Opera Firenze

All’Opera Firenze Tristano e Isotta con Dorothée Gilbert e Mathieu Ganio e Giselle con MaggioDanza, spettacolo firmato da Giorgio Mancini

Dal 28 . 12 . 2014 al 04 . 01 . 2015

Firenze - Opera Firenze, Piazza Vittorio Gui

La danza torna in scena all’Opera Firenze per tre soli spettacoli, il 28, il 30 dicembre 2014 e il 4 gennaio  2015, con due lavori coreografici a firma di Giorgio Mancini: il secondo atto di Giselle, ou les Wilis interpretato dai danzatori di MaggioDanza e la prima rappresentazione assoluta del balletto Tristano e Isotta, sulla musica di Richard Wagner, interpretato dalle ètoiles dell’Opéra di Parigi Dorothée Gilbert e Mathieu Ganio, per prima volta ospiti in Italia.

Dice Giorgio Mancini: “Tristano e Isotta è la storia dell’amore impossibile e della passione che unisce i due amanti, nella forma di quella che io chiamo una narrazione emotiva, leitmotiv delle mie creazioni. Le ultime parole pronunciate da Isotta «Naufragare, annegare – inconsapevole – estrema estasi!» mi hanno suggerito l’universo della notte, in cui si fondono sogni, amore, sensualità, sessualità, fino alla passione distruttiva che porta i due protagonisti alla morte. Ho scoperto Dorothée Gilbert e Mathieu Ganio giovanissimi nel 2004, da giurato di un concorso all’Opéra di Parigi. Quando ho immaginato per la prima volta una creazione coreografica su Tristan und Isolde e la struggente musica di Wagner, ho pensato subito a questa coppia di magnifici danzatori. Non ho mai avuto dubbi: grazie alle loro qualità, entrambi incarnano i personaggi di Tristano e Isotta”.

La prima parte della serata, interpretata dagli artisti di MaggioDanza, è il secondo atto di Giselle, ou les Wilis, già rappresentato al Teatro Comunale nel 2013. Questa versione del capolavoro del balletto romantico è rivisitato da Giorgio Mancini con un linguaggio che evoca i passi della coreografia tradizionale, focalizzandosi sulla ricerca di un movimento leggero, senza resistenza, etereo. Inafferrabile e spirituale. Come quello di un’anima che cerca, invano, di trovare se stessa.

Scrive Giorgio Mancini: “Il secondo atto di Giselle rappresenta l’essenza del più romantico dei balletti: infatti, cosa c’è di più inafferrabile del mondo irreale dove danzano le Wilis, maligni spiriti dell’aldilà? La danza è il tema centrale di Giselle ed è questa centralità tematica che mi ha suggerito l’idea di Giselle, ou les Wilis, nel quale ho immaginato un balletto nel balletto, una compagnia di danza, e la sua prima ballerina, che deve debuttare nel balletto Giselle con un étoile ospite. Se nel primo atto rivive in scena il racconto del microcosmo quotidiano di una compagnia, il secondo atto è il mondo onirico degli interpreti. Dalla trama originale emergono le antinomie del singolo verso il gruppo, del normale versus il “diverso”, del reale verso l’irreale, restando fedele allo schema formale del balletto originale, restituendo ad Albrecht la centralità del suo ruolo. Albrecht non è cosciente del proprio io, ma divorato dalla danza come ragione di vita, egli flirta con Giselle, che si illude di vivere un amore. La rivelazione del tradimento scatenano in lei lo schock che la porterà alla morte e precipitano Albrecht nel mondo onirico. Per questo, nel secondo atto di questa versione l’interesse è rivolto ad  Albrecht, il protagonista vive sospeso tra il mondo sensibile e quello irreale, in un incessante sogno/incubo ad occhi aperti, con un linguaggio coreografico che evoca i passi della coreografia tradizionale del balletto, focalizzandosi sulla ricerca di un movimento leggero, senza resistenza, etereo. Inafferrabile e spirituale. Come quello di un’anima che cerca, invano, di trovare se stessa”.

Spettacolo da non mancare.

Foto: Dorothée Gilbert e Mathieu Ganio durante le prove di Tristano e Isotta di Giorgio Mancini, ph. James Bort.

 

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