Nel Lazio

Compagnia Daniele Cipriani e Croatian National Theatre di Spalato in Dancing Heritage – A tribute to Diaghilev and Nijinsky al Ostia Antica Festival

Dal 05 . 07 . 2019 al 06 . 07 . 2019

21.00

Ostia Antica (RM) - Teatro Romano

La programmazione del Ostia Antica Festival propone il 6 luglio 2019 al Teatro Romano di Ostia Antica, Dancing Heritage – A tribute to Diaghilev and Nijinsky, una co-produzione di Daniele Cipriani Entertainment e del Croatian National Theatre di Spalato nell’ambito del progetto Heritart – Cultural Heritage Promotion Through Perfotming Arts il progetto che ha l’obiettivo di promuovere e sostenere il patrimonio culturale attraverso lo spettacolo dal vivo per una nuova visione dei siti archeologici, intesi come un vero e proprio bene prezioso per lo sviluppo culturale dell’Europa.

Lo spettacolo, ad ingresso gratuito (è anche possibile assistere gratuitamente alla prova generale il 5 luglio 2019  alle 21.45), è un omaggio ai Ballets Russes, a Sergei Diaghilev (Selišči, 19 marzo 1872 – Venezia, 19 agosto 1929), instancabile impresario teatrale russo, mente creatrice dei nuovi scenari destinati a segnare la danza d’inizio secolo, e a Vaslav Nijinsky (Kiev, 12 marzo 1890 – Londra, 8 aprile 1950), divino danzatore e genio del balletto destinato a rivoluzionare il corso dell’arte del ‘900.

La serata ripercorre le tappe della rivoluzione nelle arti lanciata dai Battelli Russi all’inizio del secolo scorso, lasciando che storia e presente si incontrino nel segno di un’arte in continua trasformazione.

In apertura la prima mondiale di Le Spectre, creazione di Giorgio Mancini (già direttore artistico del Ballet du Grand Théâtre de Genève e del MaggioDanza) su musica di Carl Maria von Weber realizzata per i solisti della Compagnia Daniele Cipriani, Marco Lo Presti e Mattia Tortora. Ispirato al celebre Le Spectre de la rose di Michel Fokine, il brano ne rievoca le dolci tensioni proiettandole sull’incontro d’arte e di vita tra Sergei Diaghilev e Vaslav Nijinsky. Intrecciati in amore e odio, simbiosi e distanze, Mancini li immagina insieme in un pomeriggio di ricordi e poi, ancora una volta, separati; sarà lo ‘spettro’ di Diaghilev, in questo caso, ad apparire in sogno a Nijinsky, animo vulnerabile d’artista appassionato, percorso da desiderio e turbamento.

Segue The rite of Atlantis, coreografia di Igor Kirov: ispirandosi al lavoro del genio musicale russo Igor Stravinsky (The Rite of Spring, composto nel 1913 per i Ballets Russes e rappresentato a Parigi con coreografia originale di Vaslav Nijinsky), il compositore croato Mirko Krstičević crea un percorso musicale ed emotivo del rapporto tra uomo e donna; una ricerca di armonia, che si traduce coreograficamente in alti e bassi di energia ed emozioni, tra senso di appartenenza, passione, desiderio e fede, uniti al bisogno di libertà e di auto-realizzazione.

Torna in scena anche L’après-midi d’un faune, storica versione di Amedeo Amodio del balletto di Vaslav Nijinsky, che tanto scandalo destò alla sua creazione (1912), sulle note di Claude Debussy: curve musicali che accompagnano le sinuosità dei corpi danzanti e ricreano atmosfere di una classicità ideale. In un tardo pomeriggio estivo, un Fauno si risveglia e, insieme a lui, tutti i sensi di quel suo corpo antropomorfo. Con debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1972, la creazione di Amedeo Amodio, passo a due di grazia e sensualità, è stata ripresa in più occasioni anche alla Scala di Milano; con i suoi nuovi interpreti, i solisti della Compagnia Daniele Cipriani, torna oggi sui nostri palcoscenici con il vigore della contemporaneità che si riappropria del passato.

In scena ad Ostia Antica, anche testi dalle multiple sonorità che spaziano dai rarefatti versi de L’après-midi d’un faune, manifesto del simbolismo del poeta Stéphane Mallarmé a cui s’ispirò la composizione di Debussy, ai ricordi autobiografici di Bronislava Nijinska, sorella di Vaslav, recitati per l’occasione dall’attrice Vanessa Gravina.

Risale invece al 1912 la prima storica collaborazione tra Sergei Diaghilev e Maurice Ravel: il musicista francese compose per l’impresario russo la musica del balletto Daphnis et Chloé, tra i cavalli di battaglia dei Ballets Russes. Anni dopo, fu Ida Rubenstein, famosa danzatrice, già interprete per i Balletti Russi, a chiedere a Maurice Ravel di comporre una musica per una “danza spagnola”. Il balletto, il celeberrimo Boléro, con le coreografie di Bronislava Nijinska, debuttò all’Opéra di Parigi nel 1928: ambientato in una taverna andalusa, vedeva come protagonista la stessa Rubinstein che, danzando su un tavolo, suscitava l’ebbrezza dei gitani attorno a lei in un crescendo di ritmo e sensualità. Da allora, moltissimi coreografi si sono cimentati con la partitura di Ravel: una delle versioni coreografiche più riuscite, rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo, è quella creata nel 1961 da Maurice Béjart per il Ballet du XXème Siècle. Al Teatro Romano di Ostia Antica, assistiamo ad un nuovo Boléro a firma di uno dei più brillanti coreografi italiani, Giuliano Peparini, già primo ballerino del Ballet de Marseille e storico collaboratore di Roland Petit, nonché coreografo per le più importanti compagnie di danza, in Francia, Russia, Giappone e Italia.

Storiche tournée portarono i Ballets Russes in tutta Europa, e poi ancora più lontano, in Sud America e negli Stati Uniti: anni di viaggi tra i mari di un mondo che cambiava al loro passaggio, spostando i confini di un’arte in espansione. L’incontro tra la cultura russa e il teatro occidentale, alla base del progetto di Diaghilev, generò il fuoco della rinascita, portando la danza al centro di vere e proprie opere d’arte in movimento.

Ad Ostia Antica questo ideale viaggio, simbolo ed esempio di un’arte che guarda oltre l’orizzonte, che annulla la distanza, che abbraccia quel che ancora non conosce, viene celebrato con un estratto da Mediterranea di Mauro Bigonzetti, interpretato in questa occasione dai danzatori della Compagnia Daniele Cipriani e del Teatro Nazionale Croato di Spalato.

www.ostianticateatro.com

 

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