Danza in televisione

Pina by Wim Wenders venerdì 26 settembre 2014 su Rai5.

La programmazione di Rai 5 porta sul piccolo schermo Pina è il documentario in 3D che Wim Wenders ha dedicato a Pina Bausch. Il film documentario è trasmesso in replica fino a mercoledì 30 settembre 2014 sempre su Rai 5.

Venerdì 26 settembre, alle ore 21.15, Rai 5 trasmette Pina, il celebre documentario in 3D che Wim Wenders, il regista de Il cielo sopra Berlino, ha voluto dedicare a Pina Bausch, una delle più significative coreografe della storia recente, nome di punta di quel Tanztheater che, a partire dagli anni Settanta, ha rivoluzionato la concezione della danza contemporanea.

Il film è trasmesso, sempre su Rai 5, domenica 28 settembre alle 7.38, lunedì 29 settembre alle 15.41 e mercoledì 30 settembre 2014 alle ore 9.30.

Wenders vide nel 1985 per la prima volta uno spettacolo firmato Pina Bausch, Caffè Muller, e ne rimase folgorato tanto da proporre alla coreografa tedesca di creare assieme un documentario. Lei accettò entusiasta, ma Wenders rimase a lungo indeciso su come realizzare questo film, su quale stile adottare. Soltanto nel 2007, dopo la visione del film U2 in 3D, Wenders decise che quel film doveva essere girato in tre dimensioni: “Non ho mai saputo, con tutta la mia esperienza del mestiere del regista, come fare giustizia al suo lavoro – ha affermato Wenders – E’ stato solo quando il 3D è arrivato nel linguaggio del cinema che sono potuto entrare nel linguaggio e nel regno della danza”.

L’effetto del 3D abbatte infatti la “quarta parete”, annulla la piattezza tipica delle riprese in video degli spettacoli dal vivo e consente di far salire lo spettatore sul palcoscenico.

Il progetto di un film insieme cominciò a concretizzarsi nel 2008, con la scelta del repertorio da filmare (Café Müller, Le Sacre du Printemps, Vollmond e Kontakthof) ma si bloccò un anno dopo, con la morte della stessa Bausch. Wenders, dopo un primo momento in cui intendeva archiviare il progetto, ha ripensato e riscritto il progetto cedendo anche alle insistenze dei ballerini e delle persone che avevano vissuto e lavorato con la coreografa. Nasce così Pina, uno dei primi film d’autore in 3D e inedito esperimento nel mondo dello spettacolo e della danza, un documentario che ripercorre 35 anni di carriera della Bausch. Wenders riprende gli amici e i ballerini della Compagnia di Pina Bausch inquadrandoli in primo piano, muti, e associa la loro voce fuori campo, come a voler estrapolare i loro pensieri, i loro ricordi sulla coreografa.

Il film è un piccolo capolavoro. Gli spettatori si ritrovano in mezzo alle coreografie della Bausch messe in scena nei teatri, nelle strade, nello scompartimento di una metropolitana, negli spazi urbani, industriali e naturali di Wuppertal, cuore dell’attività della coreografa e dei suoi ballerini.

Lontano da ogni aura o retorica agiografica legata alla persona, Pina, celebra la Bausch e la sua reivenzione dello spettacolo di danza che vede al centro l’assoluta libertà creativa, la sua ispirazione neorealista e al tempo stesso profondamente psicologica, la gestualità che nasce dal contributo personale dei ballerini, interrogati sul loro vissuto e chiamati a scrivere una lingua nuova con il corpo, l’uso dell’abito “civile” o della nudità al posto del costume di scena.

Certo la visione piccolo schermo fa perdere l’effetto 3D. Ma se non lo avete visto, non potete mancarlo.

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