La recensione

Micha Van Hoecke tra Pink Floyd e Carmina Burana con il Teatro Massimo di Palermo.

Al Teatro di Verdura di Palermo due pièce di Micha Van Hoecke. Ha aperto Pink Floyd, coreografia autobiografica che miscela ricordi, storie e personaggi con una scrittura coreografica leggera, soave, buffa ed emozionalmente profonda. Nei ruoli principali Denis Ganio, Roberta Sasso, Yuriko Nishihara, Michele Morelli, Giuseppe Bonannno e Andrea Mocciardini. In chiusura Carmina Burana che rievoca figure mitologiche dai canti goliardici medievali. Preciso e efficace il corpo di ballo tra cui spiccano Francesca Riccardi, Vincenzo Carpino, Francesca Davoli, Michele Morelli, Emilio Barone, Romina Leone, Carmen Marcuccio, Monica Piazza e Simona Filippone.

Il terzo appuntamento con la danza della stagione 2018 del Teatro Massimo di Palermo ha presentato, sul palcoscenico all’aperto del magnifico Teatro di Verdura, coreografie firmate da Micha Van Hoecke.

Due le pièces in programma: Pink Floyd, appositamente creata per i ballerini del Teatro Massimo, e Carmina Burana, opera già conosciuta e danzata da diverse compagnie e ora riallestita per quella palermitana.

Innamorato della musica dei Pink Floyd, da lui definita bellissima perché abitata da un’anima che vibra e coinvolge, Van Hoecke ha voluto rivedere un lavoro precedentemente inventato su Atom Heart Mother. Riascoltandone le note, evocate dalla rock band Inside Out presente dal vivo sul palco con le voci di Roberta Sasso e Joshua Ross, il coreografo ha ritrovato e attivato connessioni con tempi passati al fianco di Maurice Béjart, di Jean Villar, del Living Théâtre ribadendo la volontà di fare Teatro similmente a un rito sacro, tempio di musica, di danza, di canto e di parola.

Micha ricorda che ai tempi in cui danzava nel Ballet du XXe Siècle di Béjart (erano gli anni tra il ‘68 e l’80) si aveva fame di cultura, si chiedeva la possibilità di esprimersi e si voleva la libertà di quell’espressione. Questo passato felice e stimolante egli lo vede, nel confuso momento storico attuale, annebbiarsi in maniera dolorosa nella vacuità odierna. Altre rimembranze dolenti, evocate da una musica tanto amata che ha segnato passaggi importanti della sua vita, sono dovute alla perdita recente di Marina, sua sorella gemella, anch’ella danzatrice e poi professoressa di danza classica, persona intellettualmente molto ricca che era parte della sua anima.

Nell’opportunità di rimettere in scena questo lavoro sulla musica dei Pink Floyd tutti i suoi ricordi si sono mescolati in maniera alchemica e, attraverso il suo linguaggio magico e sempre giovane, Micha sublima la poesia incarnata in Marina, la fantasia che è una sua spiccata qualità interiore, e la libertà.

Ecco allora che da questi sentimenti, filtrati attraverso le percezioni del coreografo e affidati all’interpretazione di alcuni danzatori della Compagnia palermitana da lui ben conosciuti e amati, sortiscono personaggi che delineano storie, luci e penombre, fantasie e sogni con un linguaggio del corpo che è la scrittura che gli appartiene, leggera, soave, buffa ed emozionalmente profonda.

Van Hoecke dedica questo suo ultimo lavoro a Marina, l’amata sorella, e ai suoi genitori straordinari che gli hanno concesso e fatto conoscere poesia e libertà. Nel ruolo del padre, Micha ha voluto il grande e bellissimo Denis Ganio, sublime étoile di tempi passati con cui ha condiviso da sempre amicizia e vita di palcoscenico; la cantante Roberta Sasso incarna invece la madre. Marina è interpretata da un’eccellente Yuriko Nishihara mentre Michele Morelli, spumeggiante ma anche melanconico, è Micha da giovane.

In questo divertissement di nuances di vita vissuta si delineano i ruoli, sollecitati al coreografo dai ricordi: il Clown che lui avrebbe sempre voluto essere veramente, incarnato con generosità da Giuseppe Bonannno, e l’Ombra di Andrea Mocciardini per sottolineare che in ogni vita appaiono cose non chiare che possono talvolta essere negative.

Cresciuto con Maurice Béjart, di cui ricorda una frase che spesso citava: «il faut apprendre et désapprendre», il coreografo, nella sua convinzione di imparare e disimparare appunto, porta sul magico palcoscenico del Teatro di Verdura i suoi interpreti in una dimensione neutra, mettendo sulla scena le loro capacità personali e, tenendo anche conto dello spazio in cui danzando il movimento si espleta, compone un affresco che profuma di poesia.

«I passi di danza sono un mezzo e non uno scopo, servono a raccontare… io non voglio essere un coreografo, voglio essere un poeta…».

I Carmina Burana di Carl Orff sono stati ripresi, riallestiti e più volte composti da Van Hoecke in diverse versioni. Quella proposta in questo spettacolo è stata creata al Teatro dell’Opera di Roma e rimontata, con l’assistenza alla coreografia di Miki Matsuse e i costumi dello stilista Emanuel Ungaro, per la versatile compagnia del Teatro Massimo di Palermo.

Con la volontà di riprodurre pienamente la parte del testo dove vengono rievocate, dai canti goliardici medievali, figure mitologiche quali Cupido, Flora e Venus, Micha comincia con O Fortuna e Fortunae plango vulnera interpretati con belle coloriture di movimento da Francesca Riccardi e da Vincenzo Carpino, accompagnati da un corpo di ballo preciso ed efficace, per evolvere in Primo Verae in cui fanciulle in abito bianco, simili a Veneri botticelliane, intessono percorsi dal profumo virginale accostate a una Flora dalle armoniose movenze, danzata da Francesca Davoli, e allo Zephyrus del virtuoso e morbido Michele Morelli dalle belle linee. Successivamente il pubblico è accompagnato all’eros di Cour d’Amours dove con Amor volat undique, Stetit puella, Veni, veni, venias si stagliano le belle esecuzioni del Cupidon di Emilio Barone, della Philomela di Romina Leone, della Venus di Carmen Marcuccio e dalla Helena di Monica Piazza.

Poi il dionisiaco pervade la danza ed è il momento di In Taberna con Ego sum Abbas, con Estuans interius, con Olim lacus colueram il cui cigno, che comprende di approcciarsi a essere cucinato e mangiato, è impersonato da una struggente Simona Filippone.

I Carmina terminano con un’apoteosi finale, applauditissima dal pubblico numeroso e infervorato, sulle note di Fortuna imperatrix mundi.

Incastonati come gioielli a interagire con la coreografia, i cantanti Hasmik Torosyan soprano, Yaniv D’Or controtenore, Bogdan Baciu baritono e il coro di voci bianche diretto da Salvatore Punturo, hanno dato un’ottima interpretazione della partitura di Orff insieme all’orchestra e al coro del Teatro Massimo rispettivamente diretti da Aziz Shoklakimov e Piero Monti.

Mariolina Giaretta

26/07/2018

Foto: 1. Micha van Hoecke, Teatro Massimo, applausi finali al termine di Carmina Burana ph. Rosellina Garbo; 2.-15. Pink Floyd di Micha van Hoecke, Teatro Massimo, ph. Rosellina Garbo; 16.-35. Carmina Burana di Micha van Hoecke, , Teatro Massimo, ph. Rosellina Garbo.

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