La recensione

Al Teatro San Carlo tanti giovani per Falstaff di Giuseppe Verdi, un’opera musicale oltre gli stereotipi.

Al Teatro San Carlo è andato in scena dal 13 al 20 marzo 2016 l'ultimo Falstaff firmato dal regista Luca Ronconi. Una regia scarna e elegante, in un tempo indefinito ma passato, per questa opera lirica grandiosa, liberamente tratta da Shakespeare, dove Verdi supera stereotipi e codici predefiniti. Il direttore d’orchestra Pinchas Steinberg ha estrapolato molte chicche dalla partitura. Roberto de Candia è Falstaff con una bella ed espressiva emissione. Accanto a lui Antonio Poli, Rosa Feola, Fabian Veloz, Cristiano Olivieri, Bruno Lazzaretti, Gabriele Sagona, Ainhoa Arteta, Enkelejda Shkoza e Marina Comparato.

Di Giuseppe Verdi si conoscono le arie e i pezzi chiusi con quella semplicità melodica che le rende orecchiabili, anche se inserite in una articolazione generale geniale. Di Giuseppe Verdi si conosce la meticolosità nel suo rapporto con i librettisti (“la parola scenica”, “inventare il vero”) e le indicazioni sceniche che oggi ci fanno divertire nelle reinterpretazioni di registi – fortunatamente – arditi. Di Giuseppe Verdi si banalizzano le cabalette e gli accompagnamenti con zùm-pa-pa, forse a causa di interpretazioni superficiali e non contestualizzate agli strumenti moderni. Provate ad ascoltare l’incipit dell’ultima opera di Verdi, Falstaff (1893) per riconsiderare tutti gli stereotipi che accompagnano l’immenso operista.

Andata in scena dal 13 al 20 marzo 2016 al Teatro di San Carlo di Napoli, Falstaff è davvero un’opera grandiosa. Liberamente tratta da William Shakespeare, racconta i pasticci combinati da Sir John Falstaff che si è messo in testa di conquistare Alice Ford e Meg Page, nonostante egli sia un vecchio nobile decaduto ubriacone e accompagnato da due cialtroni, Bardolfo e Pistola. Falstaff invia alle femmine due lettere identiche e scatena la loro voglia di vendicarsi con una burla, grazie alla complicità di Mrs Quickly. Nella storia entrano altri elementi: la storia d’amore tra Nannetta Ford e Fenton, contrastata dal padre di lei che la vuole in sposa all’inconsistente dottor Cajus; la gelosia di Ford che intercetta l’appuntamento “tra le due e le tre” della moglie con Falstaff, credendo si tratti di una tresca amorosa. Il tutto scorre tra un bagno indesiderato nel Tamigi di Falstaff e si conclude nel bosco delle fate, teatro di un’altra burla orchestrata per il vecchio, ma risultata tale per tutti: scambi di persona e matrimonio dei giovani amanti così che tutti vengono gabbati, come dice la fuga finale (Tutto nel mondo è burla).

Questa trama si svolge interagendo perfettamente con la musica, con il libretto dello scapigliato Arrigo Boito.  Ogni elemento musicale ci parla del personaggio, delle sue intenzioni, dei suoi cambiamenti in relazione al contesto.  L’armonia e l’accompagnamento delle linee melodiche non sono prevedibili. Le attese del pubblico e le convenzioni vengono ribaltate. Per dirne una, l’uso della ritmica. Semplificando, il personaggio maschile solitamente si presenta deciso nelle accentuazioni (in battere) mentre le donne sono più esitanti (in levare) – astenersi femminismi, ma solo in questo caso perché gli stereotipi di genere sono cosa seria! Quando però la situazione si complica e Alice diventa più decisionista, anche la sua ritmica cambia in senso maschile (finale atto II). Bisogna ascoltare questo Verdi con orecchie nuove. Verificate con la consueta playlist cliccando QUI.

Giovedì 17 marzo sono stata al Teatro di San Carlo e posso dire che il direttore d’orchestra Pinchas Steinberg ha estrapolato molte chicche dalla partitura. Su tutto ho apprezzato i colori dell’orchestra, le dinamiche dal pianissimo al fortissimo, la relazione con i cantanti nell’interazione deliziosa tra strumenti e voce che attraversano repentinamente diverse espressioni. Forse negli assiemi è stata sacrificata un po’ di precisione (quartetto delle comari, ad esempio), ma il bello dello spettacolo dal vivo è anche questo e non è un modo di dire: cerchiamo di andare di più agli spettacoli, perché ascoltare/vedere solo a casa con un impianto stereo perfetto, senza disturbi del vicino che rumoreggia, con la potenza di suono che desideriamo e le immagini nitide del DVD, con la perfetta equidistanza e il rispetto dei piani gerarchici dei suoni…ecco, ascoltare così ci allontana dalla realtà della performance che è sicuramente magica ma terribilmente imprecisa.

