La recensione

ConFormazioni a Palermo tra spettacoli, incontri e workshop

Organizzata da Muxarte, diretta da Giuseppe Muscarello, si è svolta dal 26 al 29 aprile 2018 a Palermo la 2° edizione del Festival di Danza ConFormazioni. In scena 12 corti di danza tra cui Deux Rien, poetico gioiello francese di Clement Belhache e Caroline Maydat, l'intelligente Re-Garde di Francesco Colaleo e Maxime Freixas, il divertente Oltremai dell' atletica Lucrezia Maimone e l'intenso La donna puma di Silvia Giuffrè. Applaudito Daniele Ninarello. Seducenti le performance di Francesca Lettieri, di Giorgia Di Giovanni e Pierfrancesco Mucari. Poetico Tutt'Uno di Sara Sguotti e Nicola Cisternino, rock Martina La Ragione, dura Paola Bianchi, muscolare Fernando Roldan Ferrer. In apertura Franca Ferrari.

Se Jacques Tati fosse stato tra il pubblico di Deux Rien, spettacolo eloquente già nel titolo, si sarebbe guardato intorno, con l’ aria estraniata del suo personaggio, l’impagabile Monsieur Hulot, stupito dal vedere la gente ora sbellicarsi dalle risate, ora con gli occhi umidi per la commozione. Ci vuole gran teatro, mestiere e capacità poetica nel descrivere l’umano, còlto nella fragilità dei due clochard protagonisti, Due Niente appunto. Questo spettacolo è un piccolo gioiello a firma di Clement Belhache e Caroline Maydat, della Compagnia Comme Si, in prima rappresentazione italiana direttamente da Parigi, visto in chiusura del Festival di Danza ConFormazioni, qualche giorno fa a Palermo.

In alternanza tra lo spazio del Museo Riso, nell’atmosfera della Sala Kounnellis e il Piccolo Teatro Patafisico, all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico della città e l’ex Noviziato ai Crociferi, la manifestazione, organizzata da Muxarte e diretta da Giuseppe Muscarello, si è svolta dal 26 al 29 aprile 2018. Giunto alla seconda edizione, con una moltiplicazione delle proposte, ConFormazioni è stato realizzato con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e della Fondazione Sant’Elia, con la collaborazione del Teatro Biondo di Palermo e del Teatro Massimo.

Isprirato al tema della memoria e della trasmissione, intese come legame tra passato e futuro, in un presente che non sempre riesce a trovare una narrazione coerente di se stesso, il festival ha messo in scena dodici “corti” di danza contemporanea, cinque workshop e due incontri con il pubblico, curati da Roberto Giambrone, giornalista e studioso; ospiti Alessandro Pontremoli, professore di Storia della danza all’Università di Torino e Roberto Zappalà, catanese, mente coreografica e direttore della Compagnia Scenario Pubblico (artista pluripremiato e assai poco invitato a Palermo, come da tradizione siciliana).

Inaugurazione sulla scalinata del Teatro Massimo con un’ azione performativa dal titolo Sorgente a firma di Franca Ferrari, presentata nel 2013 al MAMbo di Bologna e nel 2016 alla Triennale di Milano. Poi al via gli spettacoli, un’ interessante testimonianza di una rappresentanza della danza contemporanea che sembra aver voltato pagina, ricercando un rinnovato repertorio ideativo, meno imprigionato nella celebrazione, a volte ermetica,  del disagio della contemporaneità. Così alcuni spettacoli sono apparsi credibili, sostenuti, nella maggior parte dei casi da idee progettuali dalle tracce percettibili, connesse a dimensioni interpretative avvicinabili, del resto premiate dal consenso evidente di un pubblico numeroso, del quale hanno fatto parte molti allievi del liceo coreutico di Palermo.

Pulsazioni rock per Martina La Ragione con I Always Wanted To Be, produzione Déjà Donné, ben integrato alle superfici scabre dei muri del Museo Riso, ideale scenario per le suggestioni del ruvido testo di Ivan Fantini, partner di parola nel duro D’Animanimanimale di Paola Bianchi, accostabile nel gusto per il movimento concentrato ma aperto all’inatteso, ai quattro suggestivi quadri di Non(leg)azioni di Daniele Ninarello, uno degli artisti più applauditi delle quattro serate.

Gioco d’ironia e leggerezza, accompagnata da una scrittura coreografica scattante e  strettamente impaginata per l’intelligente Re-Garde della coppia Francesco Colaleo e Maxime Freixas, Compagnia MF, seguito in  divertente alternanza tra paradosso e narrazione da Oltremai, firmato e interpretato dell’ atletica Lucrezia Maimone, Compagnia Circadì, affine per gusto ed elaborazione letteraria all’intenso La donna puma di Silvia Giuffrè, Compagnia Ominia.

Dedicati al tema dell’improvvisazione le seducenti performance Posto Vuoto di Giorgia Di Giovanni e Pierfrancesco Mucari al sassofono, produzione Muxarte e Revolution di Francesca Lettieri, Compagnia AdArte, in ammiccante dialogo con la musica.

Denso e poetico Tutt’Uno di Sara Sguotti e Nicola Cisternino, Compania SA.NI., meno convincente il muscolare Haeresis di Fernando Roldan Ferrer, produzione Scenario Pubblico, in prima rappresentazione.

La contemporaneità anche nella possibilità di creare reti di circuito degli spettacoli, focalizzando obiettivi e mutamenti del sistema danza oggi, in Italia e all’estero, è stato il tema di una linea di confronto con i direttori di altri festival: Roberta Nicolai per Teatri di Vetro, Maurizia Settembri di Fabbrica Europa, Angela Fumarola di Armunia Festival. Proiezioni di Screendance, ovvero studi sull’intersezione tra danza e schermo, a cura di Ariadne Mikou di Future Mellon, in anteprima di ConFormazione Off, previsto in ottobre.

Daniela Cecchini

02/05/2018

Foto: 1.-4. Deux Rien di Clement Belhache e Caroline Maydat, Comme Si, ph. Serena Pantaleo; 5. Non(leg)azioni di Daniele Ninarello, ph. Serena Pantaleo; 6.-7. Oltremai di Lucrezia Maimone, ph. Serena Pantaleo; 8. Re-Garde di Francesco Colaleo e Maxime Freixas, Compagnia MF, ph. Serena Pantaleo; 9.-10. Haeresis di Fernando Roldan Ferrer, ph. Serena Pantaleo; 11. Giuseppe Muscarello , ph. Serena Pantaleo; 12. il pubblico di ConFormazioni a Palermo, ph. Serena Pantaleo; 13. Sorgente di Franca Ferrari ;  14. incontri a ConFormazioni a Palermo, ph. Serena Pantaleo; 15.-18. workshop durante ConFormazioni a Palermo, ph. Serena Pantaleo; 19. Martina La Ragione, ph. Tommaso Canciani; 20.-23. Alcuni degli artisti in scena.

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