La recensione

Bentornato Schiaccianoci: al Teatro dell’Opera di Roma grande successo per il balletto di Natale firmato Giuliano Peparini

È in scena fino al 2 gennaio 2022, al Teatro dell’Opera di Roma, Lo Schiaccianoci di Giuliano Peparini su musica di Pëtr Il’ič Ciaikovskij, rilettura coreografica della più famosa delle favole natalizie creata nel 2015 per il Corpo di Ballo del Lirico capitolino diretto da Eleonora Abbagnato. Un successo (replicato per tre stagioni successive) che conferma anche quest’anno l’efficacia registica di Peparini e la bravura degli interpreti. Nell’articolo la recensione a firma Lula Abicca della Prima del 19 dicembre 2021. Protagonisti Susanna Salvi, una Marie dolce ma risoluta, e Michele Satriano, perfetto principe Schiaccianoci. Ottima anche la prova di Alessio Rezza nel ruolo di François, di Claudio Cocino in quello di Drosselmeyer, e di Antonello Mastrangelo nei panni del Re dei Topi-Bad Boy.

È tornato Lo Schiaccianoci, lo “spettacolo dei record” del Teatro dell’Opera di Roma, firmato nel 2015 – su invito della direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato – dal coreografo e regista Giuliano Peparini: un successo straordinario replicato anche nelle stagioni 2016 e 2017.

Un ritorno, quest’anno, quanto mai atteso e felice. In scena dallo scorso 19 dicembre 2021 e in programma fino al 2 gennaio 2022 (per un totale di dodici recite), lo spettacolo è da sempre un richiamo irresistibile per gli appassionati di balletto e di atmosfere natalizie, pronti a lasciarsi trasportare verso mondi immaginari dalle note di Pëtr Il’ič Ciaikovskij. Un viaggio che, in questo preciso momento storico, viene incontro al carico emotivo di due stagioni complesse, segnate per tutti  (pubblico e artisti) dal caos pandemico. Forse anche per questo, oltre che per la consolidata efficacia registica di Giuliano Peparini e per l’evidente bravura degli interpreti, le recite al Costanzi vibrano di nuova energia e colore, tra l’emozione di un teatro pieno, le note finalmente dal vivo e corpi meravigliosamente danzanti.

Da noi recensito al debutto, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini torna quest’anno in una veste rinnovata che, snellendo la narrazione e puntando su una raffinata costruzione visiva e coreografica, ne esalta le invenzioni e la sognante spettacolarità: un cammino musicale e giocoso, che nelle preziose stanze di una casa in festa svela sapienti soluzioni scenografiche e videoproiezioni di immersiva fattura accompagnando la protagonista nell’arduo passaggio verso l’età adulta.

Fedele all’intento di creare uno spettacolo “per adolescenti”, il coreografo adatta la trama allo spettatore contemporaneo, lasciando che i personaggi mantengano una propria credibilità e linearità, pur nella fantasiosa vivacità di costumi e scenografie. Si assiste non tanto all’improvvisa trasformazione della piccola Marie in una giovane donna, quanto ad una progressiva presa di coscienza che ne riequilibra le relazioni con il mondo adulto. In un quadro di chiara ambientazione alto borghese, lo stesso Drosselmeyer perde i tratti dell’inquietante orologiaio di Hoffmann per diventare un fascinoso uomo d’affari e guida nel percorso di crescita di Marie. Resta invece fanciullo impertinente il fratello della protagonista, François, qui doppiamente discolo grazie ad un compagno di scherzi, ospite di casa Stahlbaum. Personaggio inventato da Giuliano Peparini, il piccolo bad boy è specchio del disagio di François e capo di una banda di “disturbatori” nella scena che richiama la ben nota “battaglia dei topi”.

Dopo il divertissement del secondo atto, che porta in scena le danze del mondo rivisitate con originalità e ironia, Marie riconosce infine il suo valoroso Principe Schiaccianoci nel timido nipote di Drosselmeyer: dolce risoluzione di un viaggio immaginario e consapevole risveglio nell’età adulta.

Nel balletto lo stile di Giuliano Peparini alterna richiami alla tecnica classica, alla danza contemporanea, all’hip hop, alla street dance e alla commedia musicale, riuscendo nell’impresa di conservare una buona omogeneità di insieme, rispettando andamento e colori delle note di Ciaikovskij e tratteggiando minuziosamente le caratteristiche dei personaggi. Notevoli i movimenti d’insieme (Valzer dei fiocchi di neve e Valzer dei fiori): evoluzioni strutturate che rivelano un corpo di ballo in grande forma. Coinvolgente il pas de deux finale di Marie e Principe Schiaccianoci: rivisitazione dell’originale, ne conserva sostanzialmente accenti e struttura esaltando la tecnica degli interpreti, che qui si abbandonano ai virtuosismi più tipici ed esaltanti del repertorio classico.

