A Roma

Archetipi in salsa gotica per I masnadieri di Giuseppe Verdi al Teatro dell’Opera di Roma.

Poco eseguita ma bellissima, secondo il direttore Roberto Abbado, l’opera I Masnadieri di Verdi in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 21 gennaio al 4 febbraio 2018. Grande interesse per il debutto alla regia lirica di Massimo Popolizio che recupera cupezza e barbarie dal libretto di Maffei e dall’opera originaria di Schiller. La saga dei fratelli Moor rappresentata alla maniera del Trono di spade dallo scenografo Tramonti e dalla costumista Aymonino, con luci di Roberto Venturi e video di Luca Brinchi e Daniele Spanò.

Da domenica 21 gennaio fino al 4 febbraio 2018 al Teatro dell’Opera di Roma va in scena l’opera I Masnadieri di Giuseppe Verdi, con la direzione di Roberto Abbado e il debutto alla regia lirica di Massimo Popolizio. È l’occasione di assistere a un’opera poco rappresentata e meno famosa tra quelle di Verdi, ma non solo.

Durante la conferenza stampa di presentazione, Roberto Abbado ha dichiarato che si tratta di un’opera bellissima, anche se non è un capolavoro, e testimonia le influenze su Verdi di grandi operisti come Donizetti. L’opera, del 1847, nasce da Die Räuber di Schiller, viene trasposta su libretto dal grande traduttore e intellettuale dell’epoca Andrea Maffei, viene commissionata per il debutto londinese. Insomma, un background culturale notevole sul quale si innesta l’originalità di Verdi, a partire dall’uso del coro che partecipa allo sviluppo della vicenda invece di essere relegato esclusivamente a pezzi chiusi. Roberto Abbado è sicuro: non si tratta di un’opera minore di Verdi, semplicemente perché Verdi non ne ha composte. E rimarca che il pubblico interverrà per interesse alla musica di quest’opera poco rappresentata.

Credo che il maestro Roberto Abbado si riferisca al pubblico degli appassionati. Ma, non c’è niente da fare, per coltivare un nuovo pubblico (espressione infelice, ma cerchiamo di capirci!) ci vuole un occhio attento per la regia che abbia un appeal contemporaneo, oltre che per il cast. Giornali, blog, social network sono invasi dai commenti sulle regie liriche più che da quelli sulla musica: il Faust bullizzato di Michieletto, la Bohème sull’astronave di Guth, Carmen che non viene uccisa da Don José per colpa del regista Muscato, e così via. Quindi, credo che la scelta caduta su Massimo Popolizio al debutto registico vada proprio in questa direzione: arricchire di pubblico nuovo e giovane il Teatro dell’Opera di Roma.

Massimo Popolizio è reduce da premiatissimi e meritatissimi successi a teatro. L’ultimo romano è la regia di Ragazzi di vita di Pasolini, che pare abbia convinto definitivamente il sovrintendente Carlo Fuortes a ingaggiarlo. Spera, il regista, che non si tratti di una tempesta perfetta. Dopo i sold-out, rischia all’opera con I masnadieri e al cinema con la nuova uscita di Sono tornato, sua ultima interpretazione per Luca Miniero. Intanto, constatiamo il suo coraggio e prepariamoci all’atmosfera alla Trono di spade che ha ricreato per simboleggiare la crudeltà, la cupezza, la barbarie dei masnadieri. Per il regista, il librettista Maffei ha fatto una specie di Bignami da Schiller. Ci sono archetipi come l’amore, il desiderio, la gelosia che in una versione quasi fumettistica possono essere ben rappresentati.

La scenografia di Sergio Tramonti è gotica e lascia un sapore ferroso, i costumi di Silvia Aymonino sono ispirati alle serie fantasy, i cantanti si muovono su ponti utilizzati a scopo drammaturgico. Per Massimo Popolizio, i cantanti d’opera fanno una fatica bestiale, vanno rispettati anche perché la musica ha un ritmo prestabilito che non lascia spazi interpretativi come quelli che hanno gli attori di teatro: i cantanti sono abituati a muoversi dal busto in su, forse non possono diventare veri e propri attori, ma possono percepire un senso dello spazio maggiore, dei movimenti. Vedremo.

