La recensione

Dido & Aeneas di Sasha Waltz, show multimediale barocco all’Opera di Roma.

Sold out per il Dido & Aeneas di Henry Purcell al Teatro dell’Opera di Roma nella versione elegante e appropriata della coreografa/regista Sasha Waltz e con l’ottima direzione musicale di Christopher Moulds. Nello spettacolo la magia di uno show barocco, costruito con eccessi e dettagliato con grazia in uno struggente mix di poesia per musica, movimento, visualità. I cantanti sono doppiati o triplicati dai danzatori che amplificano testo e musica. Virtuosi musicisti suonano con abilità strumenti originali grazie alla ricostruzione di Attilio Cremonesi.

Enea sbarca a Cartagine, si innamora di Didone che lo ricambia, ma la abbandona per proseguire il suo viaggio benedetto dagli dei e sollecitato da sotterfugi di streghe. In soldoni è Dido and Aeneas di Henry Purcell, opera barocca con libretto di Nahum Tate dal IV canto dell’Eneide. Ho visto la replica del 14 settembre 2016 al Teatro dell’Opera di Roma che l’ha proposta nella versione della coreografa e regista Sasha Waltz con la direzione musicale di Christopher Moulds. Lo spettacolo era anteprima del RomaEuropa Festival 2016.

Mi piace iniziare dalla fine della performance. Didone morente canta Remember me, but forget my Fate e il coro invita a spargere rose pronunciando parole come soft e gentle, tutto su sfumature in pianissimo che tolgono il fiato. Poco a poco si svela lo scheletro del teatro, che si denuda del fondale. Si vedono le americane con le luci, le strutture che hanno consentito agli artisti di apparire e sparire a varie altezze, il nero illuminato da lividi neon. Da un lato, la magia barocca appena rappresentata si polverizza a ricordare che si tratta solo artifici teatrali. Dall’altro, una tristezza composta e densa ci accompagna prima del liberatorio e catartico applauso. Struggente mix di poesia per musica, movimento, “visualità”.

Questa, per me, è la sintesi dello spettacolo rivisto da Sasha Waltz, di cui ho parlato nella presentazione  già pubblicata in queste stesse pagine di Danzaeffebi.

Questo finale che ho raccontato è il lamento di Didone, immensa bellezza nella storia della musica con quell’accompaganmento di basso continuo che é simbolo della musica barocca. Per restituire l’intensità della parte musicale, vi propongo la versione più convincente che ho trovato sul web, quella della Royal Opera House: Didone é la bravissima Sarah Connolly e il regista, guarda un po’, ancora un coreografo, Wayne McGregor.

Spettacolo elegante e appropriato, questo di Sasha Waltz. Ha realizzato in pieno lo show barocco, che è costruito con eccessi e dettagliato con grazia. Intorno al 1689, l’opera servì a Josias Priest per una rappresentazione con le educande aristocratiche del suo convitto (e Sasha Waltz ce lo ricorda alla fine del primo atto senza musica, con una sorta di lezione di danza e di buone maniere un po’ lunga ma esilarante).  I cantanti sono doppiati o triplicati dai danzatori per amplificare i significati di testo e musica. Gli eleganti costumi di Christine Birkle servono a distinguerli cromaticamente, a creare una composizione fatta di blocchi di corpi. I cantanti e il coro del Vocalconsort Berlin sono persone con un fisico normalmente allenato, come chiunque di noi alle prese con qualche peso e un po’ di running per stare in forma. Qui tutti sono pure danzatori. Si muovono bene e sono affiatati: a tratti non si nota la differenza con la Tanzcompagnie Sasha Waltz & GuestsI che balla professionalmente. Dunque, non c’è la necessità di aggiungere presenza scenica a chi non ce l’ha, ma l’esigenza di una sinergia artistica completa. Abbiamo la prova che è possibile far muovere bene i cantanti: non possiamo più assistere a spettacoli dove belle voci non sanno recitare o lo fanno con gli stereotipi del passato (eventualmente, meglio dedicarsi solo alle registrazioni, no?).

Le scene sono di Thomas Schenk e della stessa Sasha Waltz. Le luci di Thilo Reuther. Le locandine promozionali raffigurano la scena del Prologo: in una grande vasca si tuffano  osservatori e narratori, perché Apollo e Nereidi cantano l’arrivo di Venere e forse anche perché l’elemento acquatico ci ricorda il vagare di Enea. Si potrebbe temere che questa sia l’unica idea che pervade tutta l’opera, e invece no: Sasha Waltz sceglie anche un fondale dipinto fino alla scarna scena finale. Ma soprattutto anima la scena con gli ensemble di cantanti e ballerini, corpi che si sommano e si completano a vicenda: quando un movimento è iniziato da uno, si incastra con un altro e viene terminato da un altro ancora. Charlotte Engelkes, il Narratore, ha il compito di amalgamare tutte queste complessità mentre danza.

Ho goduto dell’esibizione della Akademie für Alte Musik Berlin, posizionata quasi a livello della platea e quindi con una acustica perfetta degli strumenti musicali originali. Christoph Moulds ha diretto ottimamente bravi musicisti, virtuosi di strumenti dalla notevole difficoltà esecutiva; tra tutti cito Michael Freimuth e Joachim Held a tiorba e chitarra, Ophira Zakai al liuto, Raphael Alpermann al clavicembalo.

Dido and Aeneas di Purcell è un masque, genere musicale inglese che si esprime con un mix di azioni sceniche, balletto, danza collettiva, musica da ballo, canto declamatorio. Gran parte dell’opera è andata perduta, ma grazie alla ricostruzione di Attilio Cremonesi abbiamo questo gioiello che riassume gli stili compositivi dell’epoca: il basso ostinato (una linea al basso su cui si costruisce la composizione, chiamato anche ground, ossia terreno, a sottolineare le fondamenta del discorso musicale), i madrigalismi (trattamento del motivo musicale che illustra il significato preciso delle parole), le italiane forme dell’aria e del recitativo, le francesissime danze, gli effetti (eco, rumori naturali come quelli della tempesta). Il tutto incasellato da un notevole senso geometrico che è figlio di Cartesio, Leibniz e Newton.

Entriamo nell’atmosfera barocca, affidandoci a quanto si trova sul web per analizzare alcuni elementi della musica. Navigando, ho trovato questo ascolto ben eseguito dell’iniziale ouverture alla francese, così che possiate notare la sezione iniziale lenta e poi un fugato più veloce.

E per ascoltare le ripetizioni di motivi che riproducono effetti di eco e i rumori della tempesta  della Echo dance and Furies, ecco un’anonima e gustosa interpretazione.

Le parti affidate al personaggio di Didone sono le più interessanti. Al Teatro dell’Opera di Roma Aurore Ugolin, contrappuntata dalle danzatrici Yael Schnell e Michal Mualem, ha mostrato una pacata e sofferente interpretazione. Interessante la parte di Belinda, confidente di Didone, con Deborah York doppiata coreuticamente da Sasa Queliz. Nella versione romana, la maga è Fabrice Mantegna, parte maschile eseguita un po’ più declamata che cantata. Il sadismo del personaggio è potenziato dai movimenti di Juan Kruz Diaz de Garaio Esnaola e Xuan Shi. Bravo l’Aeneas interpretato da Reuben Willcox, voce dal timbro chiaro e pacatamente sofferto, con l’ausilio coreografico di Virgis Puodziunas.

Se volete ritrovare quanto ho raccontato dell’interpretazione di Sasha Waltz, ecco la versione completa di Dido and Aeneas dell’Opera di Montepellier, con alcuni protagonisti della versione del Teatro dell’Opera di Roma.

Il Teatro dell’Opera di Roma ci sta abituando alla cura e alla qualità di messe in scene per spettatori contemporanei e nel caso di Purcell ha unito i fan della danza e quelli della lirica. Mi sono ritrovata a parlare con due vicini che si stupivano del mio entusiasmo. Sostenevano che altre versioni più pure (pure?) si concentravano solo sulla musica. E lì ho tirato fuori il mio jolly didascalico: mettiamoci occhi e orecchie del pubblico dell’epoca, traduciamo l’esperienza con occhi e orecchie di oggi. Le meraviglie barocche, l’intrattenimento di giovani dilettanti di una scuola, l’improvvisazione musicale delle parti scritte, l’esperienza visiva e multimediale: tutto questo può piacere se è immerso nell’esperienza di chi oggi lo ammira.

Ippolita Papale

@salottopapale

 

Foto: 1. Dido & Aeneas, coreografia e regia di Sasha Waltz, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 2. Dido & Aeneas di Sasha Waltz, da sin. Céline Ricci (donna), Deborah York (Belinda), Aurore Ugolin (Dido), ph. Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 3. Dido & Aeneas di Sasha Waltz, Yael Schnel (Dido), ph. Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 4. -6. Dido & Aeneas, coreografia e regia di Sasha Waltz, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma.

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