La recensione

Alice. La grammatica delle nuvole di Stefano Mazzotta, pura poesia.

L’Alice di Mazzotta per C.ie Zerogrammi sono cinquanta minuti di pura poesia. Dolci dinamiche, foglie a ricoprire l’intero palcoscenico come soffici piume dell’anima che si allontanano e si avvicinano silenziosamente in un girotondo di nuvole, un arcobaleno di spontaneità e ironia d’altri tempi. Emozioni, leggerezza, armonia, nell’intrigante e saggia costruzione narrativa ispirata al romanzo di Carroll.

Stupore, emozioni, leggerezza e armonia: indispensabili ingredienti per ritrovare la gioia di tornare bambini. Grandi e piccini tutti affascinati dall’ironia e dalla dolcezza della compagnia C.ie Zerogrammi in una divertente e inedita coreografia dal titolo Alice. La grammatica delle nuvole, lavoro firmato da Stefano Mazzotta (parole e drammaturgia di Fabio Chiriatti) e ispirato dall’immaginifico romanzo ottocentesco di Lewis Carroll.

Lo spettacolo di C.ie Zerogrammi, compagnia fondata da Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea, diplomati presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e dal 2012 attiva presso la sua nuova sede torinese, LUFT, uno spazio creativo dove la compagnia ospita attività di produzione, formazione e residenze artistiche, è andato in scena nel suggestivo spazio PimOff di Milano domenica 30 novembre e lunedì 1 dicembre 2014.

Le artistiche scenografie, che riportano alla mente le magiche atmosfere di Giorgio Strehler, abbinate a un uso sapiente delle luci, che nella loro semplicità avvolgono l’intera scena riscaldando la visione d’insieme, sostengono l’intrigante e saggia costruzione narrativa e coreografica del regista Stefano Mazzotta. In questo lavoro Mazzotta ha saputo arricchire di entusiasmanti e sorprendenti piani di lettura questo “classico” senza tempo in un arcobaleno di spontaneità e ironia d’altri tempi, il tutto condito con la giusta dose di contemporaneità.

I tre danzatori (Chiara Guglielmi, Stefano Roveda, Chiara Michelini), talenti di grande spessore, sono perfettamente calati nella parte. Con solida base tecnica e una certificata esperienza hanno assicurato la qualità dell’intera performance, lasciandosi trasportare, anche emotivamente, dalle dolcissime dinamiche che sono confluite all’interno del percorso fiabesco in un nostalgico ricordo.

Una lodevole macchina scenica, articolata e ben orchestrata, fin nei minimi dettagli – la musica, i costumi, gli oggetti di scena, le foglie a ricoprire l’intero palcoscenico come soffici piume dell’anima che si allontanano e si avvicinano silenziosamente in un girotondo di nuvole – si sono rivelati come tanti piccoli pezzi di un puzzle che Stefano Mazzotta ha dolcemente incastrato alla perfezione, con un tocco lieve che solo le favole e gli animi sensibili riescono ad infondere.

Questa Alice è dotata di una forza narrativa unica, data dalla tenerezza e da un pathos assoluto ma controllato. La coreografia accompagna il pubblico in un intimismo dal sapore agrodolce e suscita un sentimento di fiduciosa e commossa gentilezza nei confronti della narrazione fantastica. L’autunno in questa Alice si trasforma in una seconda primavera lasciando lo spettatore avvolto dai tenui colori e dalla bellezza del finale dove un silenzio carico di emozioni accompagna gli affetti ritrovati. Cinquanta minuti di pura poesia.

Michele Olivieri

4/12/2014

 

Foto: 3. e 4. ph. G. di Bello.

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