La recensione

Dance, Dance, Dance, con la Compagnia EgriBiancoDanza al PimOff di Milano

Dance, Dance, Dance, è l’accattivante titolo di uno spettacolo in tre episodi legati da un sottile filo a firma di Raphael Bianco. In scena i sette danzatori della EgriBiancoDanza che incontrano il gusto del pubblico, appagano l’occhio, catturano per la dinamicità e l’ironia.

La Compagnia EgriBiancoDanza ha presentato nei giorni scorsi al PimOff Milano una coreografia del 2012 di Raphael Bianco dall’accattivante titolo Dance, Dance, Dance.

L’attuale Compagnia EgriBiancoDanza si compone di sette elementi stabili, provenienti da esperienze professionali di alto livello, e possiede un solido repertorio che spazia dal balletto neoclassico alla danza contemporanea di matrice centro-europea. Il suo stile coreografico riunisce nella preparazione una solida base accademica alle varietà dinamiche della creazione coreografica odierna. Il sodalizio fra Susanna Egri e Raphael Bianco ha radici lontane: nel 1998, dopo sei anni di pausa, Susanna Egri ha ravvisato nel suo discepolo Raphael Bianco, da anni attivo come ballerino in diverse compagnie estere, il collaboratore ideale per la creazione dell’odierna compagnia. Da allora la collaborazione continua.

Dance, Dance, Dance si rifà al celebre libro di  Haruki Murakami. Il balletto, come le pagine dell’originale scrittore, rappresentano una storia all’apparenza slegata e sconnessa avvalorata da un sottile filo che lega episodi che non hanno nulla in comune gli uni con gli altri.

Uno spettacolo di danza che ci aiuta a far risaltare o meglio a far confluire negli altri le emozioni per dare un giusto valore al presente e riuscire a comprendere la chiave di volta per sentirsi totalmente in sintonia con il mondo.

Inizialmente tutto sembra confuso, senza alcuna logica, ma le cose iniziano a cambiare istante dopo istante, passo dopo passo, come in un crescendo.

Lo spettacolo, in realtà, è formato da un trittico che appoggia le basi su celebri melodie contemporanee e sperimentali di John Cage, John Adams e David Hykes. Dopo un’attenta e partecipata lettura, da parte di due giovani e dotate attrici, di alcune pagine del libro di Murakami si parte con il primo pezzo dal sottotitolo Sacred Dance, che analizza le danze e i movimenti che offrono maggiore consapevolezza della mente, del corpo e delle emozioni, liberandoci dalla costrizione per una danza votata alla libertà mediante un linguaggio altrettanto nuovo, un modo diretto di sperimentare che consente al corpo di sentire la propria meccanicità con correnti di energia positiva, riportando il tutto all’essenzialità.

Il secondo pezzo Secret Dance parte da un concetto di seduzione, la quale si manifesta con ironia e passione profonda, desiderio intenso, attrazione in un  ballo che rivela abilità sulle dinamiche e nello spazio, un movimento che comunica le emozioni più profonde dell’intimo.

Il terzo pezzo, a conclusione della serata, Simply Dance dipinge la danza nel suo aspetto più ludico e divertente mettendo in risalto l’arte performativa che si comunica attraverso il movimento della coreografia ma in quanto accattivante e ironica sembra improntato sull’improvvisazione in un linguaggio di aggregazione festosa e popolare come veicolo di unione tra la gente ovvero tutto quanto può servire a sollevare l’animo dalle cure quotidiane, dalle preoccupazioni, dal lavoro, dalle fatiche.

Una danza che è svago, spasso, passatempo e gioco.

Gli interpreti Elisa Bertoli, Maela Boltri, Melissa Boltri, Vanessa Franke, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Alessandro Romano incontrano il gusto del pubblico, appagano l’occhio, catturano per la dinamicità e l’ironia in un allestimento atto ad esaltare le caratteristiche tecniche dei danzatori.

La ricetta di Raphael Bianco e dell’intera compagnia è danzare mantenendo il ritmo della vita, lasciandosi andare e ascoltando le vibrazioni del corpo come fosse un “rito” necessario per fondare la propria vita sulla certezza della disciplina corporea che ben si addice al titolo: Dance, Dance, Dance.

Michele Olivieri

31/10/2014

Foto: 1. e 2. ph. Simone Vittonetto

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