La recensione

Giselle con la coppia Bolle Zakharova alla Scala di Milano

Applausi a scena aperta hanno salutato l’interpretazione di Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, in scena con Giselle al Teatro alla Scala. Lei è una Giselle bellissima, delicata, matura è drammaticamente dolente nel secondo atto. Lui è un principe Albrecht di eccellente musicalità e presenza scenica. Ottima la sua interpretazione. Vigoroso e deciso Mick Zeni bel ruolo Hilarion, svettanti e leggiadri Vittoria Valerio e Antonino Sutera nel passo a due dei contadini. Nota di merito a Nicoletta Manni nel ruolo della regina delle Willi. Altissimo il livello del Corpo di ballo scaligero.

Il Teatro alla Scala ha riproposto Giselle nello storico allestimento di Jean Coralli e Jules Perrot con la ripresa coreografica di Yvette Chauviré. Nei ruoli principali, durante la sesta rappresentazione del 9 aprile 2015, la coppia star della danza internazionale Roberto Bolle e Svetlana Zakharova.

Giselle in questa versione è diventata, per molti, l’emblema del “balletto perfetto”, il più suggestivo e incantevole del periodo romantico. Da sempre, ogni qualvolta si ripete la magia della rappresentazione, suscita enorme fascino sul pubblico, ammaliando le ballerine, dalla più celebre diva come la Zakharova all’allieva in Accademia. Nonostante l’alternarsi di varie étoile nel corso degli anni, dall’indimenticata sublime interpretazione di Carla Fracci passando per la stessa Chauviré, nessuna ha mai mutato la natura intrinseca, confermando l’allestimento quale appuntamento imperdibile con la grande danza.

Ballare Giselle vuol dire essere costantemente alla ricerca della soavità e dell’estensione più pura e spirituale. L’importanza di questa ripresa è racchiusa e tessuta nel rispetto dell’intenzione e dell’originalità del coreografo e dell’autore. Una dimensione puramente onirica in un felice connubio con la musica di Adolphe Adam che traspare in tutta la sua forza e potenza nella scena in cui Giselle sconvolta e tradita nel suo sentimento perde il senno, impazzisce e muore. L’atto bianco che segue ci trasporta in un’atmosfera spettrale all’interno della quale le Willi si muovono più come creature animali che umane in schegge di luce notturna.

La coppia Bolle-Zakharova incanta per la sinergia, lei è una Giselle bellissima, delicata, matura, drammaticamente dolente nel secondo atto, dall’interpretazione raffinata e dalla tecnica pura e impeccabile; lui è un principe Albrecht di eccellente musicalità e presenza scenica, totale padronanza del corpo e del movimento raggiungendo un’esecuzione perfettamente bilanciata negli aspetti tecnici, stilistici ed espressivi. Mick Zeni è un efficace Hilarion, vigoroso e deciso. Da segnalare gli svettanti e leggiadri Vittoria Valerio e Antonino Sutera nel passo a due dei contadini e tra le soliste una nota di merito per la brillantezza e l’accesa personalità poetica a Nicoletta Manni nel ruolo di Myrtha, la regina delle Willi che tentano di far danzare Albrecht fino alla morte per sfinimento, ma Giselle intercedendo salverà la vita del suo amato.

Applausi del pubblico per le variazioni in scena, le grandiose costruzioni coreografiche dell’atto bianco e per l’intenso struggente passo a due finale, tormentato e dolce al contempo. Ha diretto l’Orchestra, con maestrìa, Patrick Fournillier che ha assecondato i ballerini lasciando spazio ai respiri interpretativi degli artisti e sottolineando maggiormente la tragicità e il romanticismo in una rilettura della partitura che serve il passo ed è completamente al servizio della coreografia, grazie anche alle raffinate scene e ai delicati costumi di Aleksandr Benois.

L’impatto visivo nel secondo atto è esaltante fra il bianco splendente dei tutù e l’aria crepuscolare in uno scenario fantastico dove la coreografia trova spazio in braccia fluttuanti e ampissime lasciando la fiaba sempre protagonista.

Il Corpo di Ballo con Giuseppe Conte, Raffaella Benaglia, Deborah Gismondi, Riccardo Massimi, Massimo Garon, Marta Gerani, Daniela Cavalleri, Serena Sarnataro, Stefania Ballone, Denise Gazzo, Lusymay Di Stefano, Antonina Chapkina, Alessandra Vassallo, ha intrecciato una danza di altissimo livello, riscoprendo la drammaticità in perfetta rispondenza con lo spirito coreografico e caratterizzando l’insieme.

La coppia Bolle/Zakharova, precisi nei movimenti quanto accorati nell’interpretazione, hanno permesso agli spettatori di immedesimarsi nel dolore di Giselle e di Albrecht con un ritmo narrativo vibrante e un intenso senso del teatro. Una vera magia. Applausi a scena aperta a sancire un ritorno trionfale d’amore, tradimento e redenzione.

Michele Olivieri 

10/04/2015

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