Accademia Nazionale di Danza

Bruno Carioti nuovo Direttore dell’Accademia nazionale di danza

Bruno Carioti è stato eletto il 22 ottobre 2014 al primo turno, con grandissima maggioranza nuovo Direttore dell’Accademia nazionale di danza. A votarlo, i docenti dell’Accademia nel corso delle prime elezioni democratiche dopo i 17 anni di monopolio Parrilla e un anno di Commissariamento. Solo una manciata di voti ai candidati interni dell’Accademia. Diverse le motivazioni che hanno spinto i docenti a scegliere un musicista come direttore dell’unico Istituto per l’Alta Formazione in tema di danza riconosciuto dallo Stato italiano.

Dopo i 17 anni di monopolio Parrilla e un anno di Commissariamento la democrazia è tornata all’Accademia nazionale di danza. I docenti dell’Accademia hanno infatti finalmente potuto eleggere il loro direttore. E questo è un grande, grandissimo risultato ottenuto grazie a tanti docenti e studenti che per anni e anni hanno combattuto per la democrazia subendo denunce, diffide, lettere di contestazione e sospensioni nell’indifferenza di un Ministero che – nonostante i richiami contenuti in infinite interrogazioni parlamentari – ha difeso per anni con il suo silenzio un direttore nominato per decreto.

I docenti dell’Accademia nazionale di danza non hanno però eletto uno di loro, ma il Commissario di nomina ministeriale che da un anno guida l’Accademia. Il nuovo Direttore per il triennio 2014/2017 è infatti Bruno Carioti, 63 anni, una vita spesa nei Conservatori. Diplomato nel 1975 all’Accademia di Santa Cecilia, ha insegnato Teoria, Solfeggio e Dettato Musicale al Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila, diventando al 1998 al 2013 direttore del Conservatorio aquilano. Nel suo curriculum anche la presidenza della Conferenza dei Direttori dei Conservatori Musicali Italiani e la sua nomina nel Consiglio direttivo dell’Associazione Europea dei Conservatori.

L’elezione di Bruno Carioti quale nuovo direttore dell’Accademia è stata accolta dal mondo della danza con non pochi sberleffi e con commenti particolarmente indignati. Perché mettere al vertice dell’unico istituto statale dedicato alla danza un musicista? Perché non eleggere un coreografo o un danzatore di chiara fama così come avviene in qualsiasi Accademia di Stato al mondo o nelle scuole di ballo dei teatri nazionali? Possibile che tra gli oltre 80 docenti di ruolo dell’Accademia (in questo numero sono compresi i professori di materie tecniche, di materie teoriche e i pianisti) non ci fosse nessuno in grado di ricoprire tale incarico e avere la fiducia dei colleghi?

Personalmente credo che le motivazioni che hanno spinto i docenti a votare in massa Carioti (61 voti su 81) piuttosto che i loro due colleghi (Joseph Fontano e Annapaola Pace) sono diverse e vanno al di là delle competenze e del valore dei candidati interni. In primo luogo Carioti rappresenta, per la maggior parte dei docenti, una sorta di arbitro capace di mediare tra le non poche tensioni interne scaturite in anni di diatribe fra coloro che hanno avvalorato e supportato la direzione Parrilla, coloro che l’hanno invece combattuta strenuamente e coloro che hanno evitato di prendere una posizione definita.

Il motivo per cui questo arbitro esterno è stato identificato in Carioti e non in un personaggio di chiara fama del mondo della danza al di fuori dell’Istituto, è determinato dal fatto che i candidati eleggibili dovevano possedere requisiti ben specifici, primo fra tutti essere docenti di ruolo del comparto Afam del Miur, ossia essere docenti di ruolo dell’Accademia o di Conservatorio o di altre Accademie riconosciute nel sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale del Ministero dell’istruzione, dell’università e ricerca e aver svolto incarichi nella direzione. Questo almeno per allargare il campo dei possibili candidati rispettando la normativa vigente dato che forse un’applicazione puntuale e restrittiva delle numerose leggi che regolamentano la vita dell’Accademia avrebbe forse voluto che il profilo del candidato a direttore fosse il seguente: essere docente di ruolo, aver ricoperto già incarichi di direzione, essere un coreografo (lo stabilisce la legge istitutiva dell’Accademia). Il che significava avere solo un possibile candidato, ossia Joseph Fontano, con il risultato del venir meno del principio democratico di poter effettuare una scelta fra una rosa di possibili candidati.