Meritano attenzione i protagonisti del balletto (nella Prima del 19 dicembre 2021 e in diverse recite successive), Susanna Salvi e Michele Satriano, brillanti interpreti da tempo beniamini del pubblico dell’Opera di Roma, freschi di promozione – rispettivamente ad étoile e primo ballerino – dopo il recente trionfo in Notre-Dame de Paris.

Vestendo i panni della giovane Marie, Susanna Salvi sfodera le sue armi migliori: una tecnica solida e una presenza scenica poderosa, che le consentono il più totale controllo del personaggio e delle evoluzioni del racconto. Fanciulla alle soglie della maggiore età, la sua Marie è gioiosa ma cauta, dolce ma risoluta, pronta non tanto a farsi “salvare” da un Principe quanto a riconoscerne le nobili intenzioni e a prenderlo per mano per compiere insieme un viaggio di scoperte e crescita. Il movimento scattante che vibra di appassionata espressività, alternato ad attimi di puro e romantico abbandono, rende assolutamente unico e riconoscibile il segno interpretativo di Susanna Salvi, étoile di magnetica bellezza, immagine perfetta di un’Opera di Roma forte e vigorosa.

Troviamo esaltante l’incontro con il partner Michele Satriano, qui impeccabile interprete del nipote di Drosselmeyer (e dunque protagonista dei passi a due principali del balletto): ripetutamente segnalato per le lodevoli interpretazioni in numerosi ruoli da protagonista, ne auspicavamo da tempo la nomina a primo ballerino, giunta finalmente lo scorso settembre (nel ruolo di Quasimodo in Notre-Dame de Paris) a conferma di un talento indiscusso. Physique du rôle e regale portamento fanno di Michele Satriano il perfetto principe d’animo puro e cristallino del quale amiamo i tratti di romantica discrezione, così come gli accenni ad un movimento morbido e quieto, che felicemente contrasta con i guizzi vivaci di Susanna Salvi. Ugualmente ammiriamo, di Michele Satriano, la salda presa con cui conduce la partner nei complessi pas de deux del balletto, pronto con assoluta certezza a misurare distanze e altezze un attimo prima di accoglierne gli slanci e gli appassionati abbracci. Attendiamo con curiosità le prossime prove del neo primo ballerino, le cui abilità tecniche e sfumature interpretative (anche in personaggi più complessi, come Don José in Carmen, Quasimodo in Notre-Dame e in Quattro stagioni dello stesso Peparini) hanno già esaltato il pubblico promettendo ulteriori sorprese.

Da segnalare, l’interpretazione di Alessio Rezza nel ruolo di François: sempre straordinario per la capacità di dipingere i tratti di ogni suo personaggio, il primo ballerino trascina il pubblico con eccezionale verve tra improvvise birichinate e conseguenti fughe, rivelando in ogni momento puntualità tecnica e musicale da fuoriclasse.

Efficace l’interpretazione, nel ruolo di Drosselmeyer, del primo ballerino Claudio Cocino: linee e gesto di tagliente precisione e volto di intensa espressività dipingono con cura i lati spigolosi del personaggio, conferendogli un’aura di autorevolezza e mistero.

Dal virtuosismo sicuro e ben calato nel ruolo anche Antonello Mastrangelo nei panni del Re dei Topi-Bad Boy. Emergono inoltre: Simone Agrò (Marionetta nel primo atto e solista nella Danza dei Mirlitoni del secondo atto), giovanissimo interprete di rara bravura; Giacomo Castellana, carismatico solista nella Danza spagnola; Federica Maine, Regina del palazzo e Principessa dei fiori, dalle linee armoniose e dalla tecnica nitida; il frizzante Alessandro Vinci nella Danza cinese e Marianna Suriano, flessuosa, nella Danza araba.

Molto buona l’esecuzione del corpo di ballo, così come la prova dei giovani allievi della Scuola di danza dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi.

Grande stile nei costumi di Frédéric Olivier ed estrema efficacia (del resto caratteristica di Giuliano Peparini) nelle scenografie di Lucia D’Angelo e Cristina Querzola potenziate dalla video-grafica (in alcuni tratti, dai colori leggermente preponderanti rispetto ai contorni dei danzatori) di Edmondo Angelelli.

Straordinaria l’accoglienza del pubblico del Teatro dell’Opera, già entusiasta durante la rappresentazione con applausi a scena aperta e decisamente caloroso nei lunghi saluti finali.

Lula Abicca

26/12/2021

Foto: 1. Susanna Salvi e Michele Satriano, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, ph. Fabrizio Sansoni Opera di Roma; 2. Susanna Salvi, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, ph. Fabrizio Sansoni Opera di Roma 2021; 3.-4. Alessio Rezza e Susanna Salvi, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, ph. Fabrizio Sansoni Opera di Roma; 5. Claudio Cocino, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, ph. Fabrizio Sansoni Opera di Roma; 6. Michele Satriano e Susanna Salvi, Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, ph. Fabrizio Sansoni Opera di Roma;

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