La recensione

Sofisticato, concettuale e raffinato Cello Suites di Heinz Spoerli alla Scala di Milano

In Cello Suite Spoerli si rivela un coreografo architetto capace di creare una perfetta armonia fra danza, musica e luce. Il balletto è glamour e patinato, rigoroso, e intimista. Nella replica di giovedì 19 marzo 2015 si segnalano Claudio Coviello e di Antonina Chapkina, una coppia di tale grazia da risultare simbiotici nell’interpretazione e pulitissimi nella tecnica. Ottima la prova di tutto il corpo di ballo che appaga lo spettatore dando massimo rilievo alle dinamiche con la giusta intensità e lucentezza espressiva.

Cello Suite è un lavoro di rara bellezza, concettuale e raffinato. Un lavoro per intenditori, che pone in risalto l’ispirazione e il lavoro coreografico, un balletto che investe lo spettatore, fin dall’inizio, di significati celati dietro una tessitura astratta.

Il tratto saliente e riconoscibile nel percorso creativo di questo lavoro firmato da Heinz Spoerli e rimontato per il corpo di ballo scaligero, è da ricercare in un gestualità originale, lineare e fondata su una rigorosa costruzione architettonica. E’ un lavoro senza trama, che non racconta una storia precisa, ma che fa esplorare ai danzatori una dimensione intimista, scandita da quadri coreografici che traggono ispirazione da forme e materiali, in primis dagli elementi naturali: terra, acqua, fuoco e aria. Un lavoro glamour e patinato dove i diciotto movimenti che lo compongono si susseguono come in una sfilata di moda.

Cello Suite è uno spettacolo rigoroso, costruito con geometrie precise e articolato in immagini nelle quali i corpi dei danzatori sono parti pregnanti di un insieme algido e fluido allo stesso tempo. Sonorità, costumi e atmosfere sofisticate concorrono a creare una danza che arriva più alla mente che al cuore. Spoerli modella geometricamente anche i corpi dei danzatori, gioca sugli equilibri e sull’allungamento estremo delle linee riempiendo la scena con una  successione di soli, duetti, passi a tre e in attimi d’insieme.

Heinz Spoerli costruisce Cello Suites interrogandosi sulla dialettica tra temporalità e identità della forma, su un palcoscenico simbolicamente spoglio arricchito dal grande cerchio sul fondale che rappresenta il punto esteso delle proprietà simboliche: omogeneità, perfezione, assenza di distinzione ma soprattutto di divisione (scenografie di Sergio Cavero). I corpi dei danzatori, colorati dal rosso, verde e blu dei ricercati costumi (dello stesso Spoerli), non invadono, negli assoli e nei duetti, tutto lo spazio scenico ma si muovono in limitati porzioni del palco come disegnate con un compasso, cerchi immaginari e evidenziati da coni luminosi e da un fumo lunare (luci di Martin Gebhardt). La luce veste il palcoscenico e si sposa in modo perfetto alla costruzione coreografica di Spoerli che qui si rivela un coreografo architetto.

I movimenti dei danzatori si relazionano in una perfetta armonia con la luce e con le diverse modulazioni delle Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach nell’eccellente e vibrante esecuzione musicale del maestro Sandro Laffranchini. I corpi sfumano nel chiaro-scuro, ombra-luce dello spazio/danza.

Espressione totale e completa dei canoni estetici della disciplina neoclassica, la danza di Spoerli offre ai ballerini scaligeri la possibilità di confrontarsi con un balletto complesso sul piano tecnico, appassionato e intellettuale su quello interpretativo, dando esempio della sua creatività nella fusione tra tradizione e spirito innovativo in un sorprendente disegno coreutico.

Cello Suites, nell’ottava rappresentazione, la pomeridiana del 19 marzo 2015, si è avvalsa della presenza rassicurante del virtuoso primo ballerino Claudio Coviello e di Antonina Chapkina, una coppia di tale grazia da risultare simbiotici nell’interpretazione, pulitissimi nella tecnica. Un felice sodalizio che mette in risalto l’indubbio talento artistico di entrambi. Il Corpo di Ballo, indistintamente, appaga lo spettatore dando massimo rilievo alle dinamiche con la giusta intensità e lucentezza espressiva. Eleganti e poetici nei momenti di assieme, i diversi danzatori vengono esaltati nei duetti e nei terzetti nelle loro diverse caratteristiche fisiche e di personalità che li rendono irresistibilmente attraenti. Nello spettacolo del 19 marzo hanno brillato in particolare Walter Madau, Angelo Greco, Lusymay Di Stefano, Christian Fagetti, Marco Agostino, Virna Toppi, Timofej Andrijashenko, Vittoria Valerio, Antonino Sutera, Denise Gazzo, Nicola Del Freo e Mattia Semperboni.

Un balletto colto, in cui i danzatori scaligeri, all’unisono, hanno donato allo spettatore una prestazione altamente accademica, di preziosa disciplina e rigore ineccepibile.

Michele Olivieri

21/03/2015

 

Nelle foto Cello Suites di Heinz Spoerli ph Brescia e Amisano – Teatro alla Scala: 1. Claudio Coviello; 2. Antonina Chapkina e Marco Agostino; 3. Antonina Chapkina e Nicola Del Freo; 4. Christian Fagetti e il corpo di ballo; 5. Vittoria Valerio e Angelo Greco; 6. Christian Fagetti e Alessandra Vassallo; 7. Christian Fagetti, Virna Toppi e Nicola del Freo; 8. Lusymay Di Stefano e Antonino Sutera; 9. Timofej Anrdijashenko, Virna Toppi e Christian Fagetti; 10. Virna Toppi e Nicola Del Freo.

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