Inoltre Carioti si adatta al profilo di direttore del nuovo ordinamento dell’Accademia. Le attuali competenze del direttore dell’Accademia sono infatti molto diverse da quelle esercitate ai tempi della Ruskaja o di Giuliana Penzi o a quelle di una scuola di ballo in una fondazione lirica dove il direttore è responsabile di scelte didattiche, artistiche e della vita stessa della Scuola. Con la trasformazione dell’Accademia in Istituto di tipo universitario, il direttore somiglia più a un coordinatore con funzioni operative e esecutive, dato che il vero motore dell’Accademia è il Consiglio Accademico che esercita le funzioni di guida nella didattica e nelle scelte artistiche dell’istituto. In sostanza è quasi più importante che il direttore abbia conoscenze di tipo legislativo, amministrativo e gestionale piuttosto che competenze artistiche o tecniche di danza. In un sistema sano, democratico e collegiale, il direttore è il trait d’union tra le varie Scuole (quella di classico e quella di contemporaneo), il Consiglio Accademico, il Collegio dei professori e il Consiglio d’Amministrazione. Uno dei motivi di grande attrito fra la Parrilla e i docenti era forse proprio nel fatto che la Parrilla voleva dirigere l’Accademia secondo una visione personalistica che era ben lontana da quella sancita dalla riforma dell’Accademia in istituto di tipo universitario che vede come cuore decisionale dell’Istituto il Consiglio Accademico i cui membri sono nominati dai docenti.

E’ inoltre da tener presente che attualmente l’Accademia ha dei seri, serissimi problemi di identità. La sua collocazione nell’istruzione universitaria le toglie infatti la possibilità concreta di formare danzatori, almeno in ambito classico. I ballerini  devono infatti essere pronti per la scena già a 18 anni e i bienni e i trienni sono invece rivolti a studenti che abbiano già il diploma di maturità. I corsi normali (ossia i vecchi corsi dal 1° all’8° corso) sono ad esaurimento e poco si comprendono le finalità e i programmi dei cosiddetti corsi pre-accademici (ossia corsi preparatori ai corsi accademici dei trienni e bienni di livello universitario). L’Accademia in futuro diventerà dunque sempre più esclusivamente un luogo dove si formano docenti di danza? E quale spendibilità ha oggi il titolo conseguito come docente di danza date le scarse possibilità di impiego in ambito pubblico e l’assenza di un qualsivoglia regolamentazione e quindi necessità di titolo di studio per operare nel privato? Anche nell’ambito di questa necessaria riscrittura delle finalità formative dell’Accademia, Carioti costituisce una presenza importante. Non dimentichiamo infatti che Carioti è stato appena nominato dal Ministero dell’Istruzione, università e ricerca, come uno dei componenti del Comitato ristretto che entro l’anno dovrebbe riformare il sistema AFAM, ossia l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica da cui dipendono i Conservatori e l’Accademia nazionale di danza. In sostanza Carioti potrebbe rappresentare le istanze e i problemi dell’Accademia all’interno stesso di questo comitato che dovrebbe produrre entro l’anno un documento per la ridefinizione di tutto il settore.

Altro problema che necessariamente l’Accademia dovrà affrontare nell’immediato futuro è il delicato rapporto con la Fondazione dell’Accademia, un rapporto questo che purtroppo nell’anno di Commissariamento appena trascorso non ha fatto nessun significativo passo in avanti e non certo per colpa della Fondazione. Una nuova collaborazione dovrà necessariamente essere trovata non fosse altro per il villino Nunez, di proprietà della Fondazione, utilizzato dall’Accademia e su cui pende una sentenza di sfratto “per grave inadempimento dell’Accademia nazionale di danza”.

Per affrontare questa e altre urgenze è importante che il processo di ricostituzione degli organi di governo dell’Accademia si completi quanto prima, a partire proprio dalla ricostituzione del Consiglio Accademico che, come detto, dovrebbe essere il cuore pulsante dell’Accademia. Ci auguriamo che questo nuovo cuore sia in grado di far rinascere un’Istituzione che oggi non ha purtroppo il prestigio che invece potrebbe e dovrebbe avere. Ci auguriamo anche che questo nuovo cuore batta anche in sintonia con il mondo della danza che vive fuori dalle mura dell’Aventino.

Francesca Bernabini

25/10/2014

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy