Al Teatro dell'Opera di Roma

Eleonora Abbagnato presenta lo spettacolo Grandi Coreografi. Nel futuro del Teatro dell’Opera di Roma nuove creazioni e repertorio, anche Nureyev.

Presentata ufficialmente ieri in conferenza stampa la serata i Grandi Coreografi, in scena al Teatro Costanzi dal 26 febbraio al 2 marzo 2016. L’étoile e direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma Eleonora Abbagnato parla del grande impegno profuso nella realizzazione del programma che porta in scena il repertorio dei maestri George Balanchine, Rudolf Nureyev, William Forsythe e del più giovane Benjamin Millepied, della cui coreografia Closer sarà lei stessa protagonista con il primo ballerino dell’Opéra de Paris Florian Magnenet. Presenti in conferenza stampa anche Patricia Ruanne e Stefanie Arndt, maestri ripetitori del repertorio Nureyev e Forsythe. E poi ancora, progetti e obiettivi della direttrice per i giovani danzatori e per il futuro del corpo di ballo.

In presenza del Sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes, l’étoile Eleonora Abbagnato ha presentato ieri in conferenza stampa l’attesissima serata Grandi Coreografi che la vedrà in scena, per la prima volta dalla nomina a direttrice, al Teatro Costanzi accanto ai danzatori del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma .

Notte di modernità e tradizione, lo spettacolo porterà al pubblico romano (dal 26 febbraio al 2 marzo 2016) estratti dal repertorio dei maestri del Novecento George Balanchine, Rudolf Nureyev, William Forsythe e del più giovane Benjamin Millepied, direttore uscente del Ballet de l’Opéra de Paris. Consapevole dell’impegnativa sfida per il corpo di ballo, Abbagnato dichiara grande soddisfazione nel portare in scena i quattro coreografi e il loro repertorio, per la cui ripresa ha potuto contare sull’esperienza di maestri ripetitori eccellenti: Ben Huys per Serenade di BalanchineSébastien Marcovici per Closer di MillepiedAmy Raymond e Stefanie Arndt per The Vertiginous Thrill of Exactitude di ForsythePatricia Ruanne e Frédéric Jahn per il terzo atto da Raymonda di Nureyev.

Regina dei contrasti dal volto angelico e dall’animo volitivo, l’étoile parigina continua a sorprendere e con la tranquilla musicalità di un raffinato accento siciliano e francese, espone un programma di direzione impavido e lucido: “Lavorare sul repertorio dei quattro grandi coreografi è stato complicato per tutti noi perché è la prima volta che ne inseriamo gli estratti in un’unica serata. Questo ha richiesto grande impegno da parte degli artisti in scena che si sono trovati ad affrontare, nello stesso momento, lo studio delle coreografie di Forsythe, Nureyev e Balanchine. Tuttavia, questa è stata la mia indicazione e rappresenta ciò che desidero portare al Teatro dell’Opera: una serata speciale che ha già fatto crescere la compagnia”.

Sul futuro Eleonora Abbagnato ha le idee chiare e, nell’entusiasmo della presentazione, si lascia andare ad anticipazioni e progetti sottolineando i piccoli passi già compiuti: “Questa serata è solo un assaggio e una prova per i ballerini. Io stessa ho interpretato il balletto Raymonda all’Opéra e credo sia tra i più difficili del repertorio di Rudolf Nureyev. Il terzo atto che portiamo qui in scena può essere considerato un inizio, magari per un futuro allestimento dell’intero balletto anche se si tratta di una produzione enorme e complessa. Non posso anticipare molto, ma posso certamente dire che un legame con Nureyev nella programmazione c’è e ci sarà”.

“Anche per quanto riguarda William Forsythe e George Balanchine, questo è un primo incontro e personalmente vorrei continuare a portarne in scena il repertorio – prosegue Eleonora Abbagnato – Si tratta di una cosa ‘normale’ per me e rappresentativa della mia direzione perché ciò che desidero è esattamente questo: proporre al pubblico serate con grandi coreografi e poi ripresentarle, magari con nuovi titoli, e riprenderle in eventuali tournée perché penso sia importante essere riconosciuti come una compagnia dal solido repertorio. Con i maestri e con il mio staff stiamo cercando di portare il corpo di ballo ad un livello sempre più alto e in sei mesi abbiamo già avuto dei risultati: abbiamo, tra i solisti, dei giovanissimi ballerini; abbiamo recentemente nominato una Prima Ballerina (Rebecca Bianchi); e poi c’è Michele Satriano che ha danzato da poco Lo Schiaccianoci (coreografia di Giuliano Peparini, in scena al Teatro Costanzi lo scorso dicembre, ndr), per voi un ‘nuovo’ ballerino, per noi il ‘nostro’ ballerino. Con la nuova generazione di danzatori stiamo ricreando la compagnia in modo da poter presentare altre serate come questa dei Grandi Coreografi. Ho ideato personalmente il programma e ho trovato il sostegno del Sovrintendente Carlo Fuortes che ben conosce i protagonisti della danza e il grande repertorio. Una proposta che ritengo sia importante oggi offrire a Roma, al pubblico e soprattutto al Teatro dell’Opera”.

