Nelle Marche

Hangartfest si tinge di azzurro

Si svolge a Pesaro, dal 1 settembre al 30 ottobre 2021, la 18° edizione di Hangartfest, festival di danza contemporanea, un’edizione tutta dedicata alla scena contemporanea italiana con 20 serate di spettacolo e 12 serate di proiezioni Video Box di cui 5 dedicate a Israele. In scena i lavori di collettivo Cantiere Idina Who, Sara Campinoti e Daniele Del Bandecca, Luca Campanella e Roberto Lori, Marta Bevilacqua, Andrea Baldassarri, Luciano Padovani, Mario Coccetti, Laura Colomban, Sara Paternesi e Liber Dorizzi, Matthias Kass e Clément Bugnon. Nella sezione Video Box i video di Luca Silvestrini, Ariella Vidach, Davide Calvaresi, Michela Paoloni, Anna Albertarelli e Roberto Ruager, Marco Becherini, Avi Kaiser e Sergio Antonino, Michael Getman, Liat Dror, Sahar Damoni, Tamar Borer, Adi Boutrous e Ohad Naharin.

Dal 01 . 09 . 2021 al 30 . 10 . 2021

Pesaro

Si svolge a Pesaro dal 1° settembre al 30 ottobre 2021 la 18° edizione di Hangartfest, festival di danza contemporanea, sostenuto dal MIC Ministero della Cultura, dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro.

«Vista la crisi economica che ha colpito la società su scala internazionale, che si è riversata sul mondo dello spettacolo in maniera catastrofica, soprattutto in Italia, questa edizione sarà tutta dedicata alla scena contemporanea italiana – ha sostenuto Antonio Cioffi, Direttore artistico di Hangartfest, durante la conferenza stampa di presentazione. Cioffi ha voluto precisare che «non si tratta di campanilismo e tanto meno di esterofobia; abbiamo voluto rivolgere la nostra attenzione ad un settore che è in ginocchio, che ha subito chiusure lunghissime, portando allo stremo migliaia e migliaia di famiglie, lavoratori e lavoratrici di ogni comparto della cultura, per lo più intermittenti, sia tecnici che artisti. L’Italia è stata particolarmente colpita ed ora ha bisogno di riprendersi al più presto. Un’istituzione finanziata da fondi pubblici, come la nostra, credo che abbia il dovere di dare un segnale di incoraggiamento in tal senso, e credo che per la danza sia una questione vitale, urgente».

Cioffi ha poi aggiunto: «Allo stesso tempo, questo è ancora un anno di transizione per tutti e credo che sia giusto anche essere prudenti, cioè cercare di limitare i rischi di annullamento degli spettacoli in caso di ritorno a situazioni di lockdown. Va da sé che la danza e l’arte non hanno confini, quindi spero che si possa tornare presto ad una situazione di normalità e riattivare i canali di scambio con l’estero».

Anche se si tratta di un anno di transizione questa edizione dalle tinte azzurre annovera 20 serate di spettacoli dal vivo (comprese le repliche) di cui 5 debutti assoluti, 9 prime regionali e 1 coproduzione. Nel programma anche 12 serate di proiezioni Video Box di cui 5 dedicate a Israele, certamente punto di riferimento per la danza contemporanea, 3 ad artisti italiani e 4 dedicate al Premio Interfaccia Digitale. Inoltre ci saranno 2 conversazioni con l’autore, la prima con Luca Silvestrini e la seconda con Marco Becherini.

«Quale elemento di discontinuità rispetto al passato, abbiamo dato largo spazio alla video danza – ha affermato Antonio Cioffi – mentre si conferma con grande rilievo il Premio Interfaccia Digitale, per il quale abbiamo ricevuto 54 adesioni tra Italia, Austria, Francia, Germania, Bosnia Erzegovina, Canada, Malesia. Interfaccia Digitale chiude il festival ma allo stesso tempo rappresenta anello di congiunzione con la prossima edizione».

Il Festival metterà in rilievo quest’anno alcuni luoghi caratteristici della città tra cui la Chiesa della Maddalena, ormai sito storico di Hangartfest «a cui – ha detto Cioffi – siamo legati perché con tanti sforzi lo abbiamo allestito per le arti performative».