Se volete sentire quanto hanno da dire Roberto Abbado e Massimo Popolizio, guardate qua.

E per avere un’idea della messa in scena, ecco il trailer del Teatro dell’Opera di Roma.

E andiamo all’opera verdiana. I masnadieri racconta la Saga dei Moor. Due fratelli problematici: Carlo allontanato dal padre Massimiliano e Francesco che mira a prendere il posto di potere del genitore. Nel bel mezzo Amalia, immancabile donzella amata e contesa dai due fratelli. Classica trama romantica in cui, però, gli antagonisti Carlo e Francesco non si incontreranno per duetti di fuoco. Durante le quattro parti dell’opera, Carlo è ripudiato dal padre e si mette a capo di una banda di masnadieri che ne combinano di tutti i colori. In verità il ripudio è finto e scaturisce dalle trame dell’invidioso fratello Francesco che, nell’ordine, comunica al padre Massimiliano la fasulla morte di Carlo, tenta di sedurre Amalia innamorata però del fratello, riduce in una schiavitù misera lo stesso padre imprigionandolo in una fossa. Dal canto suo, Carlo pagherà i suoi misfatti di masnadiere autopunendosi: assalterà il castello natio e ucciderà Amalia consegnandosi alla giustizia. Francesco fuggirà senza nemmeno pentirsi davanti al pastore Moser.

Per entrare nell’atmosfera, ascoltate il bellissimo tema al violoncello del Preludio nella versione andata in scena al Teatro San Carlo nel 2012 (regia Gabriele Lavia, direttore Nicola Luisotti).

Nel cast al Teatro dell’Opera di Roma figurano Riccardo Zanellato (Massimiliano), Stefano Secco con Andeka Gorrotxategui (Carlo), Artur Ruciński  con Giuseppe Altomare (Francesco), Roberta Mantegna che proviene dal progetto Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma (Amalia), Saverio Fiore (Arminio), Dario Russo (Moser), Pietro Picone (Rolla). All’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Roberto Abbado si affianca il Coro diretto da Roberto Gabbiani. Luci di Roberto Venturi, video di Luca Brinchi e Daniele Spanò.

E allora: andiamo tutti al Teatro dell’Opera di Roma per l’opera verdiana, per l’interpretazione musicale di Roberto Abbado e dei cantanti o anche per la novità alla regia di Massimo Popolizio.

Ippolita Papale

 

I masnadieri di Giuseppe Verdi. Melodramma tragico in quattro atti. Libretto di Andrea Maffei da Die Räuber di Friedrich Schiller.
Dal 21 gennaio al 4 febbraio 2018 al Teatro dell’Opera di Roma
DIRETTORE Roberto Abbado
REGIA Massimo Popolizio
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Sergio Tramonti
COSTUMI Silvia Aymonino
LUCI Roberto Venturi
VIDEO Luca Brinchi e Daniele Spanò
Interpreti:
MASSIMILIANO Riccardo Zanellato
CARLO Stefano Secco / Andeka Gorrotxategui 27 gennaio, 2 febbraio
FRANCESCO Artur Ruciński / Giuseppe Altomare 2 febbraio
AMALIA Roberta Mantegna*
ARMINIO Saverio Fiore
MOSER Dario Russo
ROLLA Pietro Picone
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma – Nuovo allestimento

www.operaroma.it

Foto: 1. Prove I masnadieri, Riccardo Zanellato (Massimiliano), Saverio Fiore (Arminio), ph Yasuko Kageyama, Opera Roma; 2.  Prove I masnadieri, Roberta Mantegna (Amalia), Artur Rucinski (Francesco), ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 3. Prove I masnadieri, Stefano Secco (Carlo), ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 4. Prove I masnadieri, Riccardo Zanellato (Massimiliano), Saverio Fiore (Arminio), ph Yasuko Kageyama, Opera Roma; 5. Prove de I masnadieri, Massimo Popolizio e Stefano Secco (Carlo), ph Yasuko Kageyama, Teatro dell’Opera di Roma; 6. Prove de I masnadieri, il regista Massimo Popolizio, ph Yasuko Kageyama, Teatro dell’Opera di Roma; 7.-8. Prove de I masnadieri, Massimo Popolizio e Roberto Abbado, ph. Yasuko Kageyama, Teatro dell’Opera di Roma.

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