La recensione

Alla Scala infiniti applausi per Alessandra Ferri, una Giulietta piena di amore passionale

Una recita speciale per un’interprete speciale. Alessandra Ferri, ballerina tragédienne per eccellenza, è tornata a interpretare Giulietta al Teatro alla Scala per una sola recita la notte di San Silvestro. La sua danza esprime maturità, morbidezza percettiva, preziose nuances che non smettono di emozionare e di sorprendere. La sua interpretazione, accolta da applausi interminabili, regala al pubblico una Giulietta permeata di ardore, capace di abbracci innamorati e abbandoni sinuosi che, con verità assoluta e stupefacente, esprimono amore e passione. Accanto a lei Herman Cornejo, un ardente Romeo, Gabriele Corrado, Mick Zeni, Walter Madau, Christian Fagetti e un Corpo di ballo della Scala in forma smagliante.

Alessandra Ferri è tornata a danzare al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo di Giulietta la sera del 31 dicembre 2016. L’emozione tra il pubblico è fortissima e si percepisce un fremito di grande attesa nel poter ammirare nuovamente il carisma interpretativo, la fresca passionalità e il vigore tecnico della nostra splendida ballerina italiana, protagonista di eccellenza nel ruolo di Giulietta che Kenneth MacMillan, coreografo di questa versione presente nel repertorio scaligero, aveva scelto per le sue qualità di interprete ideale.

“Sono tornata sul palcoscenico perche solo la danza mi fa sentire davvero libera” racconta Alessandra che aveva lasciato le scene il 30 marzo 2007 a “soli” 43 anni, dopo aver impersonato il ruolo di Marguerite in coppia con Roberto Bolle ne La Dame au Camelias alla Scala, mandando nello sconcerto un pubblico che l’adorava.

Sette anni più tardi è ritornata a ballare “perché la decisione di abbandonare aveva lasciato un vuoto dentro di me; il lutto non lo percepivo ancora però era come se avessi perso una parte di me stessa. Nessuno me lo aveva imposto, era stata una scelta per stare vicino alle mie figlie, per ritrovare una dimensione familiare. E non mi sono mai pentita. Piano piano però ho realizzato che la pienezza della vita non puoi trovarla negli altri, paradossalmente nemmeno nei figli. Viene dalla tua interiorità. E la danza è l’unica cosa che mi fa sentire veramente me stessa”.

Passati i cinquant’anni di età, con un corpo nato come strumento benedetto della danza, valorizzato da linee purissime ed espressive forgiate da una muscolatura morbida, elastica e fortissima, ma soprattutto da un lavoro di enorme disciplina e controllo, Alessandra Ferri è ritornata alla Scala nel ruolo della sua amata Giulietta in coppia con il Romeo di Herman Cornejo, pricipal dancer dell’American Ballet Theatre.

Rivederla è stato emozionante come quando nel 1995 debuttò in questo ruolo sulla scena del grande teatro milanese. I toni di chiaroscuro disegnati dalla poetica gestuale del suo animo sensibile, espressi con magnificenza in una naturale istintualità interpretativa, ideale al ruolo di Giulietta, sono resi ancora più preziosi dall’esperienza della maturità di un’interprete che si è impossessata delle esperienze della vita.

“La mia Giulietta oggi la percepisco più quieta, con una delicatezza che non avevo quando ero giovane. Giulietta è il personaggio che amo di più. Mi segue dovunque io vada”.

E così la sua danza esprime maturità, morbidezza percettiva, preziose nuances che non smettono mai di emozionare e di sorprendere nel concedere un respiro interpretativo sempre mirabilmente rinnovato.

Al suo fianco la Compagnia di Ballo della Scala è apparsa in forma smagliante negli “assieme” e nei passaggi di “carattere” delle scene di piazza nelle quali sono state molto convincenti le tre Zingare, interpretate da Beatrice Carbone, Denise Gazzo e Virna Toppi. Magnifici i sorprendenti e guizzanti duelli di spada tra Capuleti e Montecchi.

Infine compare sulla scena Alessandra Ferri, visibilmente molto emozionata. La scena di gioco con la Nutrice dona un incipit delizioso e successivamente lo stupore e l’innocente timidezza l’accompagnano nel salone di palazzo Capuleti per conoscere durante la festa il suo promesso sposo Paride, interpretato da un convincente Gabriele Corrado.

Il pubblico trattiene il respiro e incantato osserva quel corpo flessuoso animato dalla grazia dell’amore, le gambe forti e leggere, morbide nei legati e magnifiche nell’estensione che culmina nella linea perfetta concessa da piedi meravigliosi.

Tra le solenni danze di corte si delinea il carattere litigioso e vendicativo del personaggio di Tebaldo, molto ben danzato tecnicamente ed esaustivamente interpretato da un ottimo Mick Zeni.

E’ tra le continue proclamazioni di sfida del cugino Tebaldo che Giulietta incontra e conosce Romeo, manifestando l’estasi e lo stupore emozionale dell’innamoramento.

Herman Cornejo possiede l’ardore e la padronanza tecnica per danzare un affascinante Romeo e, al suo fianco, si stagliano molto ben disegnanti interpretativamente e tecnicamente, il Mercuzio di Walter Madau e il Benvolio di Christian Fagetti.

Dal celeberrimo pas de deux del balcone, in un crescendo di pathos nelle scene del matrimonio segreto celebrato da frate Lorenzo, poi nella camera da letto prima dell’addio al suo Romeo esiliato, per terminare nella scena della cripta, Alessandra Ferri ballerina tragédienne per eccellenza, diventa meravigliosa creatura permeata di ardore passionale, capace di abbracci innamorati negli abbandoni sinuosi di braccia e di schiena che, con verità assoluta e stupefacente, esprimono amore e passione.

La coreografia di MacMillan, uno dei fondatori del repertorio inglese del balletto contemporaneo, è caratterizzata da una scrittura fortemente narrativa, per quanto drammaturgicamente datata, in cui permangono, soprattutto nei pas de deux, momenti molto efficaci e appaganti; l’azione risultava tuttavia molto più valorizzata dalle scene e dai costumi di Ezio Frigerio e Franca Squarciapino che non da quelli rivisti nel 2010 da Mauro Carosi e Odette Nicoletti, gradevoli ma molto meno evocanti l’atmosfera rinascimentale dell’opera shakespeariana.

Quando Giulietta muore sul corpo del suo amore e il sipario lentamente si chiude, in sala permangono un brivido emotivo e un istante di silenzio. Poi scroscia un applauso interminabile.

Alessandra Ferri conferma ancora una volta il suo carisma di Divina della danza e, mano nella mano con Herman Cornejo, ringrazia visibilmente emozionata un  pubblico innamorato.

Mariolina Giaretta

03/01/2017

Foto: Alessandra Ferri e Herman Cornejo, Romeo e Giulietta di MacMillan, ph. Brescia Amisano, Teatro alla Scala.

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