La recensione

Sold-out anche per In punta di piedi, spettacolo della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo diretta da Stéphane Fournial

Al Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli, la Scuola di Ballo del Teatro San Carlo ha portato in scena In punta di piedi...,spettacolo curato dal direttore Stéphane Fournial e composto da brani estratti dai più celebri balletti classici di repertorio. Dallo stile franco-danese caro alla scuola di Bournonville, al balletto romantico firmato Petipa, i 150 allievi della scuola si sono confrontati con un programma non facile, dando prova di grande maturità scenica e versatilità tecnica, elementi imprescindibili nella visione di Fournial per raggiungere alti livelli professionali.

Sul palco del Teatro di Corte di Napoli, la magnifica sala di Palazzo Reale opera dell’architetto Ferdinando Fuga, la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo ha presentato il 26 e 27 novembre 2016 In punta di piedi, spettacolo che ha concluso la settima edizione di Autunno Danza, la rassegna che il massimo partenopeo dedica ogni anno a Tersicore. Lo spettacolo, accolto con un sold out in entrambi gli spettacoli, ha incluso estratti dal repertorio classico scelti e curati da Stéphane Fournial.

Al suo primo anno dalla nomina a Direttore della Scuola di Ballo, Fournial già dimostra di voler realizzare ambiziosi e nobili obiettivi sia sul piano artistico che su quello didattico ed amministrativo (ricordiamo che è ancora aperto il bando per l’assegnazione di 3 borse di studio). Obiettivi questi che possono condurre la scuola coreutica più antica d’Italia verso l’eccellenza, riportandola allo splendore del passato al pari delle più prestigiose realtà accademiche di oggi.

Le giovani leve della scuola – come ha affermato lo stesso Fournial nel corso di numerose conferenze stampa – vanno iniziate fin da subito alla maturità scenica poiché la carriera del danzatore non è per tutti e non va svenduta ma perseguita con la totale dedizione, col perfezionamento della tecnica, con la disciplina e con lo studio ossessivo dei classici.

Aspetti scottanti questi che l’ex danzatore del Ballet de Marseille intende affrontare nei suoi anni di mandato, punti chiave sui quali puntare in un istituto di ente lirico se si vuole assottigliare la linea di separazione fra l’alta formazione e la professione.

A distanza di mesi dal saggio di fine anno, In punta di piedi… è il secondo spettacolo portato in scena sotto la supervisione del direttore francese, che vede come protagonisti tutti i corsi della scuola, dagli allievi della propedeutica ai licenziandi, per un totale di 150 elementi.

Il titolo è di per sé auspicio di classicismo, oltre che di raffinata semplicità e basta attendere l’apertura del sipario per averne conferma.

In un primo momento lo spettatore cerca di cogliere i movimenti di tre interpreti immerse nella penombra sulle note di Etudes Op.10 n.1 di Chopin.

Pochi istanti dopo la scena si rischiara, illuminata dalle tinte cerulee del fondale, si riempie di giovani danzatrici in body bianco con corpi molto simili fra loro, piedi forti e gambe slanciate tenute alla stessa altezza, intente ad eseguire un adagio di grand pliè e développé fedele alla coreografia di August Bournonville per Le Conservatoire.

Quest’ultimo è un balletto in due atti su musica di Holger Simon Paulli che il coreografo danese creò nel 1849 per il Royal Danish Ballet. Come in un tableau vivant questa celebre opera ricrea l’atmosfera dei quadri di Degas e una classe di  balletto condotta dal dieu de la danse dell’epoca Auguste Vestris al Conservatorio di Parigi (che Bournonville frequentò nel 1820).

Indiscutibile è la cura del dettaglio alla vista di questi corsi medi: si nota immediatamente una fluida omogeneità e la cura maniacale della terza posizione delle braccia, stabili  e dolcemente arrotondate.

Dall’altra parte i corsi inferiori mostrano una forte coscienza del tendue, un ottimo controllo dei grand battement e dei rond de jambe eseguiti con precisa musicalità sugli accenti del Børnetrin di  Paulli, così come i  rapidi changement ed entrechat eseguiti dai piccoli ballerini in calzamaglia.

Non sono altrettanto puliti i momenti di tecnica maschile , che seppur non nascondono le qualità dei singoli allievi  – tra questi Ciro Amelio, giovanissimo danzatore di brillante presenza e di spiccate doti fisiche –  nella resa di insieme peccano di coordinazione.

L’ Allegretto, interpretato dai corsi superiori, chiude questa parte di tecnica franco-danese propria a Le Conservatoire,  lasciando spazio ai piccoli della propedeutica che danzano sul brano Tarantella tratto dal balletto Etudes di Harald Lander per la musica di Knudäge Riisager, anche questo di buona qualità audio come tutti i brani utilizzati finora.

Lo spettacolo prosegue con diverse variazioni tratte da balletti molto noti, primo fra tutti Il lago dei cigni su coreografie di Vladimir Bourmeister – Marius Petipa e Lev Ivanov. Nello specifico ritroviamo la Polonese (posta a chiusura dello spettacolo come gran finale e con il licenziando Gennaro Maffettone nel ruolo del giullare) il Valse dei Cigni, l’amato Pas de Quatre dei piccoli cigni (eseguito in maniera corretta e pulita) e la variazione dei grandi Cigni, quest’ultima affidata da Fournial alle tre licenziande di quest’anno: Martina Prefetto, Sara Gison e Giorgia Cervone, che hanno danzato anche il Pas de Trois delle odalische tratto da Le Corsaire di Adolph Adam e Cesare Pugni sempre  su  coreografie di Petipa.

Martina Prefetto possiede notevoli linee oltre che la bellezza di una ninfa, è un cigno elegante e un’ odalisca vivace; Sara Gison si fa notare per quel tocco di stile personale e sopratutto per la lunghezza delle attitude e degli arabesque nel ruolo di seconda odalisca, mentre nel Lago dei cigni sfrutta la teatralità del suo viso; Giorgia Cervone si impone sul palco per la figura slanciata e sfoggia il suo en dehors di piede che le consente una tenuta sicura del relevè.

A seguire La Bayadere, con la danza delle sacerdotesse e la danza dei foulard, mentre nel ruolo di Nikiya splende una romantica Denise Letizia, diplomatasi lo scorso anno col ruolo del Cigno Nero, già premiata all’Europa in danza e che in settembre ha ricevuto il Premio Capri Danza come miglior talento emergente.

Meritano menzione i ruoli solistici di due allieve del V corso quali Nancy Pacilio che ha eseguito la variazione tratta dal Paisant Pas de deux del I Atto di Giselle, (coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot) e Maria Lia Brunone per la resa eccellente della Morte del Cigno, l’opera partorita dal genio di Fokine su musica di Camille Saint-Saëns e che ha reso leggendario il nome di Anna Pavlova. Maria Lia Brunone stupisce il pubblico per la sua maturità interpretativa, oltre che per il vigore delle sue braccia e la flessibilità dei polsi: perfetta e costante nel movimento, si esaurisce in un finale emozionale.

Le abilità manageriali, l’esperienza di produttore nella Six- Prime Agency  (l’agenzia di  spettacoli che promuove singoli artisti con sede in Germania),  il passato da guest artist in giro per i teatri di tutto il mondo, rendono Fournial non solo un direttore ideale per questa scuola ma anche un perspicace talent scout che volge lo sguardo al futuro più prossimo riconoscendo attitudini artistiche nei danzatori più giovani. A tal proposito si ricorda che Sara Gison e Raffaele Vasto del VII corso sono stati selezionati per danzare con il Corpo di ballo del Teatro San Carlo nell’attesissimo Schiaccianoci di Charles Jude che andrà in scena al Massimo di Napoli dal 29 dicembre al 4 gennaio 2017.

In conclusione una vasta conoscenza del repertorio classico, un ricco bagaglio tecnico ed artistico, rappresentano elementi fondamentali per percorrere in punta di piedi la strada verso il mondo del lavoro. La danza come professione, la danza come cultura, questo il punto di vista del direttore della Scuola di Ballo, un punto di vista che traspare anche nel programma offerto in queste due serate non solo ai suoi studenti ma al pubblico.

Lo stesso pubblico che inesperto apprezza la purezza e l’estetismo classico, che competente  sa che Le Conservatoire è stato negli ultimi anni tra i titoli preferiti nei défilé all’École de Danse dell’Opéra di Parigi e all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo.

Andrea Arionte

28/11/2016

Foto: Gala Scuola di ballo Teatro San Carlo di Napoli al Teatro di Corte. Il servizio fotografico è di Francesco Squeglia.

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