Astolfi e Il flauto magico di Alessandra delle Monache. Applausi per tutti i corsi, in particolare per i diplomati 2018, futuri professionisti nei teatri italiani e internazionali. Una serata coinvolgente che chiude un anno intenso per la Scuola dell’Opera, forte di una squadra di docenti sempre più affiatata.

Puntuale come ogni anno, il Saggio Spettacolo di fine anno accademico della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, diretta da Laura Comi, ha acceso le luci del Teatro Costanzi sui talenti del nostro futuro balletto: preceduto da grande attesa, l’evento testimonia l’attenzione del pubblico e della critica verso la storica scuola romana, che continua ad onorare la propria tradizione plasmando nuove e brillanti generazioni di artisti.

Ci aveva colpito, lo scorso anno, una particolare cura nelle scelte coreografiche che ci facevano intravedere l’armonia e la precisione di un futuro corpo di ballo; non è un caso che la direttrice del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma Eleonora Abbagnato abbia deciso di inserire nella nuova Stagione di Balletto 2018/2019 il bellissimo brano di Giorgio Mancini, Danzo, nato proprio per gli allievi della scuola e prossimamente in scena al Teatro Costanzi in una nuova e ampliata versione per l’intero corpo di ballo (Serata Philip Glass, dal 29 marzo al 2 aprile 2019). Un bel segnale di continuità tra la Scuola di Danza e la Compagnia, in linea con un lungimirante progetto di formazione professionale.

Lo spettacolo di quest’anno, accanto alla consueta attenzione nella scelta dei pezzi, rivela nei singoli corsi un livello tecnico e interpretativo decisamente alto, dimostrando l’ottimo lavoro di docenti e allievi. Un impegno premiato dall’eccellente esito della serata, che ha evidenziato l’assiduo studio dei giovani su diversi aspetti dell’esibizione: salda base tecnica, presenza scenica, espressività, affiatamento dell’ensemble.

In apertura di serata, la coreografia di Manuel Paruccini dal titolo Note allo Specchio. Primo ballerino dell’Opera di Roma (è di poche settimane fa il suo addio alle scene in occasione della rappresentazione di Manon di Kenneth MacMillan), Manuel Paruccini porta ai giovani della scuola la passione che l’ha reso un indimenticabile interprete, attraverso la composizione di una coreografia deliziosa, estremamente musicale e perfettamente disegnata sulle abilità di ogni studente. Sulle note di Franz Joseph Haydin, si alternano gli allievi degli otto corsi accademici, tra sequenze di gruppo, assoli e passi e due. Amiamo in particolare le prese in volo delle fanciulle dei corsi avanzati, che ricadono poi morbidamente, accompagnate da saldi e pronti porteur; così come alcuni dettagli stilistici che arrotondano il gesto e ampliano il movimento, restituendo il senso del continuo e circolare fluire del tempo. Ottime le sincronie e le sequenze ‘a canone’, che arricchiscono un brano dal disegno elegante e pulito, eseguito con inappuntabile disciplina da tutti gli allievi.

Nota di merito ai piccoli dei primi corsi, sorprendentemente sicuri nella tecnica e nella gestione dello spazio scenico. Da segnalare, i nove diplomati 2018, Maria Filomena Arcuri, Maria Vittoria Frascarelli, Alice Manca, Zeudi Testa, Filippo Di Ciocchis, Nicola Di Vico, Matteo Iaconi Farina, Mattia Ignomirello e Filippo Terrinoni: ognuno di loro ci colpisce con specifiche abilità tecniche ed interpretative, che ne caratterizzano ed esaltano ogni singolo passaggio.

Nicola Di Vico, da noi più volte segnalato in questi anni di formazione, è principe del palcoscenico, danzatore dal salto prodigioso, sospeso in aria, e dal regale aplomb. Fin troppo facile prevedere per lui una carriera da primo ballerino. E il suo talento non è sfuggito agli occhi della Commissione dell’Opéra di Parigi nella recente audizione che lo ha premiato e subito ingaggiato. Ci riempie dunque di gioia la notizia della sua prossima partenza per l’Opéra de Paris per la sua prima esperienza da professionista: un grande inizio che farà ulteriormente sbocciare il suo innato talento, splendidamente nutrito in questi anni dal centro di formazione romano. Ma questa partenza ci riempie anche di amarezza. Nicola è un altro talento che vola oltalpe per la miopia delle leggi italiane. Nicola, classe 2000, compirà 18 anni il prossimo 27 agosto. Proprio per la sua giovane età non ha potuto partecipare alle audizioni per il Corpo di ballo dell’Opera di Roma ma solo a quella dell’Opéra di Parigi che ammette in organico danzatori e danzatrici dai 16 anni in su. Ci auguriamo di vederlo nuovamente sul palco del Costanzi nei prossimi anni.

