L'intervista

Massimiliano Volpini in Grand…Opéra: le coreografie per l’inaugurazione del Teatro dell’Opera di Roma con Giuseppe Verdi

Il Grand - Opéra Les vêpres siciliennes di Giuseppe Verdi inaugura la stagione 2019-2020 del Teatro dell’Opera di Roma. Massimiliano Volpini ci racconta le sue coreografie delle Quattro Stagioni, divertissement di danza per l’occasione straordinariamente proposto nella durata originale di oltre trenta minuti. Un approccio stile teatro danza e per questo siglato anche dalla regista Valentina Carrasco, in accordo con le scelte espressive del direttore d’orchestra Daniele Gatti. Volpini, coreografo di Roberto Bolle, aggiunge questa produzione alle sue eterogenee creazioni.

Il Teatro dell’Opera di Roma inaugura la stagione 2019-2020 con Les vêpres siciliennes di Giuseppe Verdi, Grand-Opéra in cinque atti su libretto di Eugène Scribe e Charles Duveyrier.

Mettere “Grand” prima di “Opera” significa concepire un teatro musicale con gusto alla francese, con sfarzo e abbondanza di elementi, anche con l’inserimento della danza. In questo concept, Giuseppe Verdi debuttò nel 1855 proprio con quest’opera. Il Teatro dell’Opera di Roma ha pensato in grande questo esordio di stagione, ha coinvolto tutti complessi artistici e ha rispettato l’intera durata del balletto.

Le coreografie sono firmate da Massimiliano Volpini, assieme alla regista Valentina Carrasco. Volpini ha un’esperienza vasta nel teatro, nella televisione, nell’opera lirica e nel musical. Attraversa tutti gli stili, dal classico al contemporaneo, realizza le danze per i concerti di Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia ed è presenza costante negli spettacoli in scena e in tv di Roberto Bolle, come i diversi Roberto Bolle & Friends,  Danza con me e On dance, la festa della danza. Lo abbiamo incontrato.

Il balletto racconta Le quattro stagioni nel terzo atto dell’opera per una durata di 30 minuti circa. Come l’ha concepito?
«Di solito nel Grand-Opéra il balletto è un divertissement, spesso inserito come corpo estraneo e per questo sacrificato o tagliato. Il Teatro dell’Opera di Roma ha voluto mantenere l’originale e unire tutti gli insiemi artistici. Quindi, con la regista Valentina Carrasco abbiamo deciso di inserire le variazioni in un contesto narrativo. Abbiamo privilegiato un approccio teatrale, squisitamente attoriale, firmando entrambi le coreografie. Si tratta di un racconto che contiene metafore sui vespri siciliani (la rivolta antifrancese del 1282), senza nulla di folclorico, semmai cogliendo sfumature verso la Sicilia depredata e violentata».

Dobbiamo aspettarci elementi folclorici?
«L’ispirazione viene dal teatro danza, con Pina Bausch ben presente. Ad esempio le dodici donne che fanno un lavoro con l’acqua e con il corpo possono rappresentare la Sicilia e ricordare proprio quel tipo di danza. Sono coinvolti i bravi danzatori del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, ma anche i giovanissimi della scuola, i cantanti, i mimi e alla fine pure il coro, quando nella trama è prevista la festa dei francesi. La Sicilia è vista come una donna, figura archetipica di riscatto, con un percorso che nello svolgere delle stagioni potrebbe simboleggiare la vita stessa. Ci sono riferimenti alla madre di Henry violata dall’avversario de Montfort».

Una collaborazione intensa con la regista. E con Daniele Gatti, il direttore d’orchestra e direttore musicale del Teatro dell’Opera?
«Anche con Daniele Gatti ci siamo raccordati, mediando tra esigenze musicali e possibilità dei danzatori, come ad esempio nel finale dove abbiamo assecondato la sua scelta artistica sui tempi veloci, assai difficili ma significativi».