Avevo già visto la regia di Luca Ronconi al Teatro dell’Opera di Firenze ripresa da Marina Bianchi, con le scene di Tiziano Santi, i costumi di Maurizio Millenotti e le luci di A. J. Weissbard. È l’ultimo Falstaff firmato dal regista scomparso l’anno scorso, una coproduzione con il Teatro Petruzzelli di Bari e con la l’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino. Regia scarna ed elegantissima, in un tempo indefinito ma passato, suddivide lo spazio scenico con sovrabbondanza di elementi concentrati (un angolo sottosopra per i gozzovigli di Falstaff, un lettone sovrastato da una poderosa quercia). Le quinte sono dei grandi teloni incorniciati, sollevati i quali si muovono macchinari di ferraglie tipo Eiffel, come una sorta di gru che, a dire il vero, entra ed esce a fatica costringendo i cantanti a fare acrobazie nel sollevarlo per entrare in scena evitando di schiantarsi sul telone. Effetto goffo voluto? Riuscitissimo.

Mi è piaciuto Roberto de Candia/Falstaff, baritono sicuro, con una bella ed espressiva emissione, che in questo caso ha mostrato gestualità di maniera, insomma non originalissima rispetto ai suoi standard. Oasi di calma musicale voluta da Verdi e ben realizzata: il tempo sospeso dell’amore nella concitazione generale degli innamorati Antonio Poli/Fenton e Rosa Feola/Nanetta. Quest’ultima fraseggia con dolcezza e temperamento (Sul fil d’un soffio etesio). In scena la riuscita contrapposizione tra i signorili Fabian Veloz/Ford e Cristiano Olivieri/Cajus fi fronte ai cialtroni Bruno Lazzaretti/ Bardolfo e Gabriele Sagona/Pistola. Tutto uno spumeggiare con le comari, la brava Ainhoa Arteta/Alice, Enkelejda Shkoza/Quickly, Marina Comparato/Meg.

Bello il Teatro di San Carlo. La mia inclinazione pop-barocca mi porta ad apprezzare stucchi e decorazioni, perfino nei leggii degli orchestrali con la lucina incastonata in una testa di creatura alata. Sul biglietto solitamente c’è scritto “poltrona” in platea: qui lo è davvero, mentre siamo abituati a sedere su sedie, rosso-imbottite sì, ma sempre sedie. Teatro pure strapieno di giovanissimi, nella replica di giovedì 17. A Napoli Falstaff si inserisce infatti in un progetto di celebrazioni shakespeariane (400 anni dalla morte del bardo), con tanto di eventi collaterali e attività educational che hanno portato a teatro anche studenti dall’Università Federico II. Bene, molto bene. Abbassiamo l’età media, nei teatri lirici.

Ippolita Papale

@salottopapale

 

Falstaff. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Arrigo Boito.

Al Teatro San Carlo di Napoli dal 13 al 20 marzo 2016.

  • Direttore: Pinchas Steinberg
  • Regia: Luca Ronconi ripresa da Marina Bianchi.
  • Scene: Tiziano Santi
  • Assistente alle scene: Alessia Colosso
  • Costumi:  Maurizio Millenotti. Assistente ai costumi:  Tiziano Musetti
  • Luci: A.J. Weissbard. Assistente alle luci: Pamela Cantatore
  • Allestimento del Teatro di San Carlo in coproduzione con il Teatro Petruzzelli di Bari e con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Interpreti

  • Sir John Falstaff: Roberto de Candia (13, 15, 17 e 20 marzo) / Elia Fabbian
  • Ford: Fabian Veloz (13, 15, 17 e 20 marzo) /Stefano Antonucci
  • Fenton: Antonio Poli (13, 15, 17 e 20 marzo) / Leonardo Cortellazzi
  • Dott. Cajus: Cristiano Olivieri
  • Mrs Alice Ford: Ainhoa Arteta (13, 15, 17 e 20 marzo) / Eva Mei
  • Nannetta: Rosa Feola
  • Mrs Quickly: Enkelejda Shkoza (13, 15, 17 e 20 marzo) / Barbara Di Castri
  • Mrs Meg Page: Marina Comparato (13, 15, 17 e 20 marzo) / Annunziata Vestri
  • Bardolfo: Bruno Lazzaretti (13, 15, 17 e 20 marzo) / Gianluca Sorrentino
  • Pistola: Gabriele Sagona
  • Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Foto: 1.- 3. Falstaff di Giuseppe Verdi, Regia Luca Ronconi, Teatro San Carlo, ph. Francesco Squeglia; 4.-5. Falstaff di Giuseppe Verdi, Regia Luca Ronconi, Teatro San Carlo, ph. Luciano Romano; 6. locandina; 7. il direttore d’orchestra Pinchas Steinberg; Luca Ronconi e Marina Bianchi; 8. Luca Ronconi al Teatro di San Carlo, Archivio Storico Teatro di San Carlo.

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