Decreto Valore Cultura – sovvenzioni FUS 2014

Nuove regole per l’assegnazione delle sovvenzioni nel 2015?

Le domande di sovvenzione 2014 devono essere presentate entro il 31 gennaio 2014. Scompaiono gli enti di promozione nazionali. Nuovi criteri e nuova organizzazione dal 2015? Di seguito le proposte ministeriali oggetto di confronto con le categorie e con gli enti territoriali.

Nonostante il Decreto Valore Cultura, convertito in legge lo scorso 4 ottobre (Legge n. 91/2013), indichi in modo chiaro il 2014 come l’anno in cui devono entrare in vigore i nuovi criteri di assegnazione delle risorse FUS alle attività di prosa, musica, danza, circhi e spettacolo viaggiante, la riforma di tali criteri è rimandata.

A deciderlo il Ministero che con avviso pubblicato su web lo scorso 18 dicembre comunica che “le domande di contributo a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo per l’anno 2014 potranno essere presentate, come da normativa vigente, entro la data del 31 gennaio 2014. L’accesso alla procedura on line sarà inderogabilmente chiuso alle ore 15.00 del medesimo giorno. La consegna delle domande presso la sede della Direzione Generale, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9/a, potrà essere effettuata fino alle ore 17.00 del medesimo giorno”.

L’unica cosa che cambia è che scompaiono gli enti di promozione nazionali sia per la danza che per la musica. Tutti coloro che fino al 2013 si sono potuti fregiare del titolo di “enti di promozione nazionale” potranno fare domanda nel capitolo generico sulla promozione.

Non è certo questa la riforma che la danza aspetta da anni. Quel che serve è in primo luogo il riconoscimento dell’ospitalità della danza in ogni forma di teatro e fa male sapere che tutti i teatri stabili privati o pubblici, come quelli d’innovazione, così come i festival di danza o di prosa, se vorranno programmare le compagnie di danza italiane lo dovranno fare, anche nel 2014, a loro spese perché il Ministero non riconosce questa attività come finanziabile.

Quello che serve ai festival di danza è che scompaia il vincolo percentuale che lega la sovvenzione ministeriale al contributo di regioni, province e comuni (i ritardi e i tagli degli enti territoriali sono ormai cronici ed è impossibile per gli operatori programmare i cartelloni degli spettacoli al buio senza sapere l’ammontare delle risorse su cui possono contare).

Quel che serve alle compagnie sono requisiti facilitati per l’accesso ai finanziamenti per tutti coloro che cominciano l’attività (non solo i giovani under 30 anni) e maggiore tempestività nelle risposte sul sostegno alle spese di viaggio per tournée da effettuarsi anche tra due o tre anni in modo da poter accettare inviti che arrivano dall’estero.

Questo e altro serve alla danza e subito. E tutto questo non è presente (o lo è parzialmente) nelle linee di riforma che sono state illustrate dalla Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del MIBACT ai rappresentanti delle categorie in riunioni tecniche che si sono svolte lo scorso 4 e il 5 dicembre al Ministero.

Ma quali riforme ha in cantiere il Ministero? Quali le principali innovazioni ipotizzate dal Ministero?

Se si fa fede alle linee guida presentate alle associazioni di categoria lo scorso 4 e 5 dicembre la riforma del sistema di finanziamento allo spettacolo dal vivo si doveva articolare in due fasi:  il 2014 avrebbe dovuto segnare la fase 1 della riforma, con l’introduzione di nuovi criteri per l’erogazione dei contributi; il 2015 avrebbe segnato l’inizio di una vera e propria riforma con non poche novità. Ma quali erano le novità ministeriali?

Andiamo con ordine e proviamo a riassumere le proposte del Ministero.

Nuovi criteri per l’assegnazione dei fondi

Così come previsto dal Decreto Valore Cultura, il Ministero avrebbe voluto introdurre nuovi “criteri per l’erogazione” dei contributi già dal 2014. Questi nuovi criteri, pur dando peso al valore quantitativo dei progetti, spostano la valutazione delle istanze di contributo tutta su parametri qualitativi, una qualità che si sdoppia in due: qualità indicizzabile, ossia indicatori oggettivi e attribuiti in automatico; qualità non indicizzabile, ossia la valutazione soggettiva assegnata da nuove commissioni, tenendo conto di parametri precisi.

Questo meccanismo, più oggettivo di quello attuale, secondo il Ministero dovrebbe permettere assegnazioni più eque. Il dubbio è ovviamente rivolto al giudizio sulla qualità. Se è difficile individuare parametri oggettivi validi per tutti (distribuzione e produzione, organismi storici e nuove realtà), difficile è anche individuare commissari competenti, compatibili (ossia che non abbiano rapporti lavorativi con soggetti finanziati) e che accettino di lavorare gratis dato che la legge impedisce di retribuirli. Che questo sia un passaggio delicato lo ha pensato anche il Ministero tanto che il progetto di riforma coinvolge anche le Commissioni che saranno formate da 5 membri, 2 nominati dalla Conferenza Unificata e 3 dal Ministero. Le nomine saranno effettuate con criteri più severi e il Ministero ha annunciato l’intenzione di individuare i commissari di sua nomina attraverso una call pubblica. Il loro mandato sarà triennale.

Compagnie: facilitazioni per prime istanze e under 30 anni

Tra le altre riforme che il Ministero aveva sostenuto di voler adottare già a partire dal 2014, figurano inoltre misure volte a favorire il ricambio generazionale, ossia la richiesta di un solo anno di esperienza pregressa per l’accesso al finanziamento (ora ne servono tre), l’abbassamento dei minimi di attività richiesta per le prime istanze per le attività di produzione e, sempre nell’ambito della produzione, minimi quantitativi più bassi richiesti per gli organismi di produzione che hanno una prevalenza di “under 30”, ossia a giovani sotto i trent’anni, sia negli organi di gestione che nel nucleo artistico.

Triennalità e minimi di attività più alti per tutti

Più complesse e articolate le riforme per tutto lo spettacolo dal vivo che nelle intenzioni del Ministero dovrebbero trovare applicazione dal 2015. Tra le novità principali figurano la triennalità del finanziamento (novità certamente positiva) e l’innalzamento dei minimi di attività (come ad esempio il numero di giornate di spettacolo da realizzare entro l’anno) per poter avere titolo di accesso al finanziamento per gli organismi già finanziati negli anni passati.

Nuovi sottosettori

Novità sostanziali figurano anche nell’articolazione dei sottosettori raggruppati in due grandi categorie, attività di produzione e di programmazione, con la scomparsa o quasi delle iniziative di promozione che sono completamente ripensate.

Il settore musica registra una nuova declinazione con l’introduzione dei circuiti musicali regionali e nazionali che dovrebbero distribuire musica senza distinzione di generi.

Novità consistenti si registrano nel settore prosa. Al posto dell’attuale suddivisione in teatri stabili pubblici e privati, il Ministero ha ipotizzato una nuova articolazione che vede la nascita di “teatri nazionali” e di “teatri di interesse pubblico”, organismi stabili con una missione fortemente incentrata sulla produzione e sostenuti in modo paritetico dal Ministero e enti territoriali. Altissimi i parametri richiesti per ottenere questo riconoscimento.

Novità sono le cosiddette “azioni trasversali”, un nuovo settore dedicato “trasversalmente” a prosa, danza, musica e circhi. Quattro le azioni “trasversali” ipotizzate dal Ministero e vanno da progetti di promozione (pochissimi progetti per ogni settore) al capitolo residenze, da iniziative intraprese direttamente dall’amministrazione al finanziamento per le attività da svolgersi all’estero.

Quando entrerà in vigore la riforma?

Segnaliamo che ulteriori tavoli tecnici sono già stati convocati dal Ministero l’8 gennaio 2014. Solo allora sapremo quando il nuovo maxi decreto verrà emanato, quando entrerà in vigore e sapremo anche se le varie proposte di modifica suggerite dalle associazioni di categoria saranno state accolte.

Francesca Bernabini

30/12/2013

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