La recensione

Il circo coreografico de L’Éolienne con Marie-Louise

Danza, circo e pittura sono gli ingredienti che stanno alla base di Marie-Louise, spettacolo che la compagnia L’Éolienne ha presentato con grande successo nel corso del Festival ParmaDanza. Ad immagini di celebri dipinti proiettate su un fondale si susseguono diverse coreografie caratterizzate da una danza sempre in bilico fra cielo e terra.

Mettete insieme danza, circo e pittura ed ecco Marie-Louise, titolo che la compagnia L’Éolienne ha presentato con grande successo nel corso del Festival ParmaDanza. Quando gli spettatori fanno il loro ingresso in sala a luci ancora accese, lo spettacolo è già in fieri: un velario bianco calato dall’alto e alcuni elementi della compagnia che di volta in volta si alternano in pose plastiche. Arrivati ai primi nudi (non integrali) e a qualche risatina che serpeggia fra il pubblico, le luci si spengono e Marie-Louise ha inizio.

La coreografia è strettamente collegata a quello che noi consideriamo «circo» (non a caso, la serata viene definita “circo coreografico”): quindi le prese – quasi sempre in movimento – sono veramente funamboliche, così come frequente è il ricorso ai movimenti aerei mediante corde calate dall’alto.

L’idea che sta alla base della rappresentazione è quella di associare all’immagine di un dipinto proiettata sullo sfondo una coreografia: non si tratta di voler spiegare o narrare il dipinto ma quasi di volerlo “ampliare” e “arricchire” tramite lo spazio offerto dalla scena. Si parte quasi subito con Gli amanti di René Magritte. Il quadro è quasi emblematico della poetica dell’artista belga, esponente di spicco della corrente surrealista. Le teste degli amanti sono coperte da un velo: immagine di incomunicabilità per eccellenza ma anche legata alla vita privata del pittore che perse la madre suicida nel fiume Sambre e che venne rinvenuta con un panno avvolto intorno alla testa. Davanti a quest’immagine parte un duetto in cui anche i due interpreti compaiono col capo avvolto da un telo: un passo a due dolce e cantilenato, ipnotico nel suo dipanarsi nello spazio circostante quasi a voler concedere, mediante il contatto dei corpi, quello che i due amanti di Magritte non possono provare perché cristallizzati nella loro immobilità. E moltissimi potrebbero essere gli esempi: dalla danza che si fa più frenetica, quasi forsennata e dionisiaca, davanti a Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch fino ad una danza aerea e liberatoria ispirata ai celebri cerchi di Vasilij Kandinskij. Una serata letteralmente in bilico fra terra e cielo, il cui collante è la pittura.

L’ideazione e la coreografia si devono a Florence Caillon, entrata a far parte de l’Éolienne nel 1995 quando la compagnia ancora si chiamava Carillon. Dal 2001 la compagnia – nata originariamente come associazione per attività musicali legate alla casa editrice Flammarion – si concentra esclusivamente sul rapporto tra danza e circo.

Matteo Iemmi

9/05/2015

L’Eolienne in Marie-Louise, ph. Roberto Ricci.

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