Nelle fila del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma troveremo invece, il prossimo anno, un altro diplomando, Filippo Terrinoni, danzatore sicuro, dal giro e dal salto puntuale, ottimo solista e porteur.

Il secondo brano della serata, Se creo con te di Mauro Astolfi, racchiude già, nell’ipotesi contenuta nel titolo, la promessa di uno scambio creativo tra i giovani ballerini dei corsi intermedi e superiori e il coreografo, uno scambio che ci sembra ancora una volta raggiungere esiti sorprendenti. Se dopo il primo anno di lavoro ci colpiva l’intraprendenza espressiva e l’abilità di improvvisazione degli allievi, a due anni dall’inizio del percorso di studi con Mauro Astolfi il gruppo risulta maturato su più livelli rivelando non pochi talenti. Il movimento frammentato, immagine di una giovinezza inquieta, forse ribelle ma profondamente volitiva, dà vita ad un sistema di incontri e di fughe, provvisori incastri e curve inattese di liberazione. Ci rassicura scoprire tanta maturità comunicativa in danzatori giovanissimi e di nuovo ci sorprende la fluidità di movimento e l’abilità creativa dell’intero gruppo: merito del coreografo e della ricettività dei ragazzi dell’Opera, tra i quali segnaliamo Francesco Curatolo, allievo del settimo corso dal gesto deciso e di straordinaria presenza, insieme a Filomena Arcuri, Maria Vittoria Frascarelli, Filippo Terrinoni.

Chiusura in grande stile con Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart con la coreografia di Alessandra Delle Monache, che oltre ad aver realizzato quadri di raffinata composizione, modellati con cura sulla celebre trama, ha l’ulteriore merito di aver messo in evidenza il talento dei singoli interpreti. «Il flauto magico si presta a tante interpretazioni – racconta la coreografa a proposito della creazione – racchiude al tempo stesso una favola popolare, una storia ricca di allegorie e simboli, un connubio di idee sagge e luminose e di vicende puerili servite su uno sfondo di ‘effetti speciali’ e di ‘magia’. Ho ritenuto che fosse significativo sviluppare e approfondire con le giovani allieve e allievi della Scuola di danza dell’Opera di Roma il messaggio edificante, morale e filosofico contenuto nel Flauto magico e raccontare coreograficamente il ‘percorso iniziatico di Tamino’».

Splendida prova nel ruolo di Pamina per Martina Quintiliani, allieva del settimo corso: dotata di linee sinuose e di una caratteristica solarità interpretativa, Martina Quintiliani ha l’aura di una futura stella; attendiamo con curiosità le sue prossime esibizioni, soprattutto in vista del diploma del prossimo anno. Ottimo, nel ruolo del protagonista Tamino, Nicola Di Vico, che qui mostra grande espressività rappresentando con cura le avventure e gli stati d’animo del suo personaggio. Bravo Mattia Ignomirello, da noi già apprezzato in altre occasioni per una caratteristica morbidezza di movimento associata a precisione tecnica, che qui ci travolge nel ruolo di Monostatos con inatteso talento d’attore. Bene Filomena Arcuri e Filippo Terrinoni, abili Papagena e Papageno, insieme a Maria Vittoria Frascarelli, carismatica Astrifiammante, e Matteo Iaconi Farina, convincente Sarastro. Da segnalare, i tre Genietti, interpretati dalle giovanissime Valeria Bove, Ai Ezoe e Valentina Stefani, impeccabili in ogni passaggio. Nota di merito a tutti i ballerini in scena per la naturalezza dell’interpretazione (una peculiarità della scuola capitolina più volte evidenziata) e per l’esecuzione tecnica anche in questo brano coreografico.

Una serata coinvolgente che chiude un anno intenso per la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, forte di una squadra di docenti sempre più affiatata: Lia Calizza, Silvia Curti, Ofelia Gonzales, Alessandro Bigonzetti, Alessandro Molin, Pablo Moret, Gerardo Porcelluzzi, Gaia Straccamore, Mauro Astolfi, Valentina Canuti, insieme ai maestri Giuseppe Annese, Sergio Di Giacomo, Alice Michahelles, Samuel Tanca, Stefano Lenci.

In attesa del nuovo anno accademico, ci congratuliamo con i diplomati 2018, con l’augurio per tutti di una luminosa carriera.

Lula Abicca e Francesca Bernabini

30/07/2018

Foto: 1.-16. Note allo specchio di Manuel Paruccini, Scuola di Danza Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama; 17.-24. Se creo con te di Mauro Astolfi, Scuola di Danza Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama; 25.-40.Il flauto magico di Alessandra Delle Monache, Scuola di Danza Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama; 41.-44. saluti finali, saggio spettacolo Scuola di Danza Teatro dell’Opera di Roma, ph. Yasuko Kageyama.

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