Teatro Valle di Roma

Il Valle di Roma diventa Fondazione

Siae e Agis Lazio: ripristinare la legalità

Lo scorso 18 settembre, nel corso di un incontro pubblico, i rappresentanti di quella comunità che dal 14 giugno del 2011 ha deciso di occupare lo storico teatro nel cuore di Roma, hanno annunciato la nascita della Fondazione Teatro Valle Bene Comune.

Depositato lo scorso 16 settembre dal notaio, lo statuto, frutto di un anno e mezzo di assemblee collettive aperte a tutti, è stato consegnato al Prefetto di Roma, che avrà 4-5 mesi per esaminarlo. Tra i punti cardine, il rifiuto della pratica delle nomine dall’alto e la turnazione delle cariche.

La nascita della Fondazione, avvenuta dopo 27 mesi di occupazione, 200 artisti ospitati, e che conta 5.300 soci fondatori e 143 mila euro raccolti, ha sollevato non poche critiche da parte degli stessi operatori di settore che chiedono che il Teatro Valle vada ricondotto a una situazione di legalità e al rispetto delle regole e delle responsabilità che la gestione di qualsiasi struttura aperta al pubblico comporta nei confronti degli spettatori e dei lavoratori. In sostanza gli operatori evidenziano che il Valle è di proprietà comunale e che è stato il Comune di Roma a pagare in questi 27 mesi di occupazione le bollette. Evidenziano inoltre che gli occupanti – sempre in questi mesi – non hanno pagato contributi ai lavoratori e i diritti alla Siae per gli spettacoli messi in scena adducendo la seguente motivazione: “Gli artisti che hanno attraversato in più di due anni il Valle sposano la nostra posizione di protesta rispetto alla Siae e a tutti i monopoli sulla conoscenza, considerati illegittimi se non illegali come indicato dalle direttive europee. Da circa un anno una percentuale dell’incasso delle serate viene devoluta direttamente all’autore che lo richiede”. Dura la replica della Siae che ha intenzione di procedere per le vie legali:  e, attraverso, ha risposto a tono: “La Siae si tutelerà a tempo e modo circa i diritti a lungo calpestati dei propri associati – ha sostenuto Gaetano Blandini, direttore generale della Siae – Quanto alla questione della legittimità informo che il Diritto d’Autore è tutelato dalla Costituzione, ed è protetto da ben cinque trattati internazionali”.

Dura anche la posizione di  Massimo Monaci, presidente dell’Agis Lazio: “il passaggio da occupanti a fondatori di un ente, non legittima la presenza in uno spazio che è patrimonio pubblico e che deve essere restituita alla cittadinanza. Dai primissimi giorni dell’occupazione l’Agis Lazio chiese a gran voce, denunciando la situazione di illegalità in tutte le sedi istituzionali, che fosse previsto un bando pubblico per l’assegnazione del Teatro Valle, così come per i teatri di cintura, sostenendo che questo avrebbe garantito trasparenza e merito”.

A dipanare la matassa sono chiamati in causa il Comune di Roma e il Ministero per i beni e le attività culturali, entrambi latitanti da troppo tempo.

Pubblicato 8 ottobre 2013

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