La recensione

Emozionante e commuovente lo spettacolo della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala al Piermarini

Lo spettacolo della scuola scaligera lo scorso 26 marzo al Teatro alla Scala ha evidenziato le reali capacità dei giovani allievi nel riuscire a modulare la tecnica, interpretazione e stile con rigore. Romantici e neoclassici ne Les Sylphides, gli allievi si sono trasformati in balanchiniani puri in Who Cares?. Con le fattezze eteree di una bellezza esangue Martina Dalla Mora ha eseguito l’assolo La Luna, un cammeo del geniale coreografo Maurice Béjart. Spettacolare la Présentation costruita da Olivieri, che si conferma una vera guida per giovani promesse e autentici talenti.

La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, con i suoi oltre duecento anni di storia, rappresenta una gemma preziosa nel panorama della formazione coreutica italiana. Guidata con straordinaria competenza e capacità dal maestro Frédéric Olivieri, oggi conta più di duecento allievi che si esibiscono annualmente negli spettacoli istituzionali natalizi e di primavera oltre che in tour in Italia. L’alto livello della Scuola è testimoniato dai suoi diplomati che arricchiscono le fila del Corpo di ballo scaligero e delle più prestigiose e celebri compagnie internazionali.

Una testimonianza dell’altissimo livello raggiunto dalla Scuola è stato lo spumeggiante evento andato in scena, giovedì 26 marzo 2015 al Teatro alla Scala di Milano, uno spettacolo che vedeva la scuola scaligera impegnata in un programma raffinato e articolato con coreografie di Olivieri, Béjart, Fokin e Balanchine.

Gli allievi scaligeri, accompagnati dal vivo dall’Orchestra dell’Accademia, sotto l’attenta e apprezzata direzione di sir David Coleman, hanno interpretato con qualità altissima e perfezione uno spettacolo dalle mille sfumature stilistiche confermando la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala tra le Scuole che possono fregiarsi, autenticamente, del sostantivo “Eccellenza”.

Ha aperto la serata la Présentation ideata da Fréderic Olivieri su musica di Johann Sebastian Bach (Concerto per 2 violini in re minore) eseguita da Yu Fang Annie Hsu e Lorenzo Barbagli. In questa presentazione della Scuola tutti gli allievi scaligeri, dal primo all’ottavo corso, hanno dato sfoggio di attitudine ben definita tecnicamente in una coreografia in cui l’accademismo del balletto classico ha trionfato donando la perfetta idea della “sala danza”. La Présentation costruita da Olivieri non è stata solo una classica passerella, ma una spettacolare dimostrazione tecnica, articolata in quadri veloci con combinazioni di passi dinamici che hanno sottolineato le differenti ritmicità e velocità della danza classica. Il tutto in un disegno coreografico molto raffinato.

Una gradita sorpresa l’ha riservata l’allieva del settimo Corso Martina Dalla Mora che ha eseguito un cammeo del geniale coreografo Maurice Béjart: l’assolo La Luna, tratto dal balletto Eliogabalo, su musica di Bach (eseguita al violino da Lorenzo Barbagli), creato per Luciana Savignano e legato indissolubilmente a Sylvie Guillem. Un perfetto connubio tra estro e plasticità. In questo assolo, mai concesso prima ad una scuola di danza e rimontato per quest’occasione da Piotr Nardelli, la giovane allieva ha unito le fattezze eteree di una bellezza esangue: braccia e gambe lunghissime e sottili dando prova del suo danzare.

Di seguito allievi dei corsi superiori si sono cimentati ne Les Sylphides di Michail Fokin, su musica di Chopin. Anche in questo caso tutti gli allievi hanno mostrato romanticamente la grazia esatta, una precisione nell’esecuzione delle sequenze coreografiche, ottime dinamiche e presenza scenica adeguata. Notevole l’attenzione alla coralità dove ha trionfato un perfetto assieme raggiunto con determinazione e sicurezza. I due allievi che hanno interpretato i ruoli principali non hanno mai fatto trapelare incertezze o difficoltà tecniche, rivelando al plaudente pubblico le competenze acquisite nella Scuola in un passo a due che si è posto come suggello vittorioso dell’amore, paladino dei sentimenti più puri.

Nel secondo tempo dello spettacolo il palcoscenico del Piermarini ha celebrato Who Cares?, capolavoro firmato da George Balanchine sulle coinvolgenti musiche di George Gershwin, una coreografia effervescente e tecnicamente molto complessa ripresa per gli allievi scaligeri da Patricia Neary. Gli allievi hanno riproposto con entusiasmante classe il sentire della coreografia e la cifra stilistica del balletto.

Lo spettacolo ha evidenziato le reali capacità dei giovani allievi nel riuscire a modulare tecnica, interpretazione e stile con rigore. Romantici e neoclassici ne Les Sylphides, gli allievi si sono trasformati in balanchiniani puri in Who Cares?. I giri, le diagonali di Balanchine, un fuoco di fila che non ha fatto sconti a nessun ballerino, sono state un arduo banco di prova superato dai giovani interpreti con successo. La coreografia, faticosa e irta di difficoltà, è stata eseguita in modo più che lodevole. Un uso delle braccia e un cambio di stile che solo le grandi Compagnie possono eseguire.

Frédéric Olivieri ha confermato la sua vita “artistica” di grande professionista dedito con passione all’arte tersicorea e all’insegnamento, una guida sicura capace di far lavorare in efficace team tutti gli straordinari insegnanti della Scuola, una vera guida per giovani promesse e autentici talenti per la danza del futuro, capace nel sostenere la formazione di successo e l’inserimento professionale nel mondo del balletto.

La serata ha messo anche in luce tante giovani promesse. Tra di loro Martina Arduino, Alice Bellini, Evelyn Bovo, Vanessa Vestita, Agnese Di Clemente, Eva Stokic, Elvis Nudo, Danilo Lo Monaco, Fabio Rinieri e Domenico Di Cristo.

Il Gala non è stato unicamente dedicato alla danza ma anche alla presentazione virtuosa dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, di cui desidero sottolineare la volontà, la capacità, la bravura nello stretto rapporto che la musica attinge e detiene in un perfetto connubio con la danza: un movimento che anima i corpi e ammalia lo sguardo dello spettatore. Da sottolineare anche il fattivo contributo di allievi e diplomati dei Corsi per sarti dello spettacolo, truccatori e parrucchieri e fotografi di scena dell’Accademia scaligera. Il contributo di tutti i dipartimenti dell’Accademia Teatro alla Scala ha dato vita a una serata emozionante, a tratti commovente, in uno scambio tra artisti e pubblico, tra palco e platea, che è culminato nell’applauso finale, ma di cui l’intera serata è stata costellata.

Michele Olivieri

5/04/2015

Foto di Rudy Amisano © Teatro alla Scala

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