Incontri

Il corpo che danza: la Rivoluzione dell’invisibile. Incontri al Teatro Morlacchi di Perugia.

10 . 04 . 2017

dalle 17.30 alle 19.00

Perugia - Teatro Morlacchi

Lunedì 10 aprile 2017 si svolgerà sul palcoscenico del Teatro Morlacchi di Perugia, dalle ore 17.30 alle 19.00, l’ultimo appuntamento  de Il corpo che danza, un ciclo di incontri sulla danza e il teatro presentati dal Teatro Stabile dell’Umbria e l’Associazione Dance Gallery e condotti da Carla Di Donato, storica e critica delle arti dello spettacolo.

Scrive Carla Di Donato:

“Nell’incontro conclusivo della prima edizione de Il corpo che danza andiamo alla scoperta delle…radici. Perché è da lì che si parte per ogni rivoluzione.

Nel secondo Novecento l’Antropologia Teatrale ha esplorato dal punto di vista pratico i princìpi alle origini dei quali era possibile rintracciare legami tra le tradizioni occidentali ed orientali della performance. Registi, attori, danzatori, artisti della scena si sono confrontati con i loro ‘alter ego’ provenienti da altri mondi, universi e tradizioni performative per condurre una ricerca sperimentale sulle basi scientifiche dell’arte dell’attore-danzatore-acrobata-cantante…, o meglio, del performer. Ciò che ne è emerso costituisce un sapere incorporato che è stato poi restituito anche in forma teorica e rappresenta l’arte segreta dell’attore-danzatore. Arte segreta in quanto non visibile in superficie, ma ben visibile se si scava e si guarda alle radici dell’albero della conoscenza vivente, in atto. Lì si giunge a vedere dunque un teatro sotterraneo che ha radici molto profonde.

La rivoluzione dell’invisibile è iniziata da…gli esercizi, dall’indagine e dalla pratica quotidiana di un training che costituisce la partitura e sotto-partitura dell’attore-danzatore. Training è una parola-chiave del Novecento della scena e accomuna i diversi ‘mestieri’ in cui poi si specializza il performer. Ma, per i maestri di questa rivoluzione dell’invisibile, fu anche e prima di tutto un’etica. Una vera e propria rivelazione. Di un’esistenza “altra”, di una possibilità alternativa di esistere e vivere sulla scena mondiale, sebbene ai margini, ma in modo radicale, senza compromessi con il teatro del commercio o con il teatro morto. Un modo “altro” di condurre la vita nel teatro, nella scena, dei protagonisti di un teatro sotterraneo che, sotto la superficie di quello visibile, serba in sé la linfa di una storia parallela delle arti della scena che ancora non è stata debitamente diffusa e resa accessibile al grande pubblico.

Chi sono Grotowski, Barba, Leo De Berardinis, Ryszard Cieslak, Living Theatre, Judith Malina, Julian Beck? Non sono soltanto gli anelli più ‘in vista’ di una storia, sono i protagonisti di una rivoluzione dell’invisibile. E sono coloro che hanno portato alla luce, ognuno in modo diverso, in senso artaudiano, la condizione umana. A questo proposito, la rivelazione degli ultimi anni in tale senso è un vero e proprio exploit internazionale ad opera di Cristian Ceresoli, autore de La Merda, vincitore del “Fringe First Award” e dello “Stage Award” nel 2012 e da lì partito per un un tour intono al mondo che prosegue ancora oggi”.

 

Alle radici del jazz, o meglio, della jazz dance, laddove danza e musica sono un tutt’uno, nel ritmo, nelle partiture e sotto-partiture, nell’improvvisazione dell’attore-danzatore, del danzatore-attore, esploreremo le origini reali della danza jazz. Chi sono Alvin Ailey, Luigi, e, nel XXI secolo, chi continua oggi a trasmetterlo?

Oggi, nel nuovo millennio, assistiamo a ciò che è stato definito “fusion”, ad universi coreografici che hanno annullato nella genesi delle loro creazioni ogni possibilità di applicare in modo netto categorie e definizioni geografico-culturali. Chi sono Anna Therese de Kaeersmaker, Sasha Waltz, Yasmeen Godder, Boris Charmatz, Akram Khan, Sidi Larbi Cherkhaoui, Saburo Teshigawara, Hofesh Schechter, e ne mancano molti altri all’appello…? Sono i ‘contaminati’, coloro che, provenienti in qualche caso anche da tradizioni millenarie, da codici forti, come ad esempio il kathak, o il Butoh, in una fusione di Est ed Ovest ‘immediata’, senza filtro quasi, che rende ormai vintage e fuorvianti le localizzazioni e le distinzioni geo-culturali, sono partiti per un viaggio che attraversa traiettorie sotterranee, miste, per ‘rivelare’ poi a noi spettatori del Terzo Millennio un gesto, un linguaggio contemporaneo. O un nuovo linguaggio del movimento.

Chi è Mr. Gaga, alias Ohad Naharin? Vuole far danzare tutti, lui. Vedremo se è vero.

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