La recensione

Béjart fête Maurice. Il Béjart Ballet Lausanne festeggia i suoi 30 anni e rende omaggio al suo maestro.

Nel 1997 Maurice Béjart lasciò Bruxelles e fondò una nuova compagnia a Losanna. Chiuso il Ballet du XXe Siècle, nasceva in Svizzera il Béjart Ballet Lausanne. A quasi 10 anni dalla scomparsa di Béjart, Gil Roman, attuale direttore di compagnia ha reso omaggio al suo Maestro con uno spettacolo inedito, una festa per Maurice andata in scena nei giorni scorsi a Losanna. Ha aperto t’M et variations, piéce di Gil Roman in cui i 40 danzatori sono impegnati in un dialogo immaginario con Béjart. Ha chiuso Béjart fête Maurice, una serie pas de deux di Béjart, scelti tra le sue oltre 300 creazioni.

Vederli danzare è come essere tra gli dei. La Bellezza si manifesta nelle dinamiche respirate, sostenute da una tecnica ineccepibile, di corpi magnifici illuminati dall’espressività appassionata dei volti e degli sguardi.

Il Béjart Ballet Lausanne, compagnia di giovani talenti, rende omaggio al suo grande maestro, Maurice Béjart, che trent’anni or sono lasciò Bruxelles per trasferirsi a Losanna, città scelta come nuova residenza della sua compagnia.

A quasi dieci anni dalla scomparsa di Béjart, Gil Roman suo grande interprete e danzatore succedutogli nella direzione artistica, ha voluto dedicargli, in occasione di questo doppio anniversario, uno spettacolo inedito.

Quaranta splendidi danzatori dialogano, in una sorta di tête à tête, con il geniale coreografo in un omaggio a lui dedicato.

Lo spettacolo,  andato in scena dal 16 al 22 dicembre 2016 al Théâtre de Beaulieu di Losanna e che successivamente sarà in tournée in diversi Paesi del mondo, si articola in due parti di cui t’M et variations è la prima piéce firmata da Gil Roman.

Roman racconta:  “ ho immaginato questa creazione come un dialogo con Maurice, un racconto in movimento per narrargli le vicissitudini della compagnia, un resoconto di come sono trascorsi questi ultimi dieci anni con i suoi danzatori di oggi e, insieme, abbiamo voluto sottolineare la sua grande personalità che è ancora vivissima tra noi. E’ l’eredità di Maurice, così come io la percepisco e che continua a vivere grazie a questo corpo organico che è la compagnia. Lo spirito al suo interno è sempre lo stesso di un tempo, a parte il fatto che ora ci sono io che la dirigo con il mio carattere e con i miei punti di vista. Come artista sono stato formato da Maurice, dalla sua eleganza estetica, dalla sua filosofia di pensiero e non mi separo mai da tutto ciò in quello che creo, ma piuttosto sottolineo i punti che posseggo in comune con lui”.

Gil Roman in t’M et variations si rifiuta di inserire una trama, nel senso di raccontare una vicissitudine reale, lasciando invece nascere spontaneamente il racconto dai corpi in movimento dei ballerini che, pur proiettandosi nello spazio in forme astratte, lo fanno giungere con un potere evocativo e incantato nell’anima dello spettatore.

Il danzatore diviene per magia una matita nitida che disegna percorsi inattesi di sogno, si interroga esprimendo nel coro dei gruppi e nella solitudine di una variazione, la nostalgia, l’avvenire, i ricordi, i progetti e l’allegria di immagini inattese.

Alternanza di pas de deux, di scene corali, di assoli per sollecitare e dar forma al ricordo… altri passi e ancora una rimembranza da cui poco a poco si concretizza una frase: t’M et variations, dichiarazione d’amore a Maurice e alla vita, nel senso più completo del termine.