PROGRAMMA

 Al Teatro Maddalena il 1° settembre alle ore 21 (repliche la stessa sera alle ore 22.30 e il giorno successivo alle 21 e ancora alle 22.30), il festival apre il sipario con la prima assoluta dello spettacolo Rab Express prodotto da AiEP e presentato da Cantiere Idina Who. Il collettivo interdisciplinare è formato da Elisabetta Da Rold, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk, Pablo Ezequiel Rizzo e Ilaria Zanotti, cinque giovani creativi, tra danzatori, attori e artisti visivi provenienti dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e dall’Accademia di Brera di Milano. Il lavoro affronta, attraverso uno sguardo poliedrico, gli effetti che i meccanismi del sistema lavorativo capitalista hanno sulla psiche e sul corpo del singolo individuo, alla luce della quarta rivoluzione industriale.

Il 4 settembre, alle ore 21, è la prima di Video Box con uno speciale dedicato a Luca Silvestrini, coreografo marchigiano trapiantato a Londra da ormai 25 anni. L’artista ha alle spalle un’importante produzione artistica con la sua Protein Dance Company ed è molto attivo sul versante della danza di comunità, impegnato spesso in progetti di confine, nelle carceri, con disabili e immigrati. La serata vede intervenire lo stesso Silvestrini per presentare il suo film The Sun Inside, vincitore del prestigioso LAFA Los Angeles Film Award 2020, e Franca Zagatti, una delle maggiori esperte di danza di comunità in Italia.

Video Box prosegue il 5 settembre accogliendo una compilation di brevi film realizzati da diversi artisti: Hu_Robot di Ariella Vidach; Save, Click e Meccaniche Celesti di Davide Calvaresi; Dialogue 1, Dialogue 2 e Pianissimo di Michela Paoloni; Città Sacra, Vita Oltrevita, Dancers by the fountain e It takes two tango di Anna Albertarelli e Roberto Ruager. Segue il trittico – questa volta in forma digitale – di Rab Express: Siempre a tiempo, Expansiön e Continuidad del Collettivo CIW (Cantiere Idina Who).

Il 9 settembre, alle ore 18.30, con replica il giorno successivo alla stessa ora, va in scena in prima assoluta, alla Corte Franca Rame-Dario Fo di Palazzo Mazzolari, Tandem di Sara Campinoti e Daniele Del Bandecca, regia di Marco Becherini, con la compagnia Fika Contemporanea Danza di Firenze, anch’essa di recente formazione. Liberamente tratto da un racconto del libro Online di Alidaria, Tandem indaga la natura profonda dell’amore e il suo ciclo vitale. Si chiede se il sentimento può morire ed, eventualmente, in cosa consiste la sua morte. Il progetto nasce dall’esigenza di rendere esplicito ciò che davvero succede nella pancia di due persone che intraprendono un viaggio insieme, mettendo in evidenza le dissonanze che spesso si creano tra le loro azioni quotidiane e l’effettivo dialogo delle loro anime.

Sempre il 9 settembre, alle ore 21, al Teatro Maddalena, Marco Becherini presenta, nella sezione Video Box, tre film documentari che testimoniano il lavoro che da anni compie nel contesto ospedaliero, a contatto con persone malate di cancro. Becherini, livornese trapiantato a Marsiglia, non è nuovo in esperienze di confine: alcuni anni fa lavorò come coreografo nei campi profughi libanesi e il suo approccio alla danza, che poi riflette il suo essere nella vita, è sempre stato impegnato sul piano sociale e politico. Egli scrive “Lavoro sulla relazione curante-curato dei reparti di oncologia attraverso la danza, per compiere un viaggio collettivo all’incontro della propria bellezza e della bellezza del mondo”. I tre film in programma sono: Projet de vie, Projet de ville (2021), Arles au corps (2020) e Jeux de tables (2019). Le proiezioni avvengono alla presenza dell’artista e segue una conversazione a cura di Monica Miniucchi, coreografa impegnata da anni nell’ambito del disagio.

Il 16 settembre, alle ore 21, con replica il 17, 18 e 19, al Teatro Maddalena, la prima assoluta di Tratti divisi alterati di Luca Campanella e Roberto Lori, una coproduzione Hangartfest e Compagnia Simona Bucci / Compagnia degli Istanti di Firenze, alla quale i due artisti stanno ancora lavorando. Il tema cardine dello spettacolo è il contrasto tra la tensione spirituale e un accumulo sensoriale, la catena consumistica che si genera con la creazione di un bisogno, il soddisfacimento e la produzione di un nuovo stimolo. L’allontanamento da un contatto con il sé genera la perdita di un’essenza del vivere e quindi della sua ricerca come condizione specificatamente umana.

