La recensione

Grande successo a Roma per Les Étoiles, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani

Les Étoiles si conferma un appuntamento di grande danza, che travolge il pubblico con i migliori ballerini del mondo e con un ricco programma. In scena, le stelle Marianela Núñez (Royal Ballet di Londra), Kimin Kim e Vladimir Shklyarov (Teatro Mariinsky), Iana Salenko (Staatsballett Berlin), Liudmila Konovalova (Wiener Staatsballett), Joaquin De Luz (New York City Ballet), Léonore Baulac e Hugo Marchand (Opéra de Paris), Daniel Camargo (Stuttgart Ballet), Sergio Bernal (Ballet Nacional de España). Sold out e pubblico in visibilio in entrambe le serate, che hanno visto tra le étoiles anche il nostro Jacopo Tissi, talento italiano oggi first soloist al Teatro Bolshoi di Mosca, in coppia con la giovanissima Alena Kovaleva.

Da tempo diffusi nel mondo, i gala di danza hanno avuto in Italia un radicamento più lento, che tuttavia oggi pare compiuto e persino supportato da un pubblico eccezionalmente numeroso. Merito del crescente interesse nei confronti delle stelle del balletto, soprattutto in questi tempi di diffusione e comunicazione in rete, ma anche nei confronti degli spettacoli di danza, come dimostrano le platee piene in occasione dei grandi balletti. E merito, certamente, di uno dei maggiori sostenitori e produttori, in Italia, di serate di grande danza: Daniele Cipriani, curatore di Les Étoiles, gala internazionale con i ballerini delle più importanti compagnie del mondo, andato in scena a Roma (il 27 e 28 gennaio 2018) nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica. Per la Capitale, Les Étoiles è un appuntamento fisso, attesissimo dagli spettatori abituali, dagli esperti del settore, dai giovani allievi di scuole di danza, dagli ammiratori delle star e persino dai neofiti del genere.

Anche chi inizialmente indicava i gala come poco rappresentativi della ‘cultura del balletto’ si è infine dovuto ricredere perché la differenza, nel caso di Les Étoiles, la fa l’estrema e incontestabile cura dei dettagli. A partire dagli artisti ospiti: vere eccellenze sulla scena mondiale, simbolo del massimo livello tecnico ed espressivo della danza di oggi; passando per la studiata alternanza di ‘scuole’ storiche di balletto, da quella del Teatro Bolshoi di Mosca a quella del Mariinsky di San Pietroburgo, dal Royal Ballet di Londra all’Opéra de Paris, magistralmente rappresentate dai protagonisti delle serate; e per finire, con un programma raffinato, che mostra celebri pas de deux del repertorio classico (alcuni poco visti in Italia) accanto a creazioni originali e pezzi recenti di autori contemporanei.

E del resto, di fronte ad un Parco della Musica gremito e ad un pubblico (composto anche da giovanissimi) in visibilio, non si può che dichiarare vincente e degna di lode l’intera operazione. Riteniamo che la danza italiana non possa che guadagnare da serate come queste, soprattutto se accompagnate da un’attenzione mediatica che non evidenzi tanto il risvolto patinato del ‘grande evento’, quanto la bellezza del balletto, la dedizione dei suoi professionisti mondiali, l’affiatamento tra ballerini di diverse compagnie e nazionalità, nonché l’ascesa professionale di alcune giovani stelle italiane nel mondo, in quanto simbolo e stimolo di eccellenza artistica nel nostro paese.

