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Alla Scala splendono i Gioielli di Balanchine

Da non perdere le recite di Jewels, uno dei capolavori di George Balanchine in scena al Teatro alla Scala fino al 4 aprile 2014. Diversi per colore e per sapore gli Smeraldi, i Rubini e i Diamanti sono stati ben interpretati dal Corpo di ballo del Teatro alla Scala che si conferma come una delle principali compagnie europee. Bravi tanti giovanissimi al loro debutto nei ruoli principali sul palco scaligero. Splendida Polina Semionova. Fuori stile Ivan Vasiliev.

Tra i tanti capolavori di Balanchine, Jewels ha un posto speciale e molto particolare. E’ un balletto unico ma anche trino. E’ balletto astratto, ma si articola in tre parti, o atti, che hanno sapori e colori completamente diversi fra loro. La cifra Balanchine, sempre pienamente riconoscibile, si colora di quell’eleganza, misura e raffinatezza tipica dello stile francese negli Smeraldi, strizza l’occhio al dinamismo americano nei capricciosi e allegri Rubini, diventa adamantina e rarefatta, sontuosamente imperiale e magica nei Diamanti.

Jewels è un balletto privo di un libretto, o una di storia con una progressione logica, ma è capace di raccontare. E’ un balletto geniale dal punto di vista della costruzione coreografica ma non è algido: è pulsante di vita. E per questo è un capolavoro. Possiamo goderlo per la meravigliosa successione dei passi ma dietro ogni passo, dietro ogni quadro, sentiamo respirare un racconto. Le pietre preziose di Mister B. ci parlano delle donne, sono un vero omaggio alle donne, diverse tra loro per spirito, coloritura e carattere. Le gemme ci raccontano anche la vita stessa di Mister B.: le sue radici (il Teatro Mariinski e i capolavori di Petipa-Ivanov nei Diamanti) e la realtà a lui contemporanea (l’America del suo New York City Ballet nei Rubini), la sua passione per la musica e la sua capacità di entrare dentro la partitura in modo intimo, profondo, tanto che ogni singolo movimento ha una precisa corrispondenza con ogni singola nota: i Rubini in particolare sono un vero e proprio omaggio a Stravinskij, suo connazionale e suo compositore prediletto. I gioielli ci raccontano Paesi che hanno segnato il suo percorso professionale, senza dimenticare la Francia, culla del balletto classico e terra che lo ha accolto negli anni Venti (Smeraldi).

Dal punto di vista tecnico Jewels è un balletto difficilissimo. E’ un banco di prova temibile e terribile per un qualsiasi corpo di ballo dato che prevede un’infinità di ruoli solistici, tra assoli, passi a due, a tre e a quattro, particolarmente complessi e complicati che necessitano di non poche vere étoile in organico per interpretarli tutti. L’unico corpo di ballo che può portare in scena un simile balletto in Italia è quello del Teatro alla Scala e bene ha fatto il direttore Makhar Vaziev a riproporlo a Piermarini a tre anni di distanza dal suo debutto scaligero. Assistendo alla seconda recita, lo scorso 12 marzo, si è avuta la conferma che il Corpo di ballo della Scala è in grado di competere con le principali compagnie europee per tecnica, capacità di interpretare lo stile e per l’assieme.

La scelta di questo titolo mette in luce anche il buon lavoro dietro le quinte effettuato dal direttore, un lavoro che fa emergere con forza diversi giovanissimi provenienti per lo più dalle scuole di ballo del Teatro alla Scala e dal Teatro dell’Opera di Roma e che valorizza alcuni primi ballerini in organico stabilmente nella compagnia. E questo si è visto soprattutto negli Smeraldi, un quadro eseguito in modo magistrale. Tra i giovanissimi non solo Claudio Coviello che affascina per i suoi salti volati e la sicurezza scenica, ma quattro vere emergenti: Vittoria Valerio, Virna Toppi (bella, brava, sicura e certamente più che una nuova promessa), Alessandra Vassallo e Marta Gerani (queste ultime due perfette nel pas de trois con Coviello), ben supportate dall’esperienza e solida maturità dei primi ballerini Antonino Sutera e Mick Zeni.

Meno convincenti i Rubini. Vittoria Valerio, che ha sostituito all’ultimo minuto l’ufficialmente infortunata Natalia Osipova, è riuscita, anche se con fatica, a rimanere nello stile a fianco dell’étoile ospite Ivan Vasiliev che di balanchiniano nulla aveva, sia nella tecnica, sia nello stile, sia nella sua stessa presenza scenica decisamente troppo ingombrante e vigorosa. Personalmente lo avrei lasciato a casa. Anche Marta Romagna non è apparsa in perfetta forma fisica.

Favoloso il quadro dei Diamanti: un corpo di ballo perfetto e una Polina Semionova semplicemente meravigliosa hanno suscitato meritati e infiniti applausi nel pubblico. Polina è una vera star: è riuscita a rendere rarefatto e astratto il fremito delle sue ali da cigno, è rimasta perfettamente balanchiniana senza farci dimenticare gli echi dei grandi balletti russi di Ciaikovski. Senza nessun eccesso, ci ha fatto accapponare la pelle in passaggi incredibilmente legati e fluidi, per le sue linee pulite e mai eccessive. Imperiale e mai sontuosa era al tempo stesso cigno e regina, principessa e donna viva capace di emanare una grandissima classe. A renderla ancor più meravigliosa l’abilità del suo partner, il primo ballerino dello Stuttgart Ballet Friedemann Vogel, sicuro e discreto, elegante e raffinato. Accanto a loro un corpo di ballo in un bell’assieme misurato e imponente capace di trasportarci in un immaginario e fiabesco palazzo di ghiaccio che evoca la Russia degli zar.

Ci piacerebbe poter assistere a tutte le recite di questo balletto che metteranno in luce nei vari ruoli principali anche tanti altri danzatori scaligeri per lo più giovanissimi tra cui Lusymay Di Stefano, Beatrice Carbone, Nicoletta Manni, Alessandro Grillo, Marco Agostino e Carlo Di Lanno. A tutti questi giovani, per lo più al loro debutto nei vari ruoli di questo complesso balletto, in mio personale in bocca al lupo.

Francesca Bernabini

16/03/2014

Nelle foto:

  1. Alessandra Vassallo, Claudio Coviello e Marta Gerani , JewelsEsmeralds, coreografia di G. Balanchine, Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  2. JewelsEsmeralds, coreografia di G. Balanchine, Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  3. Virna Toppi e Mick Zeni, JewelsEsmeralds, coreografia di G. Balanchine Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  4. Vittoria Valerio e Antonino Sutera,  JewelsEsmeralds, coreografia di G. Balanchine Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  5. Vittoria Valerio e Ivan Vasiliev,  JewelsRubies, coreografia di G. Balanchine Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  6. Vittoria Valerio e Ivan Vasiliev,  JewelsRubies, coreografia di G. Balanchine Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano
  7. Polina Semionova e Friedemann Vogel,  JewelsDiamonds, coreografia di G. Balanchine Teatro alla Scala, ph. Brescia e Amisano

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