Sulla scena, con la complicità che lo unisce ai suoi danzatori e ai suoi musicisti (Thierry  Hochstätter e jB Meier hanno composto la musica in diretta nello studio durante la creazione) alla maniera di un artista calligrafo, Gil Roman dedica a Maurice Béjart un diario della “sua” compagnia.

Cinquanta minuti di danza pura che esprimono lo stupore dell’incontro, l’amicizia, l’amore e che hanno il potere di unire per la vita. Soprattutto e sempre la magnificenza della vita.

La seconda parte dello spettacolo Béjart fête Maurice è invece congegnata, sempre sotto l’intelligente regia di Gil Roman, in un susseguirsi di celeberrime piéces di Béjart, scelte tra le sue oltre trecento creazioni: una serie di pas de deux, tra cui compaiono estratti da Héliogabal, Dibouk, Bhakti III, perle preziose incastonate in brani di sue coreografie più ampie o di altre, quasi dimenticate, che meriterebbero di essere riportate alla luce.

Nel riunire una suite di piéces come a voler preparare una festa, Gil Roman ha così composto una rapsodia leggera riconfermando il genio di Bèjart che non ha mai voluto costringere i suoi danzatori in uno stile o in un sistema coreografico, ma al contrario invece, liberarli nella danza.

I ballerini, che per la maggior parte non l’hanno conosciuto in vita, hanno potuto così “incontrarlo” danzando alcuni estratti dell’opera immensa del grande coreografo oggi più vivo che mai e parte del loro universo artistico.

“Abbiamo la fortuna di avere Gil, uomo dotato di sensibilità sorprendente, che ci trasmette l’insegnamento, lo spirito e l’estetica di Maurice e delle sue creazioni. Lo spettacolo vuole essere un nostro dono luminoso a Béjart, demiurgo della danza”.

Cosi si esprimono i danzatori alla fine di questo coinvolgente spettacolo, dopo aver interpretato il rito sensuale della danza sacra di Bhakti III, danzato da Kateryna Shalkina e Fabrice Gallarague, il misticismo delicato di Dibouk eseguito da Lisa Cano e Javier Casado Suàrez, la bellezza del pas de deux di Hamlet con la splendida coppia Elisabet Ros e Julien Favreau o ancora l’estasi dolcissima del terzo movimento della IXe Symphonie eseguito dalle due coppie, Kathleen Thieilhelm-Jiayong Sun e Solene Burel – Federico Matetich, e poi da tutta la compagnia.

Dopo questo spettacolo, il Béjart Ballet Lausanne sarà a Bruxelles con il Tokyo Ballet dal 6 all’8 gennaio 2017 per presentare la IXe Symphonie, “concerto danzato” sulla musica di Beethoven e la coreografia di Maurice Béjart. Creato al Cirque Royale de Bruxelles nel 1964 la IXe Symphonie non era più stata danzata nella capitale europea dal 1976.

Il 14 giugno 2017, invece, tredici anni dopo l’ultima rappresentazione nel 2004 all’Espace Odysée Malley, La Flûte Enchantée sarà di ritorno a Losanna. Danzata al Théâtre de Beaulieu, questo spettacolo magistrale, creato da Béjart sulla musica dell’opera di Mozart, farà parte delle celebrazioni del 2017, data del trentesimo anniversario della compagnia, che vedrà il Béjart Ballet Lausanne a Tokyo passando per Baden Baden, Madrid, Zürich, Budapest e Toulouse.

Mariolina Giaretta 

23/12/2016

Foto: 1. Béjart Ballet Lausanne,  Héliogabal di Maurice Béjart, ph. Gregory Batardon Photography; 2.-3. Béjart Ballet Lausanne, Béjart fête Maurice, ph. Gregory Batardon Photography; 4. Béjart Ballet Lausanne, Béjart fête Maurice, ph. Lauren Pasche; 5.-7. Béjart Ballet Lausanne, t’M et variations di Gil Roman, ph. Francette Levieux; 8.-16 Béjart Ballet Lausanne, t’M et variations di Gil Roman, ph. Gregory Batardon.

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