Partiamo proprio da qui, dalla presenza tra le étoiles di un nostro giovane talento: Jacopo Tissi, ventiduenne (di Landriano, in provincia di Pavia) cresciuto nella Scuola dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, volato all’Opera di Vienna, tornato per una stagione con il Corpo di Ballo scaligero, e oggi stella nascente al Teatro Bolshoi di Mosca, tempio del balletto mondiale. Tissi è il primo italiano nella storia ad entrare a far parte stabilmente della prestigiosa compagnia moscovita, che lo ha accolto da subito con entusiasmo (nel 2017) e ne ha recentemente premiato il talento con la nomina a ‘first soloist’. Volto di romantica bellezza e corpo da vero principe, Jacopo Tissi ha doti straordinarie che gli consentono di volare con disinvoltura sui palcoscenici più ampi. Lo troviamo leggero e lirico, amabile nel candore della sua giovinezza e consapevole della responsabilità di un naturale e raro talento. A Les Étoiles danza i pas de deux Diamonds (da Jewels, capolavoro di George Balanchine) e da Raymonda (versione di Yuri Grigorovich, icona del balletto russo e mondiale), in coppia con la giovanissima Alena Kovaleva (diciannove anni appena e al Bolshoi dal 2016, stesso anno del diploma all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo), indicata dalla critica internazionale come nuova luminosa promessa del grande teatro russo. Alti, dalle linee affusolate e brillanti come il futuro che li attende, affrontano senza incertezze i complessi passaggi tecnici dei pas de deux, gestendo con abilità la naturale flessibilità dei loro corpi e le lunghe agili braccia. Le splendide linee di gambe e la morbidezza di braccia di Kovaleva assumono qui i contorni delicati di una personalità in formazione, ancora giovane e soave, ma già vibrante di una femminilità forte e sinuosa. Entusiasmanti gli jeté di Jacopo Tissi, particolarmente ampi e volati, degno passo di un nuovo futuro eroe del balletto.

Stella tra le stelle, una strepitosa Marianela Núñez, principal del Royal Ballet di Londra (con cui festeggia proprio in questi giorni i vent’anni di sodalizio) ed étoile tra le più seguite e amate in tutto il mondo. Riteniamo che Núñez sia già da considerare tra le più grandi danzatrici della storia, insuperabile interprete ispirata da luce divina e, nello stesso tempo, appassionatamente calda e terrena, padrona di una tecnica di ferro che le consente di affrontare ogni possibile ruolo e stile di danza. Ad ogni sua esibizione, la Sala Santa Cecilia è esplosa in ovazioni di irrefrenabile entusiasmo: testimonianza di un’ammirazione che va oltre la tecnica e l’attimo per abbracciare l’artista e la donna, custode di uniche ed eccezionali virtù. A Les Étoiles l’abbiamo vista passare da un’eterea Giselle (II atto) ad una seducente Kitri (pas de deux dal III atto del Don Chisciotte), in coppia con il giovane Daniel Camargo, danzatore brasiliano cresciuto alla John Cranko Schule di Stoccarda, poi principal dello Stuttgart Ballet e dal 2016 del Dutch National Ballet, considerato meritatamente da molti critici un nuovo astro della danza maschile.

Nella Giselle di Marianela Núñez troviamo tutto il dolore di un’anima ferita e la potenza immensa del perdono d’amore: in pochi minuti il teatro è suo, immerso in un mondo in cui lei è regina sublime di una danza immortale. La sua Kitri, dai tratti eleganti e distinti (in una personale rivisitazione del personaggio) travolge per virtuosismo, musicalità, certezza tecnica e vigore espressivo, tra magistrali aplomb, fouettés e grand jeté. Accanto a tanto splendore, Daniel Camargo si mostra a suo agio e all’altezza della missione: ottimo porteur, accompagna Núñez con attenzione e, pur lasciando le luci alla stella, dimostra sicurezza scenica, puntualità tecnica e una caratteristica morbidezza nel movimento che ne esalta il passo felpato e gli inattesi grandi salti.

Tra gli ospiti più attesi dal pubblico romano c’era il coreano Kimin Kim, principal del Balletto del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo: le condivisioni in rete dei suoi video promettevano prodezze mozzafiato e il ballerino non ha mancato di rispondere alle aspettative con due esibizioni di eccezionale virtuosismo. A Les Étoiles danza i pas de deux da La Bayadère (III atto) e Il Corsaro (II atto) con Iana Salenko, principal dello Staatsballett Berlin, ballerina dalla grazia sinuosa e dai piedi d’acciaio, da noi molto apprezzata nel recente Don Chisciotte di Mikhail Baryshnikov al Teatro dell’Opera di Roma. Kimin Kim travolge il pubblico con salti straordinari, regolarmente accompagnati dalle sonore espressioni di sorpresa degli spettatori: raggiunge altezze vertiginose e torna al suolo silenzioso e composto, gira in modo prodigioso e poi riprende il volo viaggiando lungo tutto il palcoscenico (che all’improvviso ci sembra piccolissimo in confronto all’ampiezza dei suoi salti). Iana Salenko, da parte sua, domina la tecnica classica e colpisce per il contrasto tra la delicatezza del volto e l’assoluta certezza del movimento: la troviamo perfetta accanto a Kimin Kim, similmente appassionati, sicuri, invincibili.

