La recensione

Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma. Successo per la Lezione aperta degli allievi. Giovani talenti crescono.

Sold out e applausi lo scorso giovedì 21 aprile 2016, al Teatro Nazionale di Roma per la Lezione aperta degli allievi della Scuola di danza del Teatro dell’Opera diretta da Laura Comi. In scena gli studenti di tutti gli otto corsi accademici in classi brevi condotte dai docenti della Scuola. Un appuntamento elegante e ben preparato che conferma lo stato di ottima salute del centro di formazione romano e rivela nuovi talenti, lasciando ben sperare sul futuro del Teatro dell’Opera.

La Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma è stata protagonista sul palcoscenico del Teatro Nazionale di Roma del consueto appuntamento di metà aprile con la Lezione aperta degli allievi.

Nel cuore dell’anno accademico, oltre le sale di via Ozieri, i giovani lasciano i nidi di un rigido inverno sognando di volare tra i cieli di una notte di stelle.

La lezione aperta, a metà strada tra una classe di danza e uno spettacolo di balletto, è consuetudine molto attesa per il pubblico della capitale che puntualmente affolla la platea del Nazionale per ammirare il talento giovane del più importante dei suoi teatri. Il foyer gremito di tecnici e appassionati ben conforta sulla nuova stagione del balletto romano, che pare finalmente brillare di un proprio consistente appeal; merito forse della fiducia nella carica rivoluzionaria della direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato, ma anche nell’affiatata squadra di docenti della Scuola di danza abilmente diretta da Laura Comi. L’investimento dell’étoile parigina sui giovani del Teatro dell’Opera sembra avere effetti decisamente positivi sul centro di formazione, che si mostra oggi in uno stato di forma all’altezza della propria storia.

Sul palcoscenico del Teatro Nazionale, in un’unica serata, si alternano gli allievi e i docenti di tutti gli otto anni accademici in classi brevi che condensano in pochi minuti i principali obiettivi e risultati tecnici di ogni corso. La lezione aperta esibisce al pubblico il frutto delle ore di studio alla sbarra, al centro e sulle punte, ma anche l’entusiasmo di giovani che scommettono su una professione fatta di tenacia e fatica; giovani che conoscono il rigore, l’impegno e i sogni e che, efficacemente, ne rappresentano il valore e la bellezza. Con loro i maestri della scuola, guide amate e temute, volti gentili di una disciplina inflessibile e custodi preziosi di un’arte straordinaria.

Il fascino della classe in palcoscenico si rivela in diversi e inaspettati modi. Impressiona e intenerisce la professionalità in miniatura dei giovanissimi del primo corso, per nulla intimoriti da un palco e da una platea tanto grandi e colmi; accanto a loro, le sbarre sembrano enormi, ma è sufficiente lo sguardo rassicurante del maestro Gerardo Porcelluzzi e la guida musicale del pianista accompagnatore Emanuele Lucchisani per dirigere i passi di una lezione accurata che già rivela promettenti plié, battement tendu e port de bras. Assistere anche solo per pochi minuti a questo scambio ci informa sull’evidente legame di fiducia tra allievo e maestro, un “imprinting” che soprattutto nei primi anni di studio risulta fondamentale per l’acquisizione delle regole di base e per l’impostazione del corpo da cui poi nasceranno tecnica, virtuosismi e stile.

Il secondo e terzo corso, condotti dalla docente Carla Rossi, già padroneggiano prime legazioni al centro e piccoli salti, mettendo alla prova equilibrio, resistenza e coordinazione. Proprio il buon esito dell’esibizione dei primi corsi mostra gli effetti di un lavoro di squadra mirato e puntuale, in sinergia con la docente di fisiotecnica Valentina Canuti che segue i ragazzi durante l’intero percorso formativo valorizzandone la predisposizione e favorendone il più sano sviluppo articolare e muscolare.

Il quarto e quinto corso femminile sono un’esplosione di grazia e leggiadria, tra prime difficoltà sulle punte e gestione dello spazio scenico. Estremamente omogeneo per doti e potenzialità, il folto gruppo diretto dalla docente Anna Maria Garagozzo rivela elementi dalle linee affusolate e danzanti, in grado di affrontare passaggi complessi e rapidissimi cambi di direzione conservando espressività e leggerezza. Il pubblico si infiamma per il quarto e quinto corso maschile e per il maestro Alessandro Molin, perfezionista di un’arte che ha illuminato in anni di brillante carriera. Troviamo qui tutti i segni del talento più puro: tour en l’air doppi, pirouettes e grandi salti che preannunciano i futuri protagonisti dei nostri teatri.

Le maggiori speranze di imminente carriera sono però riposte nei corsi avanzati, dal sesto all’ottavo corso, che si esibiscono in due grandi gruppi divisi tra uomini e donne. Scopriamo le ragazze guidate dall’esperta docente Ofelia Gonzalez a perfetto agio in una composizione dalla complessità crescente fino ai grandi virtuosismi tecnici sulle punte come fouettés, piqué manège, aplomb e grand jetè. Eleganti e precise, si distinguono la giovane Camilla Mancuso (dalla quale attendiamo nuove più entusiasmanti prove da solista, considerando l’evidente predisposizione e talento) e la vivace Beatrice Foddi, efficacemente padrona della scena sia in tecnica classica che contemporanea. Chiudono la dimostrazione i ragazzi di Pablo Moret, maestro dal sorriso sapiente in grado di dirigere i giovani con piccoli cenni della mano e sguardi eloquenti. Estremamente impegnativa, l’esibizione mette a dura prova resistenza e forza degli allievi, che pur tra piccole imprecisioni recuperano abilmente la scena entusiasmando il pubblico. Con rinnovata convinzione, segnaliamo il talentuoso Nicola Di Vico, allievo del sesto corso che già qualche mese fa ci colpì durante una classe al Teatro dell’Opera; il ballon di questo giovane ancora di più ci impressiona in scena, dove pare volare con rara leggerezza e armonia di linee. Ottima prova per Dennis Vizzini e Simone Agrò, visibilmente pronti al grande salto verso la professione.

La serata ha riservato ulteriori soddisfazioni con la classe di danza contemporanea del coreografo Massimo Moricone per i corsi dal quarto all’ottavo anno. Soprattutto tra i più grandi, l’esibizione ha rivelato buone doti di fluidità e convincenti qualità interpretative che dimostrano margini ampi di versatilità tecnica ed espressiva.

In chiusura, anche un breve estratto dalle classi di pas de deux del maestro Pablo Moret con gli allievi di livello avanzato, gioiello finale su cui cala il sipario del Teatro Nazionale tra i primi calorosi applausi di carriere future e brillanti. Segnaliamo la sicurezza scenica dei giovani porteur e l’estrema musicalità delle ragazze, certamente ispirate dagli accompagnamenti musicali in scena dei maestri Giuseppe Annese, Emanuele Lucchisani e Samuel Tanca.

Lula Abicca

Foto: Scuola di danza Teatro Opera Roma, ph. Yasuko Kageyama.

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