Museo In Danza è la performance site-specific che Marta Bevilacqua, coreografa della Compagnia Arearea di Udine, propone il 24 settembre con Anna Savanelli e Valentina Saggin ai Musei Civici di Pesaro. Sono previste più repliche durante la giornata: alle 10.00, 11.30, 16.00 e 17.30. Il progetto mette in relazione tra loro differenti settori della cultura, rinnovandone i formati e le modalità di fruizione, al fine di suscitare l’interesse di più ampie fasce di pubblico e avvicinare nuove tipologie di visitatori/spettatori alle arti performative contemporanee e al nostro ricco patrimonio museale.

Il 26 settembre, alle ore 21, al Teatro Maddalena, dopo una residenza artistica offertagli da Hangartfest, debutta il maceratese Andrea Baldassarri con Tempo di posa, nella versione live performance, abbinata all’omonimo film che Andrea ha realizzato per Marche Palcoscenico Aperto, progetto promosso da AMAT e Regione Marche. Il tempo di posa è un tempo sospeso, in fotografia è il passaggio necessario al sorgere della figura. Il progetto video/performativo osserva la sospensione del tempo e dello spazio, messi a fuoco nel surreale periodo storico dalla pandemia, attraverso la giustapposizione di soggetti adolescenti a contesti di luoghi abbandonati. Una danza dell’abbandono indaga la convivenza tra una vita ferma e una che si muove: l’una rivolta in avanti, l’altra indietro, una che ricorda ed una che dimentica, una che trattiene ed una leggera, indifferente, sfuggente. Entrambe lontane nel presente.

Segue il Focus su Israele all’interno di Video Box, che si articola su diverse serate e che accoglie in versione integrale alcune delle più interessanti e recenti produzioni da Israele, tutte in prima italiana. Si inizia il 29 settembre con L’état des choses di Avi Kaiser e Sergio Antonino. Il 30 settembre seguono tre lavori brevi: First things 1st di Michael Getman, Black Belt di Liat Dror e Do not title me dell’artista palestinese Sahar Damoni. Il 1° ottobre si proietta Noor della coreografa Tamar Borer e del compositore Tom Klein. Il 2 ottobre è la volta di One more thing di Adi Boutrous, mentre il 3 ottobre, la sezione Video Box ospita la proiezione di Yag_The Movie di Ohad Naharin con la Batsheva Dance Company.

L’8 ottobre, con replica il 9, al Teatro Maddalena, ore 21, in prima regionale, vanno in scena due opere brevi di Luciano Padovani per la compagnia veneta Naturalis Labor: Pezzi Fragili, un lavoro per due danzatori, Roberta Piazza e Andrea Rizzo su musiche di Shumann e Shostakovich e poi Prelude ispirato a Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy.  Pezzi Fragili parla di due vite. La loro non è una storia epica, è una storia di persone comuni le cui abitudini giornaliere sono intrecciate con il luogo che abitano. La casa, il giardino, le mura sono il loro mondo personale e al di fuori di esse c’è una realtà difficile da affrontare. È un pezzo evocativo senza essere narrativo, uno spazio intimo che raccoglie depositate le memorie dei viaggiatori che lo hanno attraversato e che parla di passaggi, di cambiamenti, di viaggi verso la vita.

Il Festival prosegue il 15 ottobre, sempre al Teatro Maddalena, con Whoman, lavoro di Mario Coccetti per la S Dance Company di Reggio Emilia, già andato in scena a MilanoOltre lo scorso anno. Può un essere umano esistere a prescindere dal suo genere di appartenenza? È possibile essere completamente liberi? Partendo da queste domande in Whoman, primo studio sull’identità del maschile e del femminile, nuovi corpi rinascono in un nuovo mondo dominato dal caos e dalla frammentazione di un universo in costruzione. Come novelli abitanti dell’Eden, i nuovi corpi si muovono in maniera disordinata, scomposta e come organismi monocellulari, si evolvono, mutano, prendono coscienza di loro stessi, raggiungendo una forma completa che prelude alla libertà.

Il 22 ottobre al Teatro Maddalena, da Venezia approda Laura Colomban presentata da Indipendance che, con il suo Möbius Devices, conduce lo spettatore in un viaggio sonoro e spaziale facendo uso di tecnologie digitali. La performance è un’esplorazione fisica della presenza misteriosa dell’assenza, sospesa in un tempo circolare, sferico, senza fine e senza inizio. Il pubblico è invitato a contemplare la stimolazione della percezione visiva, cinestetica, cognitiva e sonora.