È stato un gradito ritorno a Les Étoiles quello di Liudmila Konovalova, principal del Wiener Staatsballett, e Vladimir Shklyarov, principal al Teatro Mariinsky, già ammirati nell’edizione 2017 (in cui Shklyarov era ‘étoile a sorpresa’). Il loro arrivo è stato per alcuni versi ‘sorprendente’ anche questa volta, in quanto annunciato poco prima della serata d’apertura per l’assenza dei precedentemente annunciati Evgenia Obraztsova e Semyon Chudin dal Bolshoi di Mosca a causa di influenza e infortunio. Amiamo di Vladimir Shklyarov il virtuosismo e l’appassionato vigore con cui infiamma il palcoscenico, fiero rappresentante di scuola russa, dalla tecnica e dall’interpretazione ineccepibile: ci affascina nel pas de deux del Cigno Nero da Il lago dei cigni (III atto) con una splendida Liudmila Konovalova, ammaliante e seducente tra le curve del suo collo da cigno e le sue punte arcuate.

E poi nuovamente, Vladimir Shklyarov ci conquista in Ballet 101, esilarante pezzo di Eric Gauthier, in cui mostra decine di passi in sequenze sempre più complesse: un brano originale, di grande presa sul pubblico, puntualmente divertito e poi sorpreso di fronte all’incredibile coordinazione e velocità di movimento di questo ballerino russo.

E poi, la coppia di étoiles dall’Opéra national de Paris, Léonore Baulac e Hugo Marchand (nominati da Aurélie Dupont, directrice de la danse, rispettivamente nel 2016 e nel 2017, a soli 26 e 23 anni), interpreti ideali della scuola francese, simbolo di eleganza in tutto il mondo del balletto. Tecnica cristallina e musicalità fuori dal comune fanno di Hugo Marchand un ballerino eccellente, favorito da una caratteristica plasticità di movimento che meravigliosamente contrasta con la marmorea figura, esaltandone le curve dinamiche e il calore interpretativo.

Se nel pas de deux da Esmeralda, ammiriamo della coppia l’essenzialità stilistica e la delicatezza espressiva, è in Amovéo di Benjamin Millepied (pezzo del 2006 su musica di Philip Glass) che ci dichiariamo definitivamente conquistati: Léonore Baulac, volto di cinematografica bellezza, fanciulla dorata dai tratti angelici, è qui una donna forte dallo sguardo infuocato e dal gesto deciso, che fugge e infine si abbandona all’abbraccio avvolgente di Marchand. Amiamo il contrasto tra la figura imponente di Hugo, alto e atletico, e quella sottile e aggraziata di Léonore: corpi opposti e anime affini, che si inseguono e infine si toccano tra le note inclementi di un tempo che fugge.

Étoile a sorpresa di questa edizione, Sergio Bernal, ventisettenne primo ballerino del Ballet Nacional de España, che onora il proprio ruolo di ospite ‘fuori programma’ regalando al pubblico due esibizioni eccellenti. In Farruca del Molinero di Antonio Ruiz Soler su musica di Manuel de Falla, incendia il palcoscenico con uno stile che perfettamente mescola il calore del baile flamenco alla quieta limpidezza della danza classica: Bernal, carismatico e potente, domina con sapienza entrambi i generi, misurando gesto, ritmo e spazio e mostrandosi padrone assoluto della scena.

Magia che si ripete nel pezzo in coppia con Joaquin De Luz, principal del New York City Ballet (e spagnolo come Sergio Bernal), Folia de Caballeros: un brano di prodezza tecnica e musicale, in cui i due ballerini si alternano in passaggi di sorprendente velocità e sincronie di inappuntabile precisione. De Luz, che ci ha abituato da tempo a grandi esibizioni (è stato già ospite, in Italia, di diversi gala a cura di Daniele Cipriani), si conferma un interprete di esaltante versatilità e forza: in Five Variations on a Theme di David Fernandez si lascia guidare dalle note di John Sebastian Bach in un pezzo di matematica puntualità e disegno, con il piglio sapiente da artista esperto che da anni incanta il pubblico di New York.