Nelle sue creazioni lei sperimenta tecnologie (interazione video, motion capture, laser, robotica e body mapping): troveremo qualche elemento del genere in quest’opera?
«Utilizzo tanto la multimedialità ma se fa parte del progetto creativo, altrimenti non ha senso. Nel caso di Les vêpres siciliennes, la regista Carrasco, che ha idea del teatro molto tecnico, ha voluto esprimere una grande fisicità e un forte senso di tangibilità, di realtà. Ha usato la pietra, la cava, creando un ambiente primordiale. Tutto deve sembrare reale e quindi anche la parte coreutica, senza tecnologie dunque».

Una carriera poliedrica la sua. Da Bolle in tv alla lirica: come si può definire la sua cifra espressiva?
«Ho un unico paletto: non avere paletti. Mi sono posto questo problema anni fa, quando dovevo dimostrare qualcosa di specifico. Adesso non ho paura di fare il pop, sposo senza pregiudizi una varietà di progetti, dalla contemporanea al super classico, da tv a lirica, fino al teatro d’avanguardia. Seguendo Roberto Bolle, poi, ho capito che esiste la situazione giusta nel momento giusto, per lasciare un’impronta senza forzare mai.
Infatti adesso sto lavorando a questa produzione del Teatro dell’Opera, al programma di Bolle (Danza con me) che va in onda a gennaio su Rai 1 e a Lo schiaccianoci del Balletto di Roma. Tre progetti aperti molto diversi che sono orgoglioso di realizzare».

Si nutre solo di danza?
«Adoro gli spettacoli, seguo con interesse la danza contemporanea, soprattutto quella israeliana che al momento mi sembra più stimolante. Mi attira il cinema e sto scoprendo il mondo del fumetto, davvero sorprendente».

Non ci resta che andare a teatro. Per avere una suggestione di questa produzione, ecco il trailer del Teatro dell’Opera di Roma.

Ippolita Papale
@salottopapale

11/12/2019

 

Les vêpres siciliennes
Musica di Giuseppe Verdi
Grand-Opéra in cinque atti
Libretto di Eugène Scribe e Charles Duveyrier

DIRETTORE Daniele Gatti
REGIA Valentina Carrasco

MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Richard Peduzzi
COSTUMI Luis F. Carvalho
LUCI Peter Van Praet
COREOGRAFIA Valentina Carrasco e Massimiliano Volpini

PERSONAGGI E INTERPRETI
Guy de Montfort Roberto Frontali / Giorgio Caoduro 17
Le sire de Béthune Dario Russo
Le comte de Vaudemont Andrii Ganchuk*
Henri John Osborn / Giulio Pelligra 17
Jean Procida Michele Pertusi / Alessio Cacciamani 17
La duchesse Hélène Roberta Mantegna / Anna Princeva 17
Ninetta Irida Dragoti*
Danieli Francesco Pittari
Thibault Saverio Fiore
Robert Alessio Verna
Mainfroid Daniele Centra
*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Con la partecipazione degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma

Recite: 10, 13, 15, 17, 19, 22 dicembre 2019

Foto: 1. Massimiliano Volpini; 2.-3. Les vêpres siciliennes, Michele Pertusi (Jean Procida), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 4. Les vêpres siciliennes, Osborn (Henri), Mnategna (Helene), Frontali (Montfort), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma 2019; 5. Les vêpres siciliennes, Osborn (Henri), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma 2019; 6. Les vêpres siciliennes, Roberto Frontali (Montfort), John Osborn (Henri), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 7.-8. Les vêpres siciliennes, Roberta Mantegna (Helene), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 9. Les vêpres siciliennes, Corpo di Ballo, ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 10. Les vêpres siciliennes, Il Coro dell’Opera di Roma, ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 11. -12. Les vêpres siciliennes, allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 13.-16. Les vêpres siciliennes, ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma.

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