La recensione

Serata Picasso Massine al Teatro Grande degli Scavi di Pompei: quadri danzati di assoluta bellezza.

Accolto con calorosi applausi al Teatro Grande degli Scavi Archeologici di Pompei il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato in una serata firmata Pablo Picasso e Léonide Massine. In scena Parade e Pulcinella, due titoli Ballet Russes di Diaghilev riproposti per celebrare il centenario del viaggio in Italia compiuto da Picasso nella primavera del 1917. In Parade, balletto che fonde in’unica opera più avanguardie, si sono distinti Michele Satriano, Sara Loro, Manuel Paruccini e Cristina Mirigliano. In Pulcinella, che trae spunto dalla città di Napoli e dalla Commedia dell'arte, ben calati nei ruoli Claudio Cocino, Rebecca Bianchi, Marianna Suriano, Elena Bidini, Giacomo Luci, Giuseppe Depalo e Marco Marangio. Plauso anche ai piccoli Pulcinella, allievi del Lyceum Regionale della Danza diretto da Mara Fusco.

Si è conclusa lo scorso 10 luglio al Museo di Capodimonte di Napoli e all’ Antiquarium di Pompei,  la mostra Picasso e Napoli: Parade, inaugurata l’8 aprile 2017. L’evento ha lanciato il progetto Picasso-Mediterraneo promosso dal Musée National Picasso-Paris per celebrare il centenario del viaggio in Italia compiuto dal pittore andaluso durante la primavera del 1917.

Il titolo della mostra era dedicato all’opera più grande mai realizzata su tela da Picasso, ossia il sipario creato per il balletto Parade, di cui curò anche scene e costumi, ed andato in scena in prima assoluta al Théâtre du Châtelet di Parigi il 18 maggio 1917 coi Ballet Russes di Diaghilev.

Il monumentale sipario (1060 x 1724 cm) ha salutato la sala borbonica di Capodimonte che lo ha ospitato nei mesi trascorsi ed è giunto a Pompei sul palcoscenico del Teatro Grande degli Scavi Archeologici, insieme ai primi ballerini ed al Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato per la Serata Picasso Massine in scena dal 27 al 29 luglio 2017.

Una location d’eccezione per un balletto d’eccezione, ideato dal coreografo Léonide Massine su libretto del poeta Jean Cocteau e musiche di Erik Satie.

La ripresa coreografica per il Teatro dell’Opera è di Lorca Massine, figlio di Léonide Massine, mentre le scene e i costumi di Picasso sono stati riprodotti minuziosamente da Maurizio Varamo e Anna Biagiotti.

Assistere al riallestimento di una pietra miliare quale è Parade, non è un semplice momento di incontro e scambio fra amatori o intenditori di danza, bensì rappresenta un’ottima occasione per sfogliare una pagina importante di storia del balletto, in particolare quel balletto di radice modernista proprio del periodo a cavallo fra il XIX e XX secolo.

Difficile infatti scrivere di Parade senza prima aver analizzato il contesto storico ed intellettuale che lo ha visto nascere.

In anni grigi come quelli scossi dal primo conflitto mondiale, la fusione dei linguaggi artistici diventa un’arma per beffarsi dei problemi e della morte, “facendo scandalo” e mettendo in discussione i valori dell’epoca a favore del rinnovamento e di una definitiva rottura col passato.

Il balletto è frutto infatti non solo di un’esperienza di viaggio e suggestioni vissuti da un gruppo di  artisti rivoluzionari (ad accompagnare Picasso nel soggiorno tra Roma, Napoli e Pompei  furono gli stessi Massine, Cocteau e Diaghilev) ma della commistione di diverse tendenze culturali espresse attraverso le arti compositive, figurative e coreutiche.

Di ispirazione dadaista è il libretto scritto da Cocteau, decisamente stravagante e lontano dalla logica razionale, più affine ad un realismo moderno privo di trama specifica, che urta col lirismo un po’ bohème dei personaggi dipinti sul sipario.

Il soggetto scelto è tra i preferiti di Pablo Picasso, ovvero quello circense ed è proposto con una squisita ironia grottesca.

Parade descrive una parata di artisti che si esibiscono in strada fuori dal loro tendone, presentati da due Manager, uno americano e l’altro europeo, con lo scopo di attirare più spettatori possibili. Si alternano le esibizioni di un Prestigiatore cinese, di un Cavallo ( un duo di ballerini che danzano senza musica indossando un costume pesantissimo), di una Ragazza americana e di una coppia di Acrobati. Il finale è malinconico poiché il pubblico non avrà più bisogno di comprare il biglietto per assistere allo spettacolo, perché questo gli è già stato offerto gratuitamente come dimostrazione.

L’opera di Léonide Massine è come un grande libro d’arte illustrato, un enorme pop-up firmato Picasso in cui è possibile leggere lo stampo poliedrico di una società post-bellica in cambiamento.

Il balletto è certamente intriso di cubismo, lo si nota dai costumi disegnati per i ruoli del Manager di New York, del Manager europeo, e del  Cavallo, i più  alti esempi di arte cubista mai introdotti in teatro, ma non mancano di certo influssi futuristi. Si pensi agli abiti degli Acrobati, alla danza “robotica” del Prestigiatore cinese ed al fatto che le scene furono realizzate col contributo del pittore Carlo Socrate, noto esponente della corrente futurista in Italia.

Terzo punto da prendere in considerazione e che elegge Parade a manifesto d’avanguardia è il genere coreutico-musicale che vi si ritrova al suo interno.

Dal music-hall al mood hollywoodiano (la variazione danzata dalla Ragazza americana), dalle acrobazie al pas de deux accademico, passando per il “pas réaliste” del Cavallo − come lo definì scherzosamente Apollinaire − accompagnati dall’improbabile partitura di Satie, carica di suoni strimpellanti estratti dalla vita quotidiana, tintinnii, pause e note prese in prestito dal jazz.

