La recensione

Al Teatro San Carlo accolto con un tripudio di applausi il debutto di Spanish Dance & Concert di Lienz Chang e Carmen Suite con Svetlana Zakharova

Sold out al Teatro di San Carlo per il secondo appuntamento di Autunno Danza. Lienz Chang cuce sui suoi ballerini Spanish Dance & Concert esaltando le doti fisiche del Corpo di ballo. Emergono Alessandro Staiano, Salvatore Manzo, Sara Sancamillo e Luisa Ieluzzi. Boati di applausi accolgono Svetlana Zakharova che interpreta la Carmen di Alberto Alonso in chiave contemporanea: è una donna portatrice di una seduzione sottile ed elegante. Accanto a lei Denis Rodkin, Mikhail Lobukin e i bravi Edmondo Tucci, Candida Sorrentino, Claudia D'Antonio e un il Corpo di ballo che ha raggiunto un livello di massimo splendore.

Sold out al Teatro San Carlo di Napoli per Spanish Dance & Concert, prima coreografia firmata da Lienz Chang per il Massimo napoletano, e per Carmen Suite, coreografia di Alberto Alonso ripresa da Sonia Calero, andati in scena lo scorso 13 e 14 ottobre all’interno della rassegna Autunno Danza.

L’eccezionale prospettiva data dal Palco Reale consente di godere a pieno e in maniera assolutamente onnicomprensiva lo spettacolo che infiamma il palcoscenico: le luci, le scenografie, i disegni coreografici e la forza incisiva di ogni scelta tecnica del coreografo vengono immediatamente comprese e centrano con disinvoltura ed efficacia lo spettatore che ne diviene il bersaglio.

Spanish Dance & Concert apre la serata, ma non una serata qualunque, bensì quella in cui poco dopo calcherà le scene l’étoile Svetlana Zakharova. La paura che potesse trattarsi di una breve parentesi prima del grande e attesissimo ritorno a Napoli della stella ucraina svanisce in un attimo, giusto il tempo necessario per comprendere che in realtà di stelle sul palcoscenico del San Carlo ce ne sono e come, stelle in grado di affrontare qualunque virtuosismo tecnico con la grazia e la precisione che un ballerino professionista ha il dovere di maturare. Il maitre Lienz Chang ha sapientemente cucito addosso ai suoi ballerini una coreografia in grado di mettere in luce le doti fisiche e tecniche di ognuno: Alessandro Staiano esplode in ogni salto raggiungendo altezze inverosimili, mantenendo rigore tecnico e precisione e inondando di carisma la scena di cui diviene naturalmente protagonista insieme ad un meraviglioso Salvatore Manzo ormai consacrato a dio della forza centrifuga tra le sue infinite pirouettes, che ricordano il mitico Michail Barysnikov, e i tour à la second durante i quali tutto il corpo del giovane ballerino continua a sorridere disinvolto. Ad incarnare ancora di più lo spirito cubano che si nasconde tra i divertissement ci pensano le donne in un alternarsi di assoli e momenti di gruppo: eleganti diagonali, sfoggio di classe e tecnica impeccabile di gambe, lasciano spiccare su tutte Sara Sancamillo e Luisa Ieluzzi. Un corpo di ballo giovanissimo che ha già raggiunto un livello tecnico eccezionale e che istiga il pubblico ad un continuo e incontenibile susseguirsi di applausi a scena aperta; sono giovani certo, ma è pur vero che la carriera del ballerino ha vita breve e se si aspetta troppo ad affidargli ruoli di spessore da solisti si rischia di vederseli andare via.

Nella seconda parte della serata il sipario si apre su una Svetlana Zakharova provocante e seducente ferma al centro della scena. Il fragoroso boato di applausi scaturito da quel fermo immagine durato poco più di 4 secondi testimonia l’amore per la stella dell’Est. La sigaraia venuta fuori dalla penna di Mérimée a metà di un’Ottocento più lontano che mai, lascia spazio ad una donna contemporanea che sfoggia una seduzione raffinata e sottile soprattutto se paragonata al temperamento mediterraneo e sanguigno che Maya Plisetskaya seppe dare alla sua Carmen a metà degli anni Sessanta.

La coreografia di Alberto Alonso trasuda di quegli anni in cui fu creata. Ogni elemento scenico, ogni costume, ogni gesto e finanche il modo di percepire e vivere lo spazio da parte dei ballerini parla della danza degli anni Sessanta. Perfino la trama, se pur ripresa da un racconto di un’epoca molto precedente, è pregno fino al midollo della rivoluzione sessuale che ebbe luogo in Occidente proprio negli anni in cui Alonso lavorava a questa coreografia.

Paradossalmente proprio il ruolo della protagonista, quello in cui solitamente risiede la sicurezza di una sorta di testimone che passa da una interprete ad un’altra, è il più innovativo e diverso. Ma è pur giusto che sia così: Carmen è la donna che oggi vive la sua sessualità in maniera disinvolta, è la donna che antepone il cuore alla morale, è la Donna, e non più la “donnaccia” come invece la società voleva che fosse etichettata, un donna che non rinuncia alla sua libertà e va incontro al destino. La Carmen della Zakharova è la “sua” Carmen e di nessun altro: tecnicamente impeccabile, bella come il sole, leggiadra e portatrice di una seduzione sottile ed elegante.

Denis Rodkin danza invece un Don Josè sobrio e lontano dalla mascolinità latina di cui invece il suo personaggio è investito, mentre l’Escamillo di Mikhail Lobukin incarna la forza e la natura sanguigna del torero pazzo d’amore nonostante le sembianze e i tratti somatici fossero più da principe azzurro. Accanto a loro Edmondo Tucci porta in scena uno Zuniga assolutamente degno di nota per un’interpretazione in cui tutti il corpo resta in costante armonia con le atmosfere, con le musiche e con la caratterizzazione del suo personaggio. Tra i solisti del corpo di ballo vanno senza dubbio menzionate Candida Sorrentino – nel ruolo che fu proprio di Sonia Calero nel lontano 1967- e Claudia D’Antonio per il perfetto sincrono, l’affiatamento e il carattere che hanno contraddistinto la loro esecuzione del pezzo noto come “la palmada” danzato in assenza di musica e accompagnato soltanto dal battito di mani degli altri ballerini.

Sold out così ormai il Teatro di San Carlo non deve più viverli come eccezioni o accadimenti fuori dell’ordinario: il corpo di ballo è ad un livello di massimo splendore e restiamo con l’auspicio di vedere presto un Alessandro Staiano, un Salvatore Manzo o anche uno Stani Capissi affiancare le grandi stelle che ci omaggiano della loro presenza al nostro Massimo.

Manuela Barbato

16/10/2015

Foto: 1. – 5. Svetlana Zakharova, Carmen Suite di Alberto Alonso, Teatro San Carlo ph. Luciano Romano; 6.-7. Svetlana Zakharova, Carmen Suite di Alberto Alonso; 8.-11. Spanish Dance & Concert di Lienz Chang, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia.

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