Nei confronti dell’ex direttore Benjamin Millepied, autore del pezzo Closer che l’étoile Abbagnato porterà in scena al Costanzi in coppia con il primo ballerino dell’Opéra de Paris Florian Magnenet, parole gentili che lasciano immaginare possibili collaborazioni future: “È una persona disponibile e con me si è dimostrato molto generoso – ha sostenuto Eleonora Abbagnato – Sono consapevole che per alcuni aspetti, all’Opéra, potesse apparire anche ‘troppo’ rivoluzionario. Si sa che aprendo le finestre, può entrare il caos. Ma io voglio aprirle anche qui e, con il sostegno del Sovrintendente, conto sulla possibilità che magari in futuro Millepied realizzi qualcosa a Roma con la compagnia”.

A chi le chiede come stia vivendo l’imminente debutto da direttrice étoile sul palcoscenico romano, Eleonora Abbagnato risponde teneramente: “Oggi penso più ai miei ballerini che a me, vivo per loro e ne sono felice perché credo che questo dei Grandi Coreografi sia un programma magnifico, con balletti degli anni Trenta (si riferisce a Serenade di George Balanchine, coreografia del 1934, ndr) che riescono ad apparire ancora estremamente moderni. Vedo che i danzatori stanno crescendo molto e stanno affrontando un lavoro difficile anche dal punto di vista fisico. Sto dunque pensando più alla serata in generale che alla mia esibizione. Del resto, mi presento questa volta in uno stile diverso, più contemporaneo; a 37 anni, dopo aver danzato tutti i balletti di Nureyev e il grande repertorio classico, inizio a costruirmi un repertorio in linea con la mia età e con le mie nuove responsabilità”.

Presente in conferenza stampa, Stefanie Arndt, danzatrice sin dai primi anni Novanta del Frankfurt Ballet e in seguito stretta collaboratrice di William Forsythe, ha sottolineato alcuni aspetti del complesso The Vertiginous Thrill of Exactitude in scena al Costanzi: “Ho danzato e lavorato con William Forsythe per molti anni e ho ricostruito altre volte questo pezzo che rappresenta una grande sfida per diversi motivi: musicalmente è molto veloce, fisicamente è estremo e richiede una grande resistenza per cui i danzatori devono essere, tecnicamente, al massimo della forma. È un lavoro complesso per il quale devi avere un determinato stato mentale: devi avere la volontà di affrontare la sfida di danzarlo. Nel ballare e ricostruire questo pezzo scopri che c’è sempre qualcosa in più da esplorare, trovi ogni volta qualcosa di nuovo e la chiave per aiutare i danzatori ad affrontarne le difficoltà. Quando sei pronto ad accettarne la sfida, danzarlo è una grande gioia”.

Tra gli interventi anche quello di Patricia Ruanne, storica danzatrice del Royal Ballet e del London Festival Ballet, in seguito maître per l’Opéra de Paris, oltre che grande interprete, conoscitrice e ripetitrice del repertorio Nureyev: “È un vero piacere lavorare con questa compagnia (per cui ha anche curato l’allestimento di Giselle, in scena al Teatro Costanzi lo scorso ottobre, ndr) perché i danzatori sono aperti ed entusiasti e hanno velocemente accettato la sfida. Quello che è meraviglioso in questo programma è che ti porta indietro nel tempo, al repertorio tradizionale di Raymonda che include la danza classica pura appartenente ad un altro secolo, poi passa a Balanchine che viene dallo stesso background e lo oltrepassa inserendo il classico in nuove formule, fino ad arrivare a Forsythe che prende la base classica e la rende l’heavy metal della danza, veramente straordinario da vedere e da ascoltare. E poi c’è Closer, che non vedo l’ora di vedere perché mi piace ricevere delle sorprese. È stato molto bello, per me e per il maestro Frédéric Jahn, ricostruire Raymonda per il corpo di ballo e partecipare a questa nuova fase del Teatro dell’Opera, un’esperienza meravigliosa di cui abbiamo apprezzato ogni minuto”.

Un’esperienza fortemente voluta e apprezzata dalla direttrice Eleonora Abbagnato che ha sottolineato l’eccellenza dei maestri: “Nessuno più di Patricia Ruanne può spiegare quello che il grande Rudolf Nureyev richiedeva: la precisione, la tecnica, l’interpretazione. È grazie a questi maestri che porteremo a Roma le grandi coreografie del repertorio Nureyev. Oggi purtroppo se ne vedono poche in Italia, ma io continuo a ritenerle fondamentali per la tecnica e per la preparazione artistica dei nostri ballerini”.

Lula Abicca

23/02/2016

Foto: 1.- 3. Eleonora Abbagnato e Florian Magnenet durante le prove di Closer di Benjamin Millepied, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 4. Alessandra Amato e Giacomo Luci in prova, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; Giacomo Luci in prova, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma.

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