Questa incredibile pièce strutturata in un unico atto breve conduce i Ballet Russes di Diaghilev verso linee stilistiche di tipo cosmopolite, diametralmente opposte a quelle presentate fino ad allora nei teatri di tutta Europa, legate a temi favolistici ed esotici della tradizione russa, divenendo un vero e proprio manifesto delle avanguardie surrealiste.

I ballerini del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sono in perfetta sintonia con i ruoli che ricoprono: puntano dapprima sul movimento naturale e personale, e poi sull’energia  e sul carattere dei singoli passi. Ottimi Michele Satriano e Sara Loro nel passo a due degli acrobati, Manuel Paruccini nell’inquietante ruolo del prestigiatore cinese e Cristina Mirigliano in quello della capricciosa ragazza americana.

La Serata Picasso- Massine agli Scavi di Pompei prosegue con un secondo titolo creato tra il 1919 ed il 1920 e rappresentato per la prima volta al Teatro dell’Opera di Parigi: Pulcinella.

Il titolo originale della partitura musicale è Ballet avec chant Pulchinella (Musique d’après Pergolesi), composto stavolta da Igor Stravinskij. La destinazione strumentale di quest’opera è per orchestra e voci soliste: soprano, tenore, basso.

I testi dei brani vocali parlano di sentimenti amorosi ma non sono direttamente legati all’azione coreutica pensata da Léonide Massine, il quale per sopperire alla mancanza di espressione dovuta alla maschera di Pulcinella, crea delle coreografie incentrate sulla pantomima ed ispirate ai movimenti dei burattini.

Pablo Picasso cura nuovamente l’allestimento ed i costumi, affascinato dalle bellezze paesaggistiche del capoluogo campano. La scenografia, sempre di gusto cubista, richiama i portoni ed i vicoli di Napoli, precisamente uno scorcio che si affaccia su un Vesuvio illuminato dalla  luna e attorniato da un cielo stellato.

A differenza di Parade, Pulcinella narra una vicenda che trae spunto dagli spettacoli della  Commedia d’arte italiana e dal teatro delle marionette.

Caviello e Florindo cercano di corteggiare Rosetta e Prudenza le quali ammiccanti si sporgono dalle finestre di un abitazione. Le due fanciulle sono però invaghite di Pulcinella (il primo ballerino Claudio Cocino) il quale entra in scena scalciando e saltando. Pulcinella però le respinge, poiché il suo amore è tutto per la dolce Pimpinella la quale lo ammalia invitandolo a danzare.  Caviello e Florindo, gelosi, aggrediscono Pulcinella che dopo una lotta si finge morto.

Di forte impatto coreografico è la scena del funerale, sviluppata intorno ad un corteo di piccoli Pulcinella (gli allievi del Lyceum Regionale della Danza diretto da Mara Fusco) in cui la finta salma viene compianta in modo solenne. Intanto un mago irrompe sulla scena promettendo di riportare in vita il personaggio. Improvvisamente si scopre che ci sono due Pulcinella – l’uno (quello vero) vestito da mago, e l’altro (il finto morto) amico e complice di Pulcinella che aiuterà con vari espedienti ad unire le tre coppie.

Si lascia notare non poco per le sue gambe sottili e per l’articolazione del piede, Rebecca Bianchi nel ruolo di Pimpinella, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma, una danzatrice aggraziata e dotata di frizzante dinamica.

Nel ruolo di un allegro e pimpante Pulcinella, il primo ballerino Claudio Cocino che ai movimenti delle gambe accompagna sempre un bellissimo atteggiamento di tutta la zona toracica. Ben calati nei ruoli anche Marianna Suriano (Prudenza), Elena Bidini (Rosetta), Giacomo Luci (Florindo), Giuseppe Depalo (Caviello) e Marco Marangio (Mago).

Plauso anche ai giovani allievi del Lyceum Regionale della Danza diretto da Mara Fusco, piccolo corpo di ballo delle recite, che con serietà e precisione si sono esibiti al meglio su di un palco così importante, nonostante la scenografia centrale fosse un po’ aggettante restringendo lo spazio ballabile.

Di fronte a “quadri” di così alto contenuto artistico gli spettatori non potevano che rispondere con un clamoroso applauso ai saluti finali e all’uscita di Lorca Massine sul palco. Grande danzatore e figlio d’arte, con tutto lo staff dell’allestimento del lirico romano (di cui fu direttore dal 1981 al 1983) Lorca Massine continua a riproporre nei teatri italiani il ricco repertorio paterno, regalando ogni volta al pubblico un momento di storia e di pura bellezza.

Segnaliamo che il balletto è stato fortunatamente ripreso da una troupe cinematografica e sarà trasmesso a fine settembre.

Andrea Arionte

29/07/2017

Foto: 1. Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma in Parade al Teatro Grande degli Scavi Archeologici di Pompei, 2. Sara Loro e Michele Satriano del Teatro dell’Opera di Roma, in Parade al Teatro Grande degli Scavi Archeologici di Pompei; 3. Sipario di Pablo Picasso per il balletto Parade; 4.-5. Pulcinella di Léonide Massine, scene e costumi Pablo Picasso, Teatro dell’Opera di Roma al Teatro Grande degli Scavi Archeologici di Pompei; 6. il sipario di Pulcinella; 7.-9. dietro le quinte dello spettacolo Serata Picasso Massine al Teatro Grande degli Scavi di Pompei; 10. Eleonora Abbagnato durante le prove a Pompei; 11. gli allievi del Lyceum Regionale della Danza diretto da Mara Fusco; 12. i protagonisti di Pulcinella a fine spettacolo.

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