Immancabile in chiusura, il défilé degli artisti scatena nella Sala Santa Cecilia del Parco della Musica applausi e standing ovation: degna chiusura di uno spettacolo in grande stile che omaggia il balletto e i migliori danzatori del mondo.

Segnaliamo che prossimo appuntamento con Les Étoiles, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, è per il 21 e 22 luglio 2018 al Teatro La Fenice di Venezia; in programma, celebri brani del repertorio classico con le stelle mondiali del balletto.

Lula Abicca

25/02/2018

Foto: 1. Jacopo Tissi, foto Cristiano Castaldi; 2. Jacopo Tissi, Alena Kovaleva, ph. Massimo Danza; 3.-4. Jacopo Tissi e Alena Kovaleva in Diamonds, ph. Vincenzo Cositore; 5. Jacopo Tissi e Alena Kovaleva, foto Ezio Bevere; 6. Alena Kovaleva, ph. Massimo Danza; 7. Jacopo Tissi, Alena Kovaleva, ph.  Vincenzo Cositore; 8.  Jacopo Tissi, Alena Kovaleva, ph. Cristiano Castaldi; 9. Jacopo Tissi, Alena Kovaleva, ph. Massimo Danza; 10. Iana Salenko e Kimin Kim, ph. Ezio Bevere; 11.-12. Iana Salenko e Kimin Kim, ph.  Massimo Danza; 13. Iana Salenko e Kimin Kim, ph.  Ripari Young Group; 14. Iana Salenko e Kimin Kim, ph.  Vincenzo Cositore; 15. Kimin Kim, ph. Cristiano Castaldi; 16. Kimin Kim, ph. Ezio Bevere; 17. Sergio Bernal, ph. Massimo Danza; 18.-19. Sergio Bernal, ph. Vincenzo Cositore; 20. Léonore Baulac, ph. Ripari Young Group; 21. Léonore Baulac e Hugo Marchand, ph. Ezio Bevere; 22. Léonore Baulac e Hugo Marchand, ph. Cristiano Castaldi; 23. Marianela Núñez e Daniel Camargo, ph. Vincenzo Cositore; 24. Marianela Nunez Giselle, ph. Vincenzo Cositore; 25. Marianela Nunez in Giselle, foto Cristiano Castaldi; 26. Marianela Nunez Giselle, ph. Massimo Danza; 27. Joaquin De Luz, ph. Massimo Danza; 28. Liudmila Konovalova, ph. Massimo Danza; 29. Liudmila Konovalova e Vladimir Shklyarov, ph. Massimo Danza; 30. Liudmila Konovalova e Vladimir Shklyarov, ph. Cristiano Castaldi; 31. Liudmila Konovalova e Vladimir Shklyarov, ph. Ezio Bevere; 32. Liudmila Konovalova e Vladimir Shklyarov, ph. Vincenzo Cositore; 33. Léonore Baulac e Hugo Marchand, ph. Ezio Bevere; 34. Hugo Marchand, ph. Massimo Danza; 35. Hugo Marchand e Léonore Baulac, ph. Vincenzo Cositore; 36. Léonore Baulac e Hugo Marchand, ph. Ezio Bevere; 37. Vladimir Shklyarov, ph. Ezio Bevere; 38. Sergio Bernal e Joaquin De Luz, ph. Vincenzo Cositore; 39. Joaquin De Luz e Sergio Bernal in Folia de Caballeros, foto Ezio Bevere; 40. Sergio Bernal e Joaquin De Luz, ph. Cristiano Castaldi; 41. Daniel Camargo e Marianela Nunez, ph. Massimo Danza; 42. Marianela Nunez, ph. Ezio Bevere; 43. Marianela Nunez e Daniel Camargo, ph. Cristiano Castaldi; 44. Les Etoiles, ph. Vincenzo Cositore.

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