Focus

Tu non puoi ballare. Gli scatti di Massimiliano Fusco raccontano l’impossibilità per molti ballerini di poter salire su un palco ed esibirsi

Tu non puoi ballare è il titolo provocatorio di un progetto fotografico di Massimiliano Fusco che vuole rappresentare l'attuale situazione dei ballerini e l'impossibilità, se non in rari casi, di poter salire su un palco ed esibirsi. Bellissimi scatti che raccontano il dramma di molti danzatori professionisti privi di stabile contratto, che in questi mesi hanno studiato a casa e che ancora oggi faticano a trovare una loro collocazione lavorativa.

Distanziamento culturale – tu non puoi ballare è il titolo di un progetto fotografico firmato da Massimiliano Fusco, fotografo di scena freelance, dal 2016 fotografo ufficiale del Teatro Brancaccio e della Sala Umberto di Roma. Un progetto fotografico che in pochi e bellissimi scatti racconta un dramma, quello dei ballerini professionisti privi di stabile contratto, che in questi mesi hanno studiato a casa e che ancora oggi faticano a trovare una loro collocazione lavorativa dato che le audizioni e le occasioni di lavoro si sono drammaticamente ridotte a causa della pandemia.

«Con questo progetto fotografico ho voluto rappresentare l’attuale situazione dei ballerini, e l’impossibilità, se non in rari casi, di poter salire su un palco ed esibirsi» ci racconta Massimiliano Fusco. «L’intenzione è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione della danza, un mondo molto amato e che questa crisi ha letteralmente messo in ginocchio con scarsissime possibilità di potersi rialzare nel breve-medio periodo».

Quando sono state scattate le foto?
«Gli scatti sono stati effettuati appena finito il lockdown, tra fine maggio e i primi di giugno 2020. Finalmente potevamo uscire, vivere le nostre città. Ma per i ballerini la situazione era ed è ancora oggi drammatica. In questi giorni stiamo assistendo a una lenta ripresa di spettacoli, ma la maggior parte dei danzatori sono ancora senza lavoro e senza grandi prospettive di tornare in scena con regolarità. Per molti danzatori è difficile anche trovare lezioni nelle sale danza per rimettersi in forma».

Dove sono state scattate le foto?
«A Roma. Da sei anni porto avanti un progetto fotografico che intende coniugare la città di Roma e la danza classica. Angoli noti e poco noti della città eterna sono la scenografia di momenti di danza catturati in uno scatto. L’idea di queste nuove foto parte dai presupposti di questo progetto madre, titolato Ballet In Rome, ma si colorano di un significato nuovo, legato al drammatico tempo che stiamo vivendo».

Chi sono i protagonisti degli scatti e come li ha coinvolti?
«Protagonisti sono i danzatori Alessia Bertone, Madoka Sasaki e Alessandro Burini. A loro ho proposto tre diversi set fotografici, spiegando loro le motivazioni e le varie idee di base.  Devo dire che hanno accolto il progetto con entusiasmo.
Il primo set è stato realizzato in studio con la ballerina Alessia Bertone. Alla base c’è l’idea di impossibilità di potersi esibirsi su un palco, un velo che separa lo spettatore dallo spettacolo (distanziamento che io ho definito culturale), velo che esprime una visione disturbata, velo che impedisce la massima fruizione della visione dell’azione danzata. In uno degli scatti Alessia prende questo telo quasi a volerlo strappare via per poter dar vita allo spettacolo.
Il secondo e terzo set ha coinvolto i ballerini Madoka Sasaki e Alessandro Burini con i quali avevo già collaborato per altri set. Sono fidanzati e abbiamo rispettato le regole del distanziamento sociale.
I primi scatti sono stati eseguiti sfruttando la vetrata del Museo dell’Ara Pacis, attraverso l’unione di due scatti, così da far riflettere nel vetro l’immagine di un partner virtuale con cui non può ballare e di cui ne rimane solo un riflesso.
La seconda parte di questo set è stato eseguita presso la Fontana del Pianto adiacente al Museo. Anche in questo caso alla base c’è l’idea di un contatto che non può avvenire.
Il terzo set è stato effettuato presso il Pantheon. Qui le regole del distanziamento sono state “stravolte”, Alessandro e Madoka si esibiscono in alcune figure di passo a due ma indossano mascherine e guanti, come a sottolineare che per poter ballare vicini c’è sempre un elemento di separazione. L’ultimo scatto della serie, che considero minimal, trova i ragazzi all’esterno della maestosità del Pantheon, con Madoka che “allontana” Alessandro, con la punta del piede, proprio a voler sottolineare l’impossibilità a poter ballare insieme».

Francesca Bernabini

15/09/2020

Foto: 1-7. Alessia Bertone, Tu non puoi ballare, foto di Massimiliano Fusco; 8.-18. Madoka Sasaki e Alessandro Burini, Ballet in Rome – Tu non puoi ballare, foto di Massimiliano Fusco.

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy