La recensione

La Carmen di Amedeo Amodio con Eleonora Abbagnato

La Carmen di Amedeo Amodio, andata da poco in scena al Teatro Storchi di Modena come ultimo appuntamento di ModenaDanza 2015, ha messo in luce una splendida Eleonora Abbagnato nei panni della protagonista e un vigoroso Alexandre Gasse come Escamillo. Una Carmen molto mediterranea quella pensata da Amodio, calda, asciutta come i venti del sud, dal tocco deciso e sicuro. Il balletto sarà di nuovo in scena alla Versiliana il 18 luglio 2015.

Una violinista, terminata una rappresentazione di Carmen di Georges Bizet, si trova a vivere nuovamente il dramma della celebre sigaraia, quasi in un sogno: la rappresentazione reale termina e inizia quella onirica. È quindi il sogno il “pretesto narrativo” da cui muove la Carmen di Amedeo Amodio, creata per Aterballetto nel 1995, ripresa per il Balletto del Teatro Massimo nel 2014 e da poco andata in scena al Teatro Storchi di Modena affidata alla produzione di Daniele Cipriani.

Al di là dell’escamotage del sogno, quella di Amodio è una Carmen molto mediterranea, calda, asciutta come i venti del sud, dal tocco deciso e sicuro. Lo si nota tanto dall’impianto coreografico quanto dalle scene scarne: due pannelli mobili che ricordano pareti in calcestruzzo sullo sfondo delle quali si muove tutta l’azione danzata. L’inizio e la fine del balletto sono invece connotate dal calare di un velario dall’alto, quasi a voler accompagnare lo spettatore nell’atmosfera onirica da cui prende piede la coreografia. La base musicale (adattata da Giuseppe Calì) rimane quella di Bizet. Questo adattamento comprende alcune fra le pagine più celebri del melodramma, facilitando così lo svolgimento tipicamente narrativo del balletto. Un esempio su tutti: allo strumentale dell’aria di Micaela («Je dis que rien ne m’épouvante») corrisponde un assolo per Micaela. Quasi in contrappunto con la vacuità della scena si stagliano i costumi di Luisa Spinatelli (che firma anche le scene) fra i quali emergono quelli creati per il comparto femminile; sgargianti, sui toni del rosso, dalla foggia chiaramente spagnoleggiante.

Protagonista indiscussa della serata è stata ovviamente la Carmen di Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi e da poco alla guida del Balletto dell’Opera di Roma. L’Abbagnato, da alcuni mesi diventata mamma per la seconda volta, si è presentata in forma smagliante. È stata indubbiamente una grande Carmen ma occorrerà fare un po’ di chiarezza. Eleonora Abbagnato viene presentata dalla stampa generalista semplicemente come prestigiosa Carmen, al di là della versione coreografica in cui balli ma… tra la Carmen di Petit (fu proprio al termine di una recita della Carmen di Petit che l’Abbagnato venne nominata étoile) e quella di Amodio differenze ne intercorrono eccome. Laddove Petit si rifà ad un clima “esistenzialista” nel dettato generale – basti solo pensare alla ricercatezza dei costumi – e nella costruzione dei passi – come nella danza spesso ricca di simboli pensata per Carmen e Don José -, Amodio risulta invece più colloquiale e immediato. La sua è una sigaraia che arriva subito al pubblico, nella sua sfrontatezza e spontaneità: il gesto è leggibile e privo di sovrastrutture. L’Abbagnato è una ballerina notoriamente versata in un repertorio più narrativo che “accademico” e questa coreografia le calza come un guanto. Bella, sfrontata, altezzosa quasi regale alla scena della morte.

In seguito ad un infortunio occorso a Amilcar Moret Gonzalez, il ruolo di Don José è stato sostenuto da Michele Satriano previsto originariamente nei panni di Escamillo. Indubbiamente un bravo e giovane artista che ricordiamo per tante belle serate di danza ma che a causa della sostituzione dell’ultimo minuto non ha saputo rendere l’alchimia con la partner e, soprattutto, tenerle testa nel gioco “amore-morte” che puntella tutta la coreografia. Alexandre Gasse (che già ha interpretato Escamillo con l’Abbagnato alla ripresa al Massimo di Palermo) ha disegnato un torero di bella presenza, virile e arrogante. Come nell’opera lirica, anche qui il personaggio di Micaela è quello meno sbalzato e più debole da un punto di vista teatrale. Giorgia Calenda è riuscita però a trasmettere tutta la fragilità della contadina grazie alle proporzioni minute e al fraseggio leggero. Molto bravo Valeriro Polverari nei panni dell’Ufficiale. Non sempre omogenei e coesi i giovani chiamati a formare il corpo di ballo; il che però ha saputo ben rendere il clima chiassoso di alcune scene corali. Molti gli applausi per tutti e festeggiatissima la diva Abbagnato.

Matteo Iemmi

13/06/2015

Lo spettacolo sarà di nuovo in scena il 18 luglio 2015 al Festival La Versiliana.

Foto:  1.-2. Eleonora Abbagnato in Carmen di Amedeo Amodio nelle recite a Modena; 3.-5. Eleonora Abbagnato in Carmen di Amedeo Amodio nelle recite al Teatro Fraschini di  Pavia.

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