La recensione

Bella addormentata di Diego Tortelli per lo Junior Balletto di Toscana: una riuscita versione con Aurora bella e irraggiungibile

Meritatissimo successo al Teatro Regio di Parma per la Bella addormenta di Diego Tortelli per lo Junior Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini. Tortelli ambienta la sua Bella in una società frenetica in cui un giovane scrittore vive dei propri sogni idealizzando così la figura di Aurora, sorta di amore irraggiungibile. Ma ciò che balza all’occhio è uno stile personale e suggestivo, giocato su immagini limpide e cangianti, in grado di valorizzare al massimo le doti dei giovani e ottimi interpreti.

La bella addormentata è uno dei titoli più icastici del repertorio ballettistico tardo ottocentesco. È un balletto (rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo nel 1890 su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij e coreografia di Marius Petipa) in cui tutto parla di gloria, di fasto e bellezza. Un titolo importante sotto più punti di vista. Coreograficamente parlando La bella addormentata rappresenta ormai il crepuscolo di una tradizione, quella romantica, che va affossandosi a favore di una danza opulenta e che sia in grado si parlare da sola, quasi che la pantomima risulti ormai un orpello. Dal punto di vista stilistico, questo titolo delinea un punto di svolta grazie alla sua prima interprete, Carlotta Brianza, che seppe coniugare la grande abilità tecnica ad un modo di danzare che risultò, a differenza delle ballerine italiane che l’avevano preceduta, plastico, elegante e per nulla spigoloso: si andava così a configurare quello che oggi chiamiamo ‘stile russo’, sintesi di scuola italiana e francese.

Chi si è accostato negli anni a questa coreografia, non ha potuto prescindere da quanto detto in precedenza: i coreografi che hanno ripreso la partitura hanno sempre tenuto ben presente la grande lezione di Petipa. Parliamo ovviamente di coreografie concepite per grandi compagnie classiche. Sono subentrati negli anni anche ripensamenti in chiave contemporanea, come quello di Mats Ek con la sua Aurora eroinomane fino alla più recente versione di Matthew Bourne. Nel 2016 è stato possibile vedere al Teatro Regio di Torino anche la Bella di Nacho Duato con lo Staatsballet Berlin: una coreografia che si inserisce nel solco delle coreografie concepite per grandi compagnie di balletto ma che poco ha aggiunto alla prassi esecutiva del titolo.

Ora è il momento di Diego Tortelli e della sua Bella addormentata per lo Junior Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini. Un appuntamento senz’altro importante per un coreografo così giovane. Com’è andata? Diciamo subito che è andata molto bene. Nelle note di sala Tortelli ci parla di una società frenetica in cui un giovane scrittore vive dei propri sogni idealizzando così la figura di Aurora, sorta di amore irraggiungibile. In realtà, la cosa che balza all’occhio dello spettatore a fine serata è un amore quasi viscerale di Tortelli per le mille forme con cui plasma i propri danzatori. È un orchestratore abile nel solleticare l’attenzione dell’astante e in grado di creare immagini limpide e cangianti.

Diego Tortelli gioca pochissimo con la scena (un velario e poco altro) per focalizzarsi su immagini quasi mitologiche, come una sorta di scala composta dai corpi dei ballerini, e innervare il tutto su colori immediati come il bianco, il rosso e il nero. Frizzante anche l’idea di stemperare l’atmosfera a tratti fosca con una danza più pepata e vibrante riservata alle cameriere: quasi un numero à la Roland Petit. E quando la forma sembra prevaricare sul contenuto, Tortelli piazza sul finale un duetto semplicemente bello, dal sapore nebbioso e melanconico. Viene da pensare ad un’atmosfera felliniana nel vedere i due giovani danzatori stretti nei costumi bianchi e circondati dal palcoscenico che nel frattempo viene spogliato di quinte e fondali.

Diego Tortelli ha avuto la possibilità di danzare fra le firme più rappresentative del panorama contemporaneo come Carolyn Carlson, Olivier Dubois, Ohad Naharin, Angelin Preljocaj, Richard Siegal, William Forsythe. È indubbiamente un autore che si è nutrito del vocabolario di questi grandi maestri ma personalizzandolo in forza di uno stile personale e vigoroso. Un bella prima prova per un balletto a serata e che conferma la validità della tendenza da parte della direzione artistica di Cristina Bozzolini di affidare grandi titoli di repertorio (ricordiamo Coppélia del 2011 di Fabrizio Monteverde, Giselle del 2013 di Eugenio Scigliano e Romeo e Giulietta del 2015 di Davide Bombana) ad autori in grado di valorizzare le qualità dei giovani interpreti dell’ensemble. E sono stati tutti splendidi per duttilità, tecnica ed interpretazione i ballerini dello Junior Balletto di Toscana. Ricordiamo almeno le prime parti: Matilde Di Ciolo (Aurora), Roberto Doveri (Poeta), Veronica Galdo (Fidanzata), Martino Biagi (Carabosse).

Il pubblico del Teatro Regio di Parma ha applaudito la recita del 24 febbraio 2018 con molto calore. Non sono ancora molte le date per vedere questa Bella: chi ancora non l’ha vista cerchi di non perderla.

Matteo Iemmi

08/03/2018

 

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