Seguono, il 24 ottobre al Teatro Maddalena, due lavori. Il primo dal titolo In Sospeso è presentato dalla Compagnia XE di Firenze, che vede in scena gli stessi autori, Sara Paternesi e Liber Dorizzi che sul pezzo scrivono: «Depositarsi, mescolarsi distintamente, considerare ascoltando, digerire. Come in una sospensione chimica dove gli elementi coesistono creandosi spazio a vicenda, così i corpi pretendono di essere in continuo mutamento a metà tra l’affiorare e il depositarsi trovando il modo di coesistere in un ambiente condiviso. L’arpa e il contrabbasso sono i due archetipi di riferimento sia come sonorità che come estetica». Il secondo, dal titolo Continuum, è danzato da un gruppo di performer della compagnia pugliese Equilibrio Dinamico. L’opera è di due coreografi svizzeri, Matthias Kass e Clément Bugnon. Il pezzo parla del succedersi del tempo nella vita di tutti i giorni, ma ciò che si invoca non è che un semplice intervallo, una finestra temporale che circoscrive il compiersi delle azioni. L’alba e il tramonto, la notte e il giorno, si succedono senza che si comprenda davvero quanto in fretta si stia esaurendo il tempo che abbiamo a disposizione. Se poi lo sguardo si volge verso un orizzonte più ampio, ecco che tutto diventa sfuggente e la complessità del tempo ci lascia totalmente impotenti.

Hangartfest termina il 30 ottobre al Teatro Maddalena con la visione delle opere di video danza finaliste e l’annuncio del vincitore del Premio Interfaccia Digitale. La serata è preceduta, il 25, 26 e 27 ottobre dalla visione delle opere semifinaliste selezionate dalla Giuria dei Critici e degli Studiosi. L’edizione 2021 del Premio, la seconda, è presieduta da Giulio Stasi, regista di teatro, performer e videomaker, e prevede tre livelli di selezione con tre diverse giurie. La Giuria interdisciplinare è composta da Masako Matsushita (coreografa e performer), Edoardo Serretti (fotografo), Daniele De Angelis (coreografo e video maker), Jonathan Pierini (progettista grafico, Direttore di ISIA Urbino), Paolo Paggi (curatore, artista visivo) e Stefano Salimbeni (video maker). La Giuria dei Critici e Studiosi è formata da Francesca Pedroni (critico per il Manifesto e per la rivista Danza&Danza), Carmelo Zapparrata (critico per La Repubblica e per la rivista Danza&Danza) e Giovanni Boccia Artieri (professore ordinario e Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali all’Università degli Studio Carlo Bo di Urbino). Infine la Giuria degli spettatori è composta dal pubblico più appassionato e motivato del Festival.

Nel contesto della serata conclusiva del 30 ottobre al Teatro Maddalena, Rossana Abritta, artista vincitrice della scorsa edizione, presenta in prima assoluta la sua nuova opera realizzata grazie al contributo offerto dal Festival nell’edizione precedente.

www.hangartfest.it

Foto: 1.-3. Rab Express del collettivo Cantiere Idina Who; 4.-5. Tandem di Sara Campinoti e Daniele Del Bandecca; 6. Tratti divisi alterati di Luca Campanella e Roberto Lori; 7. Museo in Danza di Marta Bevilacqua, Compagnia Arearea; 8.-9. Tempo di posa di Andrea Baldassarri; 10.-11. Pezzi Fragili di Luciano Padovani, Naturalis Labor; 12.-13. Whoman di Mario Coccetti, S Dance Company, ph. Sara Meliti; 14. Möbius Devices di Laura Colomban; 15.-16. In Sospeso di e con Sara Paternesi e Liber Dorizzi, Compagnia XE, ph. Lucia Baldini; 17.-18. Continuum di Matthias Kass e Clément Bugnon, Equilibrio Dinamico, ph. Stefano Sasso; 19. The Sun Inside di Luca Silvestrini, Protein Dance Company; 20.-21. Hu_Robot di Ariella Vidach; 22. Meccaniche Celesti di Davide Calvaresi; 23. Save di Davide Calvaresi; 24.  Dialogue 1 di Michela Paoloni; 25. Pianissimo di Michela Paoloni; 26. Città Sacra di Anna Albertarelli e Roberto Ruager; 27. Vita Oltrevita di Anna Albertarelli e Roberto Ruager; 28. Dancers by the fountain di Anna Albertarelli e Roberto Ruager; 29. It takes two tango di Anna Albertarelli e Roberto Ruager; 30.-32. Projet de vie, Projet de ville di Marco Becherini; 33.-34. L’état des choses di Avi Kaiser e Sergio Antonino, ph. Dan Ben Ari; 35. First things 1st di Michael Getman ph. Idan Herson; 36. Black Belt di Liat Dror; 37. Noor di Tamar Borer e Tom Klein; 38.- 40. Yag_The Movie di Ohad Naharin, Batsheva Dance Company.

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