La recensione

Tchaikovsky. PRO et CONTRA di Boris Eifman inaugura ParmaDanza 2017. Pubblico in visibilio.

L’Eifman Ballet di San Pietroburgo ha inaugurato ParmaDanza 2017 presentando in prima nazionale Tchaikovsky. PRO et CONTRA. Nel balletto la figura di Tchaikovsky domina la coreografia che ripercorre a ritroso l’esistenza del grande compositore. Eifman crea scene d’insieme di innegabile bellezza e di bell’impatto visivo, connotate da una danza aerea e liberatoria con una particolare propensione nel plasmare la danza maschile. La compagnia è di livello eccellente: da segnalare le prove di Oleg Markov e Igor Subbotin, interpreti rispettivamente di Tchaikovsky e del suo alter ego. Sold out e pubblico in visibilio.

Vuoi per le allettanti promozioni al botteghino, vuoi per l’innegabile prestigio della compagnia che ha inaugurato ParmaDanza 2017, le due recite di Tchaikovsky. PRO et CONTRA di Boris Eifman per l’Eifman Ballet di San Pietroburgo hanno fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Regio di Parma. Bene, anzi benissimo: sintomatico del fatto che ancora una volta la danza, che in queste settimane sta letteralmente spopolando nei teatri italiani, eserciti ancora una grande attrattiva sul pubblico.

L’Eifman Ballet, una delle principali compagnie di balletto contemporaneo in Russia, ha portato a Parma in prima nazionale Tchaikovsky. PRO et CONTRA, una revisione del 2016 di un precedente balletto di Eifman che risale al 1993. È ovviamente la figura di Tchaikovsky a dominare l’intera partitura non solo coreografica ma anche musicale. Così il coreografo spiega la scelta del soggetto: «Tchaikovsky è un creatore la cui musica mi ha guidato per decenni e mi dato energia creativa. […] Non vi è dubbio: la fonte principale del suo tormento era la consapevolezza soffocante della sua diversità, vissuta come una maledizione».

E infatti la trama del balletto muove da un Tchaikovsky ormai in fin vita che ripercorre a ritroso la propria esistenza, costellata sì da grandi successi ma anche da un malessere di fondo derivato da un’omosessualità inespressa e inesprimibile per i tempi. Riaffiorano ricordi della vita reale frammisti a quelli delle proprie opere: Lo Schiaccianoci, Il Lago dei cigni, Eugene Onegin e La dama di picche.

Il balletto di Eifman è suddiviso in due parti: la prima è dominata dai personaggi che popolano la musica che Tchaikovsky compose per i balletti mentre la seconda dai personaggi derivati dalla musica operistica.

L’immagine che Eifman offre subito allo spettatore è quella di un compositore che si contorce sul letto di morte: Tchaikovsky indossa una lunga camicia da notte, porta la barba lunga, è scosso da mille tormenti. Quasi un’immagine di Cristomimesi: il compositore sembra dover sopportare patimenti troppo grandi per un essere umano. Viene sollevato per le braccia e le gambe, ma lui resta immobile come a voler conformare il proprio corpo ad una crocifissione che di fatto è già avvenuta.

Lo tormenta un alter ego che va a scavare nel suo passato: un matrimonio di facciata, la solitudine, i rimpianti. Compaiono Rothbart, il mago malvagio del Lago che tiene prigioniere le fanciulle cigno, e il suo nero corteo ma anche i cigni che popolano gli atti bianchi del balletto. Fanno capolino anche lo Schiaccianoci e la piccola Masha quasi a voler portare un po’ di conforto al compositore. Se in questa prima parte i personaggi del balletto compaiono a sprazzi, la seconda parte dedicate ai personaggi delle opere liriche ha una connotazione più narrativa. L’infelice storia di Onegin e Tatiana e il dramma di Hermann che invano cerca di carpire il segreto per vincere al gioco alla vecchia contessa trovano una narrazione più densa e corposa, tanto da poter essere considerati veri e propri balletti a sé stanti.

Il linguaggio utilizzato da Eifman non è certo nuovo eppure gli va riconosciuto l’indubbio merito di essere un ottimo orchestratore. Crea scene d’insieme di innegabile bellezza e di bell’impatto visivo, connotate da una danza aerea e liberatoria. Ma è anche un cesellatore più fine con una particolare propensione nel plasmare la danza maschile, come nel bellissimo duetto tra Onegin e Lensky o nelle schermaglie tra Tchaikovsky e il suo alter ego.  L’atmosfera si fa invece orgiastica nella scena della sala da gioco, di cui un corpo di ballo maschile restituisce al meglio il clima febbrile.

Quasi a voler confondere vita e morte, gioco e redenzione, realtà e illusione proprio quel tavolo da gioco sarà la tomba di Tchaikovsky: vi sarà posto il cadavere del compositore mentre viene coperto da un lungo drappo nero che rimanda con una chiarezza spizzante alla sagoma di una bara. Alle scene minimali e geometriche di Zinovy Margolin fanno da contraltare i bellissimi costumi di Olga Shaishmelashvili e Vyaceslav Okunev.

La compagnia è ai soliti livelli ammirati più volte: eccellente. Colpisce immediatamente il livello tecnico altissimo, la pulizia, la bellezza di un organico che potrebbe tranquillamente essere impiegato nei grandi titoli di repertorio. Lodi incondizionate a tutto il corpo di ballo quindi ma una menzione speciale va a Oleg Markov e Igor Subbotin, interpreti di Tchaikovsky e del suo alter ego.

Il pubblico di Parma era letteralmente in visibilio.

Matteo Iemmi

18/02/2017

 

Foto: Eifman Ballet San Pietroburgo, Tchaikovsky. PRO et CONTRA, ph. Roberto Ricci.

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy