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#MISONODIPLOMATOINDANZA. Diplomi, brevetti e false abilitazioni nella danza.

Mercoledì 14 ottobre 2015 a Roma presso la sede nazionale dell’Agis, verrà presentata la Campagna di informazione sullo stato di insegnamento della danza in Italia #misonodiplomatoindanza. Diplomi, brevetti e false abilitazioni. Obiettivo della Campagna è quello di informare e consentire a chi si avvicina alla danza di scegliere con consapevolezza il proprio percorso formativo, in un settore in cui l’assenza di regole genera abusi e può provocare danni.

14 . 10 . 2015

11.30

Roma - Agis, Via di Villa Patrizi 10

In Italia la formazione nel settore della danza non ha alcuna regolamentazione. Non esiste infatti una legge che disciplini l’insegnamento della danza in ambito privato: chiunque voglia insegnare può farlo. Per quanto riguarda la preparazione dei danzatori, ad oggi nessun percorso professionalizzante è riconosciuto dallo Stato, ad eccezione di quello offerto dall’Accademia Nazionale di Danza, unica istituzione che attualmente garantisce una formazione legalmente riconosciuta sia per i ballerini che per l’insegnamento della danza.

In questa situazione proliferano organizzazioni di ogni genere che garantiscono Diplomi di qualifica professionale di “Maestro” o “Istruttore” di danza e di “Danzatore”, a costi a volte molto elevati e senza alcun valore legale.

Per questo l’AIDAF, l’associazione che in Federdanza Agis riunisce le scuole di danza, in collaborazione con l’Agiscuola, promuove la Campagna di informazione sullo stato di insegnamento della danza in Italia #misonodiplomatoindanza. Diplomi, brevetti e false abilitazioni.

Obiettivo della Campagna è quello di informare e consentire a chi si avvicina alla danza di scegliere con consapevolezza  il proprio percorso formativo, in un settore in cui l’assenza di regole genera abusi e può provocare danni.

La Campagna verrà presentata mercoledì 14 ottobre 2015 a Roma presso la sede nazionale dell’Agis

Interverranno Amalia Salzano, presidente AIDAF, Francesca Bernabini, presidente Federdanza Agis, Bruno Carioti, direttore dell’Accademia Nazionale di Danza, Laura Comi, direttore della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, Luciana Della Fornace, presidente dell’Agiscuola. Partecipa Liliana Cosi, etoile internazionale.

La conferenza stampa è ad ingresso libero.

Foto: Academy Pavia, ph. Giuseppe D’Ambrosio.

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3 Commenti

  1. lauraaccel

    Concordo e condivido pienamente questo articolo e il fatto che la danza in Italia vada regolamentata. Se non ci sono delle regole che partono dalle istituzioni sarà impossibile che ci sia uno studio serio e una giusta trasmissione della cultura che la danza comporta. Mi preme però fare un’osservazione sull’unica istituzione che attualmente garantisce una formazione legalmente riconosciuta sia per i ballerini che per l’insegnamento della danza . Parlo in prima persona come insegnante di danza che ha studiato in Accademia alla Scala al biennio di specializzazione in danza classica accademica; penso che la preparazione che nei due anni abbiamo appreso sia equiparabile all’Accademia nazionale. Mi piacerebbe in un futuro breve vedere che anche i nostri studi siano altrettanto riconosciuti legalmente. Un saluto e complimenti per il vostro lavoro e per tenere alto in nome della danza.
    Laura

    Ott 13, 2015 @ 22:24:40

  2. Ktitti

    Non condivido oggi una regolamentazione c’è ed è quella varata dalle Regioni non è più possibile insegnare nemmeno nel privato senza alcun titolo senza assumersi il rischio di incorrere in sanzioni.
    L’AND è l’unica a rilasciare un titolo universitario, obbligatorio per insegnare nel settore pubblico mentre per il privato la legge prevede il riconoscimento anche di altri titoli
    Legge Regionale 1 ottobre 2014 , n. 26 ( Regione LOMBARDIA a titolo d’esempio)
    http://normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it/NormeLombardia/Accessibile/main.aspx?view=showdoc&iddoc=lr002014100100026
    Le scuole di danza sono per la maggioranza ASD , SSD etc affiliate al CONI e mi pare ovvio siano, di conseguenza, anche assoggettate alla normativa di settore. Per quanto riguarda il commento precedente trovo semplicemente VERGOGNOSO che un’Istituzione di livello mondiale come il Teatro alla Scala non possa rilasciare un Diploma riconosciuto anche dallo Stato!!!

    Ott 14, 2015 @ 00:52:08

    • francesca

      Gentile lettore. Una regolamentazione nazionale nell’insegnamento privato non c’è dal 1974. Sono più di 40 anni che si dibatte e si chiede allo Stato Italiano di dare regole certe all’insegnamento privato almeno a tutela di una sana crescita fisica e psichica di bambini e ragazzi da 0 a 14 anni.
      L’endemico vuoto normativo ha fatto sì che proliferassero in modo sempre più incontrollato percorsi formativi di vario genere per la formazione dei docenti di danza, alcuni didatticamente validi come quello dell’Accademia Teatro alla Scala che lei cita, altri di discutibile valore e contenuto.
      In questo vuoto istituzionale sono anche state varate da alcune Regioni, in questi ultimi anni, norme e leggi che spesso aumentano la confusione. E’ il caso della Sicilia, dove scuole di danza private, che non si riconoscono nel CONI e negli enti di promozione affiliati al CONI, saranno obbligate ad affidare la direzione dei loro centri a diplomati ex ISEF o IUSM. Il diploma dell’Accademia nazionale di danza non è riconosciuto dalla Regione Sicilia come titolo valido per la direzione di un centro di danza. Siamo alla follia!
      Evidenzio che NON tutte le Regioni hanno una normativa che disciplina chi e come può insegnare danza nel privato. Evidenzio anche che tali leggi – quando ci sono – prevedono grandi differenze tra le regioni, proprio perché non esistono leggi di riferimento a livello nazionale. La legge lombarda, ad esempio, è molto diversa da quella siciliana.
      Per quanto riguarda le scuole oggi costituite sotto forma di ASD (Associazioni sportive dilettantistiche) o SSD (società sportive dilettantistiche) e dunque affiliate al CONI, voglio solo evidenziare che molte fra loro hanno scelto il “cappello” sportivo per avere certezza normativa nella gestione e vantaggi fiscali non indifferenti, vantaggi che lo Stato italiano riconosce allo sport e non all’arte. Scuole che hanno quale riferimento l’arte e il palcoscenico devono poter usufruire delle stesse agevolazioni fiscali di quelle che promuovono “lo sport della danza sportiva in Italia”.
      Evidenzio che questa campagna non intende solo fare chiarezza sulla confusione di titoli e diplomi dei docenti, ma anche su titoli e “diplomi” venduti agli allievi e alle loro famiglie. Ci sono migliaia di allievi che pensano di aver un titolo solo perché la loro scuola ha dato loro un “diploma”, migliaia di allievi sottoposti ad esami vari. Ebbene è doveroso spiegare agli italiani che questi “diplomi” sono falsi diplomi perché un “diploma” è un certificato riconosciuto dallo Stato (vedi diploma di maturità) e lo Stato italiano riconosce come “diplomi” solo quelli rilasciati dall’Accademia nazionale di danza. Tutte queste migliaia di pezzi di carta altro non sono che attestati, ossia pezzi di carta senza nessun valore legale.

      Ott 14, 2015 @